Mi stanno molto simpatici gli All Time Low, hanno queste faccette da bravi ragazzi, una grande educazione, un sorriso per ogni persona che gli si pianta davanti chiedendo una foto, un autografo o un “fai ciao davanti alla telecamera mentre dici Italia ti amo”. Ma non posso nascondermi dietro a un dito: non sono proprio la loro fan numero uno, musicalmente parlando. Le cose dette su internet non si cancellano quindi sì ok, ma ho già detto che umanamente voglio loro un gran bene.
Gli All Time Low sono sulla scena da dieci anni e sono rimasti uguali uguali, io invece sono invecchiata quindi negli uffici di Rude Records, dove ieri sono venuti a raccontarci un po’ cosa stanno combinando in questo periodo, sembravo la donna delle pulizie finita lì per caso. Le mie colleghe erano giovani ed emozionate, e poi c’ero io. Un meraviglioso buffet pieno di pizzette e litri di birra (argh, io sono celiaca) ci ha accolti mentre aspettavamo che i baldi giovani di Baltimora (“se ci sei nato è una città bellissima” “se non ci sei mai stato però non ci vuoi andare” loro l’hanno descritta così) arrivassero. La parete è ricoperta dai poster delle date del tour europeo e gli All Time Low esordiscono subito con uno stupito “Wow, All Time Low everywhere!” e poi, spaparanzati sul divano, hanno iniziato a rispondere a tutte le nostre domande.
Prima, però, abbiamo potuto ascoltare qualche pezzo del nuovo album, il sesto in studio (secondo Alex il quinto, quindi non sono l’unica a essere invecchiata!), che però sarà fuori tra due mesi, quindi ne ascoltiamo solo cinque, uffa. Ci ringraziano per non aver registrato i pezzi e assurdo, non l’ha fatto nessuno per davvero. “L’inglese è ok, no? Non serve il traduttore, vero?” “Se poteste parlare in tedesco sarebbe perfetto“, lol, biricchini.
A questo disco la band ha lavorato più insieme del solito, tutti ci hanno messo mano e sono stati pervasi da una spinta nuova e positiva. Da quello che abbiamo ascoltato c’è qualcosa di diverso, dicono che è doveroso, altrimenti sarebbe sempre lo stesso disco e sai che noia. Con sei dischi all’attivo è difficile scegliere quali pezzi suonare live e quali no, dice Alex, ma allo stesso tempo non hanno alcuna voglia di fermarsi.
Qualche cambiamento dunque sì, c’è, ma vogliono però restare sempre nel loro genere perché “sappiamo chi sono gli All Time Low e cosa fanno gli All Time Low, non possiamo di certo tirare fuori un disco hip hop o metal“. La line up è la stessa da dieci anni e Alex dice che è come una famiglia, e lo dice proprio in italiano. Al “vi piace suonare in Italia” rispondono con un secco “NO” che è ovviamente seguito da molte risate. La fanbase italiana cresce sempre di più e io ne ho avuto la conferma poche ore prima, visto che prima di arrivare ho twittato “c’è qualche fan degli All Time Low tra le mie splendide followers?” perché volevo farmi suggerire delle domande (ops, scusate) e ho ricevuto un sacco di risposte. Grazie ragazze, mi avete salvata, siete stupende.
Sul nome dell’album (“Future Hearts”) la storia è molto semplice: “è stata un’idea di Alex e noi abbiamo risposto it’s fuckin’ awesome!“, easy like a sunday morning.
Io aspetto fino alla fine per porre la mia intelligentissima domanda, e cioè: “voi adesso siete big, fate i concerti in venue importanti e da headliner, ma qual è il vostro consiglio per le band più piccole?” e loro mi rispondono che è molto più semplice rispetto a sette anni fa perché c’è Youtube, ci sono i social network, basti pensare a Justin Bieber. Spesso ormai basta essere forti online, ma soprattutto dicono di creare una scena nella propria città come hanno fatto loro a Baltimora: suonavano sempre con le altre band della città e io stavo quasi per urlare “ah! La gavetta!” ma poi mi sono ricordata che non avrebbero capito. Bisogna suonare tanto live ma soprattutto rendere sempre lo show interessante. Capito, ragazzetti nei garage? Forza e coraggio, crediamo in voi. La risposta finisce con l’espressione “cookie cutter”, ovvero non bisogna essere senza originalità, omologati, ed è un’espressione così bella che capisco così di aver vinto io, e anche ieri ho conquistato un piccolo pezzo di mondo.
Grazie All Time Low, al concerto stavolta non ci sono venuta, ma continuo a vedervi più di quanto io veda mia madre, e per questo vi voglio sempre un sacco di bene.