Intervista Biffy Clyro La band scozzese presenta il nuovo album Opposites

Biffy Clyro

Finalmente iniziano a far conoscere la loro musica anche in Italia: gli scozzesi Biffy Clyro, paladini in madrepatria (saranno gli headliner della prossima edizione del prestigioso Reading And Leeds Festival) ma meno conosciuti all’estero, hanno avuto nei giorni scorsi la loro prima grande vetrina italiana, suonando lo scorso weekend come ospite speciale della seconda data dei Muse allo Stadio Olimpico di Torino. Poche ore prima del concerto, il terzetto si è reso disponibile per una conferenza stampa incentrata sul loro ultimo album Opposites, nella quale sono emersi la grande ironia del gruppo, la continua voglia di mettersi in gioco e una sorpresa per i fan italiani..

Per iniziare, come sta andando il tour e come mai avete deciso di andare in tour con i Muse?
Beh siamo grandi fan dei Muse e questo rende la cosa più semplice, possiamo esibirci in posti dove non abbiamo mai suonato prima, come Torino. E’ una grossa opportunità perchè possiamo raggiungere molte persone che non ci conoscono ancora. In più i Muse sono una grandissima band dal vivo, con così tanti fan e dobbiamo essere all’altezza.

Ci potete raccontare qualcosa sull’ultimo doppio album “Opposites”?
Beh, prima di tutto è il miglior doppio album nella storia del rock (ride). Sappiamo che tutte le rock band vogliono fare un doppio album e per la prima volta abbiamo capito di avere abbastanza canzoni per far sì che si potesse fare. Siamo stati un po’ troppo in tour per l’album precedente e siamo quasi giunti ad un punto di rottura per lo stress accumulato dopo 15 anni assieme e 10 di tour, e per la prima volta eravamo davvero molto stanchi. Così ci siamo presi una pausa e abbiamo cercato di riconciliarci con il mondo ritrovando noi stessi nelle canzoni. La prima parte del disco riguarda il guardarsi indietro per capire come siamo giunti nelle situazione di non essere più felici, mentre la seconda parte riguarda il modo di uscire da questa situazione ed essere più positivi, ed è il motivo per cui si chiama “Opposites” (opposti).

E’ il terzo disco di seguito con Garth Richardson come produttore, possiamo quasi considerarlo come il quarto membro dei Biffy Clyro?
Possiamo considerarlo così. Conosciamo Garth da molto tempo e abbiamo un ottimo rapporto, abbiamo imparato molto da lui e forse anche lui ha imparato qualcosa da noi, come lo slang scozzese (ride), ma non penso che l’amicizia si importante per fare un disco, quanto la fiducia nella persona. Sappiamo già che rifaremo un disco con lui, ma non perchè ne abbiamo già fatti tre, ma perchè è ormai parte della famiglia più che della sola band.

In “Spanish radio” troviamo dei richiami ad un sound latino, siete in cerca di nuove sonorità?
Ci piace fare cose che forse altre band non farebbero e “Spanish radio” è un esempio di una rock band che scrive una canzone inserendo un motivetto mariachi, magari qualcuno penserà che sia una delle cose più brutte che abbia mai ascoltato, ma per noi la bellezza risiede nel prendere rischi e finire di produrre qualcosa di magico. Non vogliamo essere soltanto una normale rock band e vogliamo provare cose che altro non farebbero, per paura a volte di poter risultare ridicoli. Noi invece non siamo così, già negli album precedenti per esempio avevamo messo degli inserti dance o reggae in mezzo ai brani, alla fine quasi tutto è possibile e potenzialmente può funzionare.

In una intervista con NME Ben ha dichiarato che “non ci sono filler in Opposites”.. perchè dunque avete pubblicato una versione singola del disco con una selezione di brani dal doppio?
“All killers, no fillers” (ride) Il motivo risiede nel fatto che ormai non ci sono più negozi di dischi e molti posti non vogliono più vendere album doppi, il che vuol dire che in alcuni paesi o si fa una versione singola, oppure non c’è la possibilità di proporre la propria musica.

Avrete un ruolo da headliner nel prossimo festival di Reading/Leeds e nell’iTunes Festival, avete in mente qualcosa di particolare per quegli show? Come ci si sente a suonare in scaletta dopo una band leggendaria come i Nine Inch Nails al loro unico concerto in Inghilterra?
Il festival di Reading sarà l’evento più grande a cui parteciperemo e dovremo davvero uscire e spaccare tutto. Avremo un grande palco con una scenografia particolare e come headliner dovremo dare il massimo senza essere timidi, siamo sopra a tutti, non ce n’è motivo. Suonare dopo i Nine Inch Nails è spaventoso, grazie per avercelo ricordato, siamo a dir poco terrorizzati (ride), compreso il nostro chitarrista Mark, che è un grande fan dei NIN. Il nostro spettacolo sarà però diverso, i NIN sono molto “meccanici” dal vivo, noi siamo più “umani”

Avete suonato di recente al Coachella Festival, volete raccontarci qualcosa di quell’esperienza?
Al Coachella Festival era pieno di gente sobria, cosa molto strano per noi che veniamo dalla Scozia, in più non c’era fango e la gente era bellissima. (ride) L’unico problema è stato suonare in quel caldo che ti toglie le energie, ma è stato molto divertente. E’ stato decisamente uno dei festival più divertenti che abbiamo mai fatto, con una gran line up. La cosa bella dei festival è che ci sono persone con culture e motivazioni diverse, ma una volta che lo show inizia potresti trovarti ovunque.

Una anticipazione per i fan italiani prima degli annunci ufficiali.. tornerete in tour in Italia?
Torneremo a novembre, sicuramente a Bologna e forse un altro paio di date tra cui probabilmente Milano.

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