Intervista Demi Lovato Unbroken incontro a Milano

Volto Disney fin da ragazzina, a 15 anni già star della tv, due dischi di enorme successo, Don’t forget e Here we go again: Demi Lovato è tutto questo. E’ stata tutto questo, finchè una serie di problemi psicologici -compresa l’anoressia- l’hanno bloccata. Ero lo scorso autunno, le terapie l’anno rimessa in piedi e la musica l’ha rimessa in gioco. Il suo ultimo album si intitola Unbroken; il singolo Skyscraper ha debuttato direttamente al numero 1 della classifica di iTunes. Demi Lovato è venuta a Milano a incontrare i fans e a firmare copie del disco. Insomma, ha finito le terapie ed è tornata in pista. “Se ho raccontato -anche nelle nuove canzoni le mie vicende- è perché penso che possano aiutare qualcuno: potenzialmente potrei salvare qualche persona. La mia situazione stava diventando pericolosa, ho dovuto chiedere aiuto: qualcun altro potrebbe pensare di farlo, ascoltandomi. I miei fans mi hanno raccontato le loro storie, e io ho parlato della mia. La musica è terapeutica, ora mi sento più forte”. Punto fermo della sua rinascita la madre, “il mio eroe”. Ma nel disco c’è For the love of a daughter, in qualche modo dedicata a suo padre. O meglio, ai cattivi rapporti che Demi ha con lui: “Non ci parlo da cinque anni. Questa è una canzone controversa, l’ho scritta all’età di 16 anni e mi ci è voluto tutto questo tempo per inserirla in un album, ma dovevo farlo. Pubblicarla è stato come andare in terapia”.

Però, come la stessa Demi conferma, c’è molto altro nel disco perché “nella mia vita c’è anche la gioia, e poi ho voglia di divertirmi. La canzone che preferisco cantare dal vivo? E’ Unbroken, semplicemente perché mi diverto”. Nel disco di Demi compaiono collaboratori superstar come Missy Elliott, Timbaland, Jason Derulo e Ryan Tedder. Quanto a concerti in Italia, non c’è nulla di fissato: “Mi piacerebbe molto potermi esibire presto qui, questo è un paese che mi piace… anche se in italiano conosco solo la parola pizza. Oh, e Lovato (ride, nda)!”.

Francesca Binfarè

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