Intervista DevilDriver Beast è l’evoluzione

I DevilDriver si sono conquistati il loro posto all’interno della scena modern metal con merito. Se lo son guadagnato attraverso infiniti tour e una costanza nel produrre dischi di buona fattura a breve distanza l’un dall’altro che ha pochi eguali, raggruppando attorno a sé una fanbase fedele e, soprattutto, non solo circoscritta agli States. Ecco perchè la band di Dez Fafara, Mike Spreitzer, Jeff Kendrick e John Boecklin a ogni calata fa il pieno di consensi; non fa eccezione la data italiana di supporto ai Machine Head, nonostante una setlist molto corta: “E’ un classico caso in cui devi concentrare tutta la tua energia e la voglia di spaccare che hai in mezz’ora scarsa, è consuetudine dire all killer no filler, ovvero tutti i brani che suoneremo saranno delle hit e delle bordate, non perderemo tempo con nessun pezzo riempitivo o momento morto!“, ci dicono, e sicuramente sarà così, per la gioia di un pubblico che loro stessi apprezzano molto: “I fans italiani sono veramente degli hardcore fans, ci sono molte similitudini con il pubblico del Sud America, il concerto viene vissuto intensamente dall’inizio sino alla fine, la gente si diverte e ci gratifica molto; venire in Italia per i DevilDriver significa suonare per gente che ci vuole bene, è un onore venire da voi!“.

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Il disco più recente dei DevilDriver è uscito nel febbraio 2011: “Beast è stata l’ennesima dimostrazione che noi prendiamo molto sul serio ciò che facciamo e anzi vogliamo sempre provare a migliorarci, nonchè metterci alla prova e sfidare le nostre capacità. E’ sin da The Fury Of Our Maker’s Hand che cerchiamo gradualmente di proporre riff e tempi sempre più groovy e impegnativi da risuonare dal vivo, ed il pubblico ha sempre apprezzato questo sforzo. In generale negli anni Duemila se sbagli un disco sei finito, specialmente nei confronti dei metal fans, che vivono questa musica come una religione. Se prendi le canzoni del nostro debutto omonimo, vedrai che sono abbastanza semplici e lineari, ora le suoniamo facilmente on stage, ma da allora in poi il livello si è alzato, ci siamo concentrati sempre di più sul songwriting, ad avere le melodie giuste nei ritornelli senza perdere aggressività nelle strofe e sulla qualità della produzione dei dischi, ora se ci senti suonare Dead To Rights o You Make Me Sick fai quasi fatica a credere che siamo gli stessi DevilDriver di un tempo. In generale dall’album del 2005, Fury appunto, ad oggi per noi è stato un continuo crescendo, una continua evoluzione, siamo molto fieri di ciò e anzi siamo anche stati fortunati che tutto ci sia sempre girato giusto!

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Dez Fafara è stato anche (e lo sarà ancora a breve) il leader dei nu-metallers Coal Chamber: è possibile che questo impegno possa mettere a repentaglio il futuro dei DevilDriver? La band risponde compatta: “Andare a fare un tour in Australia coi Coal Chamber non significa che i DevilDriver siano finiti, anzi! Siamo praticamente in tour senza pause da un sacco di anni, alcuni di noi hanno bisogno di staccare la spina o di dedicarsi ad altro per un po’, il rientro momentaneo nei Coal Chamber è stata una decisione che abbiamo preso tutti insieme“. Il chitarrista Mike Spreitzer tuttavia ammette: “E’ normale che qualche domanda uno se la ponga, voglio dire posso capire benissimo che Dez senta il bisogno di fare qualcosa di diverso, che voglia andare in un posto dove non è mai stato con la sua band originaria, alla fine io troverò il tempo per tornare al college dato che l’avevo abbandonato quando mi avevano chiesto di unirmi ai DevilDriver molti anni fa. E’ una scelta sua, ha chiesto alla band la propria opinione e la nostra benedizione prima di farlo, è una tournée di un paio di settimane, insomma penso che una pausa possa anche farci bene, siamo in tour da così tanti anni che avremmo comunque dovuto prenderci una piccola pausa prima o poi…

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