Sono diventati una band di punta nello scenario folk metal italiano ed il 16 marzo è uscito il loro nuovo full lenght “Il Confine”. Stiamo parlando dei Folkstone, coi quali abbiamo avuto il piacere di scambiare due parole: “Il confine” sembra proseguire un processo di crescita iniziato già dai tempi di “damnati ad Metalla”. Qual è stato il mood compositivo durante la scrittura del disco? Abbiamo fatto un percorso di crescita, negli anni abbiamo esplorato sempre nuove sonorità, pur rimanendo noi stessi con la nostra particolare impronta. I pezzi di solito nascono da un giro di cornamusa o un riff di chitarra di Lore o da un’idea di Yoni. Per questo album c’è anche Maurizio che ha dato il suo notevole contributo. Ci si trova, si sistema il pezzo e si comincia a sentire se gira e se ha un buon tiro. A volte questa fase dura più del previsto. Di alcuni pezzi abbiamo fatto diverse versioni prima che ci convincessero appieno! Poi si passa ai testi, dei quali si occupano Roby e Lore. La tematica può essere scelta in diversi modi. Sentiamo il pezzo finito e viene l’illuminazione in saletta, altre volte invece in macchina ascoltando la pre-produzione oppure leggendo un libro. Ogni canzone ha la sua storia particolare.
L’attaccamento all’Orobia non è mai stato un mistero. A tal proposito avete scritto una canzone su Simone Pianetti, un personaggio controverso orobico. Perché la scelta è ricaduta su questa figura?
Non abbiamo scelto questa figura per l’attaccamento alla montagna. Qui non c’entra, fatta eccezione per il fatto che le montagne hanno dato rifugio a questo strano personaggio. Con questo pezzo vogliamo far riflettere sul fatto che coloro che hanno chiusura mentale possono rovinare la vita delle persone che hanno una marcia in più. Non vogliamo fare del Pianetti un eroe, ma solo raccontare in breve(perché se dovessimo fare una canzone di tutta la sua vita non basterebbe un album intero)quello che è stato ed il perché è giunto a compiere una simile follia.
All’interno de “Il Confine” avete inserito anche la cover di “C’è un re”, una canzone dei Nomadi. Avete un legame particolare con questo pezzo o semplicemente avete individuato una chiave interpretativa adatta al vostro mondo?
La scelta è ricaduta su “C’è un re” perché ci sentiamo molto vicini al significato del testo, che ci sembra tutt’ora attualissimo (purtroppo..). Visto che in questo album abbiamo cercato di raccontare il nostro modo di vivere la realtà che ci circonda, questo brano ci sembrava che rappresentasse bene l’idea che abbiamo dell’odierna società. Ovvero una società governata da re che non vogliono vedere nulla fuorché i loro interessi.
Ho avuto l’impressione che il disco esplori diversi colori, dall’energia allo stato puro di “Nebbie” alla melodia e dolcezza di “Ombre e Silenzio”. Cosa ne pensate a riguardo?
Sì nel disco sono presenti pezzi totalmente diversi in quanto ad impatto. E’ venuto tutto in modo spontaneo, non ci siamo messi a tavolino a decidere quanti pezzi fare più ritmati e quali o quanti lenti. Venivano le idee, si sviluppavano e questo è il risultato.
Riguardandovi indietro, chi erano i Folkstone degli inizi e come sono diventati adesso?
In realtà non siamo molto diversi da ciò che eravamo. Certo, la formazione ha subito cambiamenti nel corso degli anni, ma il concetto fondamentale rimane quello: fare musica nostra e cercare di suonarla il più possibile nei live. Quello che ci piaceva fare era trovarsi a suonare in compagnia tra una birretta e l’ altra. Ora siamo ancora così, però ci mettiamo molto più tempo e costante impegno. Dobbiamo dire che con l’attuale line-up ci troviamo veramente bene sia a livello musicale che personale. Ottimi musicisti ed ottime persone!
Qual è la canzone che vi rappresenta maggiormente all’interno dell’album?
Un po’ tutte. Ognuna ha il suo perché e rappresenta quello che pensiamo sulla realtà che ci circonda. C’è da dire che “Omnia Fert Aetas” è una canzone che ci siamo auto-dedicati: “raminghi artisti che portano il loro spettacolo su strade colme o vuote..mentre assaporano ogni attimo, consci che tutto passa e va avanti anche senza di loro!”
Il 16 marzo avete iniziato il tour promozionale del disco. Oltre a questo, che altri impegni avete per il futuro?
La data di presentazione al Live Club di Trezzo sull’Adda è stata bellissima, ringraziamo tutti i presenti che hanno cantato con noi!..Ora ci aspettano:
23/03 Woodstock pub, Como
24/03 Teatro le Serre, Torino
31/03 Tempo Rock, Reggio Emilia
07/04 Rock ‘n roll arena, Novara
08/04 Mephisto Rock Café, Alessandria
14/04 Deposito Giordani, Pordenone
19/04 Urban Club, Perugia
20/04 Stazione Birra, Roma
21/04 Kellerplatz, Prato
28/04Fillmore Club, Piacenza
12/05 Blogos, Bologna
Per le altre date ancora da pubblicare vi invitiamo a visitare il nostro sito www.folkstone.it!