L’intervista a Mark Tremonti ed Eric Friedman si è svolta in occasione del concerto della band solista di Mark al Tunnel di Milano il 23 ottobre 2012. “E’ la terza volta che mi trovo a iniziare da zero una band, amo suonare e fare musica in continuazione, non mi interessa suonare alla Wembley Arena o in questo piccolo club, l’importante è suonare per tutti quelli che vengono a vederci, che alla fine sono quelli che mi hanno permesso di fare il mestiere che amo sin dall’inizio” – attacca Mark – “probabilmente torneremo a febbraio e sarà in un club più grande ma andrebbe bene anche uno più piccolo, l’importante è far capire a chi ti viene a vedere che stai dando il massimo. Qui in Italia per me oramai è facile, abbiamo un seguito fantastico e appassionato, con gli Alter Bridge siamo partiti allo stesso modo nei piccoli club per poi avere quasi sempre le date esaurite negli anni successivi“. “La cosa bella di questi posti” – gli fa eco Eric – “è il contatto e l’interazione con il pubblico. Sono vicinissimi, sudano insieme a noi dall’inizio alla fine, c’è una sensazione bellissima di passaggio di emozioni e di energia tra noi e loro e tra loro e noi. Senti davvero l’affetto delle persone, senti ogni canzone che cantano e questo ti spinge a dare tutto per fare il miglior concerto possibile.”
Un disco solista bellissimo e un tour di supporto che è andato oltre le aspettative, mi raccontavi qualche mese fa che speravi di riuscire a fare almeno due date in Italia…
“Vero ma non sempre si riesce a ottenere tutto quello che si vuole. Stiamo provando a fare un’altra schedule per febbraio, comunque in estate torneremo quasi sicuramente con gli Alter Bridge. Adoro suonare in Italia, sia per le mie origini, sia perché il pubblico dimostra anno dopo anno quanto è fantastico con noi. Il mini-tour Europeo comunque è andato alla grande, tutti i concerti sono andati sold-out, solo Amsterdam in una venue abbastanza grande non ha fatto registrare il tutto esaurito ma solo per poco.”
Eric ma vi aspettavate un successo simile?
“Inizialmente speravamo di riuscire a fare qualche data negli States, poi la cosa è cresciuta e siamo stati felicissimi di aggiungere date Europee. Da quando ho quindici anni suono insieme a Mark quando è possibile, sono andato in tour con lui coi Creed ed ero certo che questo disco sarebbe andato bene perché Mark non smette mai di comporre e di registrare buona musica.”
Però i concerti sono un po’ corti, perché non fate qualche cover?
(Mark) “Perché non abbiamo avuto il tempo di provarne nessuna. Sono già soddisfatto di aver inserito le due b-side (All That I Got e Gone, ndr) in scaletta e di suonare più di un’ora…”
Già le due b-side spaccano, perché diavolo hai lasciato fuori All That I Got (risate, ndr)?
“E’ vero ha un ottimo responso quando la suoniamo…probabilmente la registreremo in studio con Wolfgang (Van Halen, bassista della band, ndr) entro Natale oppure la useremo per il prossimo disco che non so quando uscirà…”
Mark non è da tutti, dall’alto di quaranta milioni di dischi venduti coi Creed, fare nuove band, incontrare più fans possibili, essere così raggiungibile quando potresti fare la rockstar…come si fa?
“Semplicemente devi ricordarti che se hai la fortuna di condividere la tua musica con così tante persone, è proprio perché loro ti supportano dal primo giorno e lo hanno fatto anche quando le cose non andavano bene. In questo tour firmiamo ogni singolo oggetto che i fans acquistano al merchandise, stringiamo le mani a quanti possiamo, ci intratteniamo a lungo a fine concerto. Sui social network proviamo sempre a rispondere a tutti, insomma sono semplicemente me stesso e chiedo a chi fa parte della mia band di fare lo stesso. Penso sia fondamentale fare sentire alla gente che ti supporta che tu sei allo stesso modo lì per loro, e questo passa sicuramente dando loro il miglior concerto possibile ma non solo.”
Cosa ricordi del primo concerto in Italia con gli Alter Bridge nel 2005? E del 2008? Forse quest’ultimo è stato l’anno dell’affermazione per voi in Italia…
“Ricordo che era un posto non così piccolo ma comunque contenuto, che suonammo diverse cover e ci divertimmo molto. Nel 2008 in effetti entrambi i concerti che facemmo andarono sold-out, furono serate magiche e ricordo che tutti noi capimmo che l’Italia sarebbe diventato un paese importante per la nostra band. Abbiamo inserito immagini di quel tour anche nel nostro primo DVD, sentimmo davvero il calore della gente che ci incontrò e partecipò ai concorsi per suonare con noi. Le cose sono andate sempre meglio e non vedo l’ora di tornare l’anno prossimo…“