La parola a Jonas Rydberg, chitarrista degli svedesi Burst, autori di uno dei dischi più interessanti del 2008, Lazarus Bird.
Raccontaci come è stato il processo di stesura che ha portato alla creazione di “Lazarus Bird”.
Beh, la parte relativa alla scrittura è stata dannatamente lunga pensando a quanto tempo è passato da “Origo”. In realtà mettere in musica le idee che avevamo non ha portato via troppo, ma è l’intero processo che si è allungato per moltissimi mesi, durante i quali siamo stati quasi sempre in tour. Per quanto mi riguarda questo album è stato quello meno faticoso da comporre tra tutti quelli usciti fino ad ora, nel momento in cui ci siamo messi a lavorare la nostra creatività ed ispirazione sono venute fuori di prepotenza. La parte di registrazione invece è una cosa completamente diversa. Siccome non disponiamo di ingenti quantità di denaro (tutt’altro!), non possiamo permetterci di passare mesi in studio, anche se un album ambizioso come “Lazarus” lo avrebbe richiesto. Abbiamo quindi dovuto farci il culo concentrando in sole due settimane la registrazione degli strumenti, per poi mixare il tutto in sette giorni infernali. Ne sono uscito con un semi esaurimento nervoso, ma se non altro sono molto felice che sia venuto così dannatamente bene!
Potresti spiegare ai fan l’evoluzione del vostro sound avvenuto tra “Origo” e “Lazarus Bird”?
Mesi fa decidemmo che avremmo voluto provare qualcosa di diverso rispetto a quello suonato fino ad allora. L’ultimo paio di album aveva una sorta di comune denominatore a legarli, e questa volta volevamo distaccarci da questa cosa. Non voglio dire che abbiamo rinnegato il sound che ci contraddistingue, o fatto altre cose radicali, è solo che attualmente stiamo esplorando nuove tipologie di armonie e di umori. Volevamo che il nuovo album suonasse un po’ più spigoloso e cattivo, anche se non cosi stoner come è stato “Origo”. Inoltre, ci siamo lasciati andare per quanto riguarda gli arrangiamenti, abbiamo messo da parte la concezione di come si “dovrebbe” costruire una canzone, e ogni traccia è sbocciata indipendentemente dalle altre. In pratica, è il materiale migliore che abbiamo mai composto!
Da dove traete ispirazione quando scrivete i testi?
Interamente dalle esperienze di vita vissuta, che sia lavorare ogni giorno in un posto che odi, guardare le notizie in tv o visitare posti interessanti in giro per il mondo. Penso che questa volta abbiamo dato un taglio netto alle stronzate per quanto riguarda i testi, non pensando a che tipo di argomenti stavamo parlando, o se le tematiche erano fighe o meno. Ho anche pensato molto a Linus, il nostro povero cantante che alla fine dei conti deve poi cantare quello che scriviamo; anche lui ha il diritto di divertirsi con quello che fa e merita parole e concetti che lo ispirino.
Siete stati influenzati da altri gruppi durante la stesura di “Lazarus Bird”?
Personalmente ho in mente un paio di gruppi che ho ascoltato molto durante la composizione, ma se questi mi abbiano influenzato o meno lo lascio al vostro giudizio. Molti dei miei riff sono nati dopo aver sentito i Magma, e anche i primi lavori dei Kansas. C’è sempre un po’ di King Crimson, oltre ad altre band prog; Yes, Gentle Giant, Camel…per la sensazione generale dell’album continuavamo a usare come riferimento il “black album” dei Metallica, e come sempre c’è qualcosa che deriva dai film che abbiamo visto. Wow! Ecco, mischia tutti questi “ingredienti” e il risultato è esattamente come suona “Lazarus Bird”!
Cosa pensi che I vostri fan diranno una volta ascoltato “Lazarus Bird”?
Ho sempre immaginato che li avrebbe divisi nettamente in due opposti, ma il responso iniziale è stato di amore incondizionato in realtà. Devo aver sottostimato i nostri meravigliosi fan!Pensavo davvero che sarebbe stato un ascolto molto difficile per un sacco di gente, visto che lo abbiamo fatto con intenzionalità. Ma invece ecco qui, non si può mai dire…
Nel passato avete suonato insieme ad artisti come Dillinger Escape Plan e Opeth. Vorreste ancora suonare insieme a gruppi simili o preferireste andare in tour con band che hanno più cose in comune col vostro sound attuale?
Attualmente mi sono rotto le scatole dei tour in cui vedi cinque band che propongono tutte lo stesso genere…che senso ha?Io vado a uno show per divertirmi e farmi sorprendere, non per annoiarmi quasi a morte!Tornando alla domanda, non mi spiacerebbe suonare di nuovo con i gruppi che hai menzionato, e scommetto che ci ritroveremo sullo stesso palco in un futuro; attualmente però sono più interessato a prendere parte a un tour che sia stimolante a livello di ascolto per gli spettatori. Cosa ne pensi di noi, Zombi e i Circle?Quello si sarebbe uno show che mi farebbe sbavare!
Verrete a suonare in Italia?
Assolutamente sì! Adoriamo suonare in Italia, e non lo dico tanto per fare contenti i lettori; so che molti lo fanno, ma non è il mio caso, qui sono totalmente onesto. Tenete gli occhi aperti per i primi mesi del 2009!
Nicolò Barovier