Trenta pezzi? Si, trenta pezzi! Tante sono le canzoni di “Lorenzo 2015 CC.”, il nuovo album di Jovanotti uscito il 24 febbraio 2015 via Universal e presentato alla stampa lo stesso giorno nella suggestiva cornice delle Officine del Volo di Milano.
L’ingresso in sala del Jova a bordo di uno scooter è glorioso e simbolico della natura del suo primo “serial album”, un lavoro in cui ogni canzone è un episodio a sé: “un disco “action” ma non rotondo, piuttosto reticolare, come una costellazione senza stella polare però. È come una moto da cross, anzi, è un motorino pazzesco”.
Ambizioso, si, ma “Lorenzo 2015 CC.” è anche molto legato al concetto di vulnerabilità e di bisogno di protezione, rappresentato dalla pettorina da motocross indossata da Jovanotti sulla copertina dell’album: “un’armatura da poco, non una cosa da supereroe o da guerriero, è una bardatura per il fuoristrada, ma è pur sempre una protezione. Ogni protezione è insieme una dichiarazione di attacco e una rappresentazione della propria fragilità. Il grande saggio/mistico che si mette nudo dichiara la sua invincibilità, invece questa tuta da motocross, come un’armatura, dichiara la fragilità, la vulnerabilità, che è quello di cui parla questo album”, ha spiegato Lorenzo.
Nato nell’arco di un anno denso di incontri ed avvenimenti, di cui Jovanotti ha raccontato tutti i particolari seguendo una simpatica timeline popolata di emoticon (che alla fine “raccontano emozioni e azioni, in un modo che non si riesce con le parole”) e registrato tra Milano, Cortona, Parigi, New York e Los Angeles, l’album è specchio del movimento di uomini e di idee da sempre caro al Jova, che per la sua realizzazione si è avvalso di svariate ed illustri collaborazioni.
“Benedizioni, ottenute alla fine di veri e propri pellegrinaggi”, che hanno portato Lorenzo a registrare “Musica” con Manu Dibango, padre putativo della musica afro e inventore della disco e con il giovane “Jimi Hendrix del deserto” Bombino, che ha prestato voce e chitarra a “Si alza il vento”. The Antibalas, collettivo di Brooklyn protagonista a fine anni ’90 del rilancio dell’afro beat, è presente in “Libera”, “Ragazza Magica” e “Melagioco”, mentre “All the People” vede Lorenzo in un featuring con Sinkane, giovane compositore, cantante, strumentista e produttore tra le realtà più interessanti degli ultimi anni. Grandi nomi anche per quanto riguarda la batteria, con le collaborazioni di Daru Jones (Jack White), Omar Hakim (David Bowie, Madonna, Daft Punk, Sting, Miles Davis, ecc.) e Mark Guiliana (eletto “batterista dell’anno 2014” dalla rivista Modern Drummer). Dulcis in fundo non poteva mancare Money Mark, “il quarto dei Beastie Boys”, la band preferita di Lorenzo, alle tastiere e melodica.
Tanta Africa dunque dentro questo tredicesimo lavoro in studio di Jovanotti, che come era lecito aspettarsi propone un gran bel melting pot di generi e sottogeneri, dal funk alla dance, dall’elettronica alla samba, dal pop al rock, dalle ballad al tango, dall’afro beat al soul, al synth-pop e, accanto all’hip-hop, persino un po’ di mariachi!
Un album scritto e registrato con un obiettivo preciso: “ci tenevo che venisse fuori un lavoro veloce, non iperprodotto e affollato di strati sonori, ma che mantenesse il sapore un po’ crudo delle canzoni mentre nascono, e credo proprio di esserci riuscito”. Ma se c’è una novità in “Lorenzo 2015 CC.” sta nella scrittura dei testi. “Questa volta ho voluto provare a scrivere in maniera narrativa, lavorando in maniera metodica, come uno scrittore, a una certa ora mi metto lì e scrivo. Cerco sempre di scrivere rap, perché ogni volta voglio scrivere un disco rap, poi però il metodo mi conduce spesso in territori inesplorati e così finisco col fare dischi che vanno contro la mia volontà, dove non scelgo una direzione, ma la direzione mi attraversa. Insomma, sono un po’ come gli anziani che guardano i lavori in corso, solo che i lavori in corso li sto facendo io”, ha raccontato Lorenzo, che dal 20 giugno tornerà a fare ballare la sua tribù con il tour “Lorenzo negli Stadi 2015”.