Justin Foley (Killswitch Engage)

2 febbraio 2007

In occasione della data italiana di Milano, di ritorno da un breve giro nel centro di Milano, facciamo 2 chiacchiere con Justin Foley, batterista dei KsE, in attesa di vederlo dietro le pelli allo show di questa sera al Transilvania.

Cosa vi ha influenzato di più durante la composizione del nuovo album?
La maggiore influenza se vuoi chiamarla così è stato il rivederci e riunirci di nuovo dopo aver fatto un periodo di pausa, fare tour è grandioso solo che quando passano dei mesi senti il bisogno di staccare la spina per un po’, tornare a sentirti una persona normale. Ci siamo sentiti belli rinvigoriti e con voglia di ricominciare a comporre e infatti il processo è stato davvero veloce.

A tal proposito, quanto tempo ci avete messo?
In sole 2 settimane abbiamo scritto tutti i pezzi, mentre per registrare 2 mesi circa…In totale quindi 3 mesi da quando ci siamo ritrovati dopo la pausa a quando abbiamo finito in sala, davvero ridicolo quanto veloce abbiamo fatto! Secondo me questa rapidità trova la sua spiegazione perché appunto eravamo tutti freschi, col precedente cd ci abbiamo messo molto di più, una canzone qui, una là…di solito siamo più dispersivi, invece stavolta è avvenuto l’esatto contrario, cosa molto inusuale per noi.

Chi ha contribuito maggiormente alla stesura?
Devo dire che è stato molto bilanciato, certe volte Adam poneva le basi e poi ognuno buttava dentro qualcosa, altre volte invece le canzoni venivano scritte da tutti noi contemporaneamente.

A proposito, come stanno Howard e Adam?
Howard direi è guarito quasi completamente dall’infezione al petto. Adam invece sta “bene”, se si può dire bene dopo essere stato sottoposto a un’ intervento d’urgenza alla schiena; è appena tornato a casa ma dovrà stare fermo a letto per vari mesi in riposo forzato e recuperare le energie. Davvero spaventoso come possano capitare queste cose quando meno te lo aspetti.

Come si sta comportando Wichers (ex Soilwork) in sua vece?
È davvero grande, è sempre stato un nostro amico e si è subito offerto di dare una mano, è stata paradossalmente la migliore situazione possibile che poteva capitarci considerando cosa ci è successo, perdere Adam e trovare lui. Davvero incredibile che abbiamo perso pochissime date in proporzione alla gravità della situazione, quando è successo eravamo nella prospettiva di cancellare l’intero tour.

Come stanno reagendo i fan con “As daylight dies”? Lo accolgono bene?
Per ora le impressioni live sembrano positive i ragazzi approvano; non è sempre la stessa cosa rispetta a quando suoniamo i nostri pezzi più conosciuti, ma per ora i responsi sono incoraggianti.

Una domanda più personale ora, c’è qualche gruppo che desidereresti supportare o suonare insieme?
Personalmente direi i Meshuggah, ci abbiamo fatto un festival insieme, credo fosse in Francia, ma mai un vero tour completo. Per me sarebbe grandioso, sono delle persone davvero piene di talento, ma sarei anche molto imbarazzato a suonare nello stesso tour, sia fossimo da supporto o il main act li guarderei e non suonerei (ride), forse li seguirei solo nel tour (ride).

Come è venuta questa idea di fare un tour con i “The Haunted”?
Quando è stato il momento di scegliere il nostro supporto molti ce li hanno suggeriti dicendo che erano bravi e simpatici ragazzi, quindi abbiamo deciso di prenderli con noi, optare per un gruppo che non ti sta simpatico e passare mesi litigando non è il massimo. Sostituire i “bury your dead” invece è stato più complicato perché hanno disdetto proprio all’ultimo, ma devo dire che il gruppo “rimpiazzo” se la sta cavando davvero bene.

N.B.

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