Ketty Passa ci presenta “#CANTAKETTYPASSA” il suo nuovo disco uscito il 2 aprile 2013 e inciso insieme alla sua band Toxic Tuna. L’album dall’atmosfera pop con venature ska e reggae, vanta importanti collaborazioni tra cui Ferdi, batterista dei Casino Royale e dei Giuliano Palma & The Bluebeaters, il cantante reggae KG Man, Max Zanotti, ex leader dei Deasonika, Mattia Boschi dei Marta sui Tubi al violoncello e Olly Riva, cantante degli Shandon e dei The Fire che, oltre a prendere parte ai cori, è anche il produttore artistico dell’album.
Quali sono state le tempistiche in termini di songwriting e recording necessarie per la realizzazione di “#CANTAKETTYPASSA”?
Il disco nasce come sorta di “autoguarigione psicologica”, per cui non c’è stato un progetto studiato a tavolino con tempistiche o scadenze, il bisogno di scrivere era così intenso che il disco è nato in 6 mesi. L’unico tempo a cui abbiamo dovuto far fronte è stato quello di cercare e trovare una struttura che ci appoggiasse, in seguito all’aver “partorito il pargolo”, infatti dalla registrazione nel 2011 abbiamo atteso un anno prima dell’uscita.
Quale brano interno al disco ti rappresenta maggiormente? O più semplicemente è il tuo preferito?
Facciamo che rispondo ad entrambe le domande: la mia canzone preferita è “Ultimo Tango”, per il pathos che siamo riusciti a comunicare e per l’atmosfera adatta ad ospitare quel testo; cantarla è sempre un’emozione. Il brano “Criminale”, d’altra parte, mi rappresenta al 100 per 100. In “Criminale” c’è l’inizio di “#CANTAKETTYPASSA”, quello che è stato il motore di tutto questo percorso.
Come riesci a coniugare i molteplici impegni che hai con l’attività con i Toxic Tuna? Come si coniuga l’approccio maggiormente pop che hai in #CANTAKETTYPASSA rispetto ai tuoi “ruoli” più rockettari di Rock n Roll Radio?
Non l’ho ancora capito, anzi, credo sia assurdo pensare che se canti e scrivi pop sia un affronto ascoltare i Nirvana o i Nofx. É talmente semplice: essere rock è uno status quo, a prescindere dalle chitarre distorte che metti nel creare le tue canzoni. In più, amo il rock’n’roll, lo conosco nei minimi dettagli e ci lavoro molto facilmente ma ho uno spirito molto romantico e malinconico. Sono molto riflessiva e cervellotica, ed amo profondamente la mia lingua ed il mio Paese, ad esclusione della nostra politica. Amo le melodie, il cantautorato italiano ed amo scrivere, quindi è per me naturale creare musica su questa strada e scrivere qualcosa di vero, piuttosto che fare il pop rock italiano che viene bene a 1 su 20, sulla scia di quei gruppi “ex cover-band” studiati a tavolino.
Qual è nei tuoi progetti futuri il tuo desiderio più grande? L’obiettivo più prossimo invece che vedi più vicino?
Quello di suonare questo disco live nella maggior parte dei capoluoghi italiani, in qualunque forma o modalità. Io voglio stare sul palco e sentire l’energia della gente, mi nutro di quella da sempre. Preferirei prendere uova e pomodori piuttosto che non aver fatto ascoltare quella che è “la farina del mio sacco”. Abbiamo già qualche data in corso, per i dettagli venite a trovarmi su kettypassa.it.
Come si coniuga l’attività “multitasking” di un musicista/dj nel 2013 e internamente al periodo di recessione economica che ci tocca da vicino?
Malissimo, bisogna crederci davvero tanto. In questa fase vince chi si butta nello scatolone dei Reality incentrati sulla musica non inedita, per poi vendere qualche disco e sparire nello spazio come meteore. Davvero in pochi ce la fanno tramite la TV, e in più, dopo essere stato dimenticato, resti comunque segnato professionalmente da quell’esperienza. Io invece preferisco continuare su un’altra strada. Io ci credo, non guadagno come vorrei ma seguo la strada della verità artistica che prima o poi da qualche parte arriva, sempre. “Chi non osa non speri in nulla”.