Incontrare una delle pochissime rockstar nate sul finire degli anni novanta non è roba da tutti i giorni. Come dite? Sì rockstar, benché remixi, scratchi, prenda spunto, copi eccetera eccetera, ma l’attitudine non si prende in prestito, e Kid Rock di questa caratteristica ne ha a pacchi.
Riuniti in una sala dello sciccosissimo Park Hyatt di Milano con altri colleghi giornalisti, abbiamo partecipato alla divertente conferenza stampa dell’autore di “Rock N Roll Jesus”, disco del 2007.
4 novembre 2008
Inevitabile, visto anche il periodo, che la domanda d’apertura fosse sulle elezioni americane: “C’è una grande attesa per queste elezioni, ci sono sempre due fazioni che si contrappongono e nessuno vuole che da una parte l’America sia governata da degli hippies che si fanno le canne (alza la mano sinistra, ndr) o dall’altra da chi usa una Bibbia come legge ed è un fanatico religioso (alza la destra, ndr). Chiaramente questi sono i due estremi al cui interno si muovono i candidati, io ho a malapena ottenuto il diploma e non ho la formazione adatta per discutere di politica o dare un giudizio sui due che si sfidano alle elezioni. Ho chiaramente le mie idee ma ne parlo con i miei familiari e non mi sogno minimamente di mettere in pubblico le mie preferenze. Ciò che posso dirvi senza timore di smentita è che mi auguro che finalmente la gente abbia lo spazio che si merita nella politica; inoltre chiunque vincerà avrà il mio supporto al 100%, anche se non è quello per cui ho votato io. Chi vince rappresenta tutti gli Americani, non solo i propri elettori.” Un Kid Rock patriottico e molto legato alla propria nazione, un sentimento che emerge ancora di più quando gli viene chiesto del Natale che ha passato l’anno scorso insieme ai soldati a Stelle e Strisce in Iraq: “Questo del 2009 sarà il terzo Natale che trascorro con loro, molti li vedono come assassini ma sono dei ragazzi che hanno come curiosità principale di scoprire chi vincerà American Idol quest’anno! Come mi disse un generale una volta: noi non siamo degli esecutori di diplomazia, siamo semplici esecutori di direttive che arrivano dall’alto, noi dobbiamo agire e basta. Non so se la militarizzazione e gli anni del governo di Bush siano stati buoni, da quanto si è visto le cose in effetti non sono andate bene, ma come ho già detto prima non sono in grado di parlare con attendibilità di queste cose, io mi limito a supportare come posso chi sacrifica la propria vita per il proprio paese, spero che prima o poi il mondo capisca che la nostra nazione non è solo una combriccola di guerrafondai ma una delle più generose e accoglienti che esistono.”
Fortunatamente si è parlato anche di musica, anche se molti dei convenuti, sicuramente a causa della propria elevata passione per la musica o a causa dell’effettiva enorme qualità intrinseca come giornalisti musicali, hanno preferito continuare a chiedergli di Pamela Anderson e affini (l’argomento delle nozze con la Bagnina per antonomasia è stato liquidato da Kid Rock con un elegante “Ero troppo ubriaco quel giorno”, ndr); noi, dopo la doverosa parentesi iniziale dedicata a quello che comunque è un tema di strettissima attualità, torniamo a bomba sul pezzo.
“Ho iniziato la mia carriera come Dj nelle bettole della Detroit nera, non mi piaceva andare nei club con la musica truzza (imita il beat classico della techno, ndr) e quindi mi intrattenevo imparando a scratch are e a mixare pezzi. Il giro principale di Sweet Home Alabama tornava spesso fuori, ed è stato naturale utilizzarlo per un pezzo del nuovo disco (parla di “All Summer Long”, mega hit da heavy rotation in radio e tv negli ultimi mesi, ndr). Molti miei pezzi sono nati così, anzi la mia base di blues si è contaminata spesso con l’hip hop, musica che per quanto mi riguarda ha molte affinità col blues appunto, proprio perché ha sconvolto molte delle carte in tavola in ambito musicale esattamente come il blues molti anni fa. Il mio primo disco era molto più urlato e cattivo rispetto a “Rock N Roll Jesus”, all’epoca ero un American Cowboy, un Badass, un Devil Without A Cause, avevo bisogno di farmi sentire, di far sì che più persone potessero essere raggiunte da questo messaggio diretto e senza giri di parole: fanculo vado a sfondare su Billboard! My name is Kiiiid (e chi se lo scorda quell’urlo dopo il quale partiva il riff principale di “Sad But True”?, ndr)! Chiaramente col tempo sono cresciuto come uomo e come musicista, molte cose sono cambiate e quest’ultimo lavoro è sicuramente quello più influenzato dalla musica country e dal rock americano di Bob Seger, le mie radici. Adoro suonare pezzi blues, di Bob Seger, di Chuck Berry, Fats Domino (il suo idolo numero uno è sicuramente Bob Seger ma è chiaro come Kid abbia una sorta di venerazione anche per Fats Domino, ndr)…Mi piace la buona musica, e ho cercato di dimostrarlo in “Rock N Roll Jesus”. Ognuno può farsi di me l’idea che preferisce: posso essere un artista maledetto, che ama il casino e che è schiavo dell’alcool, della droga e del sesso, posso essere un semplice cantante di rock e blues, oppure posso semplicemente essere ciò che sono, ovvero un appassionato di musica che ha la possibilità di poterla suonare come mestiere principale di una vita fortunata.”
Insiste molto su Bob Seger e sull’influenza che ha avuto sul suo percorso e sulla portata storica del musicista. “Bob Seger è il Re di Detroit. Non io, non Eminem, non Alice Cooper, non i Kiss, lui Bob Seger. E’ una persona incredibile, di una semplicità fantastica, lui vive ancora dove è nato, è fuori dalle scene ora perché si sta godendo i soldi che si è guadagnato, non se li è fatti fuori tutti come altri. Io ho avuto la fortuna di avere lo stesso manager suo, l’ho conosciuto, è stato incredibile, una fonte d’ispirazione continua!”
Interessante la sua versione sui fatti riguardo il dibattito filesharing/download: “Sono a favore delle novità e dell’innovazione, mi cambia abbastanza poco se una persona scarica gratis i miei dischi, magari gli piacciono e viene ai concerti. La cosa che invece mi infastidisce è non avere controllo su mercati tipo I-Tunes dove tutto è a 99 centesimi. Io potrei decidere di vendere però il nuovo singolo a 1 dollaro e cinquanta regalando due pezzi dal mio vecchio catalogo. Mi manca la libertà d’agire, se non ce l’ho m’incazzo e ho il dovero di andare contro la massa o quello che vogliono gli altri! Sono comunque un ribelle, se tutti dicono che così va bene per me va malissimo, se la gente va da una parte, io corro dall’altra! Mi sembra anche sbagliato che tutto costi 99 centesimi: Born In The Usa di Springsteen non può costare quanto l’ultimo singolo della band di sbarbati che abitino vicino a casa mia che è al primo disco! Poi a me cambia poco ripeto, sono fortunato a esser ricco di mio, l’importante è che si diffonda la buona musica. Ho fatto un video su youtube ironico e dissacrante, ma anche per far riflettere un attimo la gente: vuoi il disco di Kid Rock? Rubalo, di sicuro non divento più povero. Hai bisogno di un maglione? Ruba un maglione di Tommy Hilfiger, di sicuro a lui non cambia non vendere un maglione. Ti serve un nuovo laptop? Un pc? Rubalo, Steve Jobs e Bill Gates non diventano poveri per questo…”
Un fiume in piena il “ragazzo”, voce roca, oro addosso per un quattrocentomila euro (stima a spanne, ndr) e occhialoni da sole che mascherano occhiaie presumibilmente simili a valige Roncato Sfera: “non sono il tipo che si alza presto per le conferenze stampa, vero?”…