Ligabue torna in concerto a Campovolo il 19 settembre 2015 per i 25 anni di carriera

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Oggi è il Liga day: niente candeline e torte al sapore recondito degli ennemila spumanti – o Lambrusco – bevuti. Oggi è il Liga Day innanzitutto perché il 7 maggio del 1990 in radio risuonava “Sogni di rock’n’roll”, l’album “Ligabue” veniva dato alle stampe e una quattordicenne un po’ paesana la cantava senza sosta nel tragitto in pullman che la portava verso la città. Venticinque anni dopo Luciano decide di coronare questa data aprendo le prevendite dei biglietti per un mastodontico evento a Campovolo, che si terrà il 19 settembre 2015.

Come se non fosse già abbastanza sapere che il tutto inizierà il giorno prima con “Aspettando Ligabue“, per una sorta di maratona del beniamino emiliano, Luciano decide che ogni persona che acquisterà il suo biglietto, riceverà in regalo una Special Box Campovolo 2015. Il contenuto? Ora io non vorrei svelarvelo, ma visto che sono curiosa e a Natale cerco sempre di scartare i miei regali con qualche giorno di anticipo, è presto detto: un dvd con i videoclip di “C’è sempre una canzone”, “Balliamo sul Mondo”, “Certe Notti” e i filmati degli ultimi due eseguiti live durante il Mondovisione Tour; un biglietto memorabilia per entrare nel cuore dell’evento e ricevere contenuti esclusivi dal backstage; la ristampa di due cartoline ufficiali e tre cartoline live, un booklet di quaranta pagine con i racconti della nascita di “Ligabue” e di “Buon Compleanno Elvis”.

Andiamo con ordine: arrivare a Campovolo vuol dire già respirare quel Lambrusco e pop corn che molti conoscono. Ciò che ti accoglie in mezzo al nero della notte e una luna offuscata, è una strada buia. Ad un tratto, come un’esplosione pirotecnica, si accendono i led raffiguranti le copertine dei dischi di Luciano e per ognuno risuona il brano apripista. Un cammino dagli esordi sino ad ora quando, svoltato “Giro del mondo”, ti si para di fronte un piccolo palco. Lì arriva lui, il festeggiato per indiretta specie: Luciano Ligabue. Armato di chitarra ammutolisce tutti mentre le canta “Sogni di rock’n’roll”, “Certe Notti” e “C’è sempre una canzone”. Pensi che sia già tutto perfetto così, ma così non è abbastanza per il cantautore dal timbro inconfondibile. Ligabue ha voglia di raccontarsi e spiegare il motivo per cui il terzo Campovolo sarà il concerto più lungo di sempre, con una durata di cinque ore.

Il 18 settembre, “Aspettando Ligabue” sarà un momento di aggregazione a cui i fan di Luciano sono ormai abituati, ci sarà uno spazio con sei mongolfiere messo a disposizione dei presenti e una Liga Story per ripercorrere le sue tappe”, tuona Ferdinando Salzano. Il 19 Luciano suonerà interamente “Ligabue” con i Clandestino, “Buon Compleanno Elvis” con la Banda e tutto il meglio di “Giro del mondo” con il Gruppo. “Sarà una serata unica perché non ho mai suonato integralmente i primi due dischi. L’idea nasce dal voler far sì che si possano ascoltare anche quei brani che durante i live sono sempre stati nascosti,” dice un sorridente Ligabue.

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La canzone da cui è cominciato tutto è “Sogni di rock’n’roll”, mi attenevo a un mondo piccolo ma vero. Sono stato un amante del rock progressivo e dei cantautori. Ho iniziato componendo musiche inutilmente complesse e scrivendo testi pretenziosi, emulando qualcosa che già c’era. “Sogni di rock’n’roll” è nata una domenica mentre raccontavo un sabato sera tra amici ed è stata la prima canzone compatta. Ho capito che dovevo usare un linguaggio comune e mi piace pensare che è proprio in quello che si nasconda la poetica. Tutti gli altri brani sono in qualche modo dei figliocci di questo. In venticinque anni sono cambiato molto, io in primis come essere umano. Ho iniziato la mia carriera nell’incoscienza totale, man mano ho sentito la responsabilità di come il pubblico sente e percepisce i miei brani. Ho meno pudore di prima sicuramente, mentre agli esordi mi mascheravo dietro a personaggi, ora parlo in prima persona”.

Ripercorrendo a ritroso la sua carriera, Ligabue ricorda ancora il momento in cui si è detto “ho svoltato”: “me ne sono accorto al mio primo concerto fuori dall’Emilia. Ero al Rocktober Fest di Alessandria, avevo il gruppo di supporto, gli Statuto, che avevano già pubblicato tre album e mi sembrava strano che suonassero prima di me. Nelle prime venti file tutti sapevano le mie canzoni a memoria. Ecco, in quel momento ho capito la potenza delle canzoni e la responsabilità che ne consegue” .

Venticinque anni di carriera implicano anche qualche ovvio scivolone: “Gli scivoloni commessi sono sempre stati evidenti e chiari e credo anche di essermeli meritati. Ho una tendenza di pensiero per cui la canzone debba essere popolare e arrivare alla gente. Per tale visione, il più clamoroso passo falso furono “Sopravvissuti e Sopravviventi” e “Miss Mondo”, nonostante siano stati degli scivoloni intenzionali. Dopo “Buon Compleanno Elvis” ho sofferto una crisi di identità e volevo raccontare la punta amara del successo, un argomento molto impopolare. Quando le cose vanno male, ricevi inevitabilmente meno chiamate, eppure anche quella solitudine è necessaria. Fare quel giro del mondo è stato un viaggio della libertà: tornare a suonare nei club con cinquecento persone è stato un tornare indietro nel tempo e permette di cambiare le aspettative. Ho sempre la speranza che ad ogni nuovo disco ci sia un nuovo Ligabue. Al di là delle scelte sonore, l’importante è l’urgenza di dire qualcosa: le canzoni che entrano nei miei dischi rispondono a questa prerogativa”.

Dopo venticinque anni viene naturale chiedersi se vale di più restare veri o cercare una strada che funzioni, eppure Luciano è sicuro che con la musica non si riesca mai ad ingannare le persone: “Fortunatamente, chi fa il furbo ha un brano che dura un’estate. Questo è il mistero delle canzoni dove il giudice è chiaro: il pubblico. Ad un certo punto è successo che oltre alla musica, ha subito un impoverimento anche lo scrivere di musica. Io so cosa voglia dire alimentarsi di musica ed ora ammetto che mi alimento male, in modo meno approfondito rispetto ad una volta. La musica lancia dei bengala, purtroppo però è sempre più difficile lasciare il tempo di vederne l’effetto. Mi piace salvaguardare la musica creata , per questo ho pensato a due making of di “Ligabue” e “Buon Compleanno Elvis” anche per ricordare chi tra noi non c’è più. L’idea è di far parlare chi c’era, raccontare le emozioni, ricordi. Il primo devo farlo io per forza, per il secondo spero di trovare un autore”.

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