I nuovi fenomeni del rap italiano non vengono solo dai talent show televisivi, anche se tra MTV Spit! e Amici i casi non mancano. Per molti il percorso parte dai mixtape e dagli EP autoprodotti, dai video su Youtube e dalle etichette indipendenti. Tra questi uno degli mc che ultimamente si sta facendo più notare è LowLow, che con i suoi video sta raggiungendo numeri da professionista e che con l’EP “Scusate per il sangue”, realizzato in collaborazione con Mostro e pubblicato con Honiro Label, è entrato dritto nella top ten FIMI nella sua settimana d’esordio. Mica roba da poco, insomma. Incuriositi dal suo caso, abbiamo pensato di parlarne con il diretto interessato.
Quando e come hai cominciato a fare rap?
Ho cominciato a 13 anni, facevo freestyle da due settimane e mi sono iscritto
al Da Bomb… il resto è storia!
Come è nata la collaborazione con Mostro?
A un certo punto della nostra carriera eravamo arrivati a un livello tale da poter fondere i nostri stili e creare qualcosa di innovativo. E questo qualcosa è stato il disco “Scusate per il Sangue”
Come sei arrivato a Honiro?
Ho avuto diverse proposte ma ho scelto una realtà di Roma per poterci lavorare a stretto contatto e devo dire che la nostra sintonia è al massimo.
Che cosa racconti in questo tuo EP “Scusate per il sangue”?
“Scusate per il Sangue” può essere letto su più livelli: lo puoi interpretare come un’acrobazia lirica e uno sfoggio di tecnica e flow che sfocia nell’ossessività delle rime e delle immagini o come la visione distorta della realtà di due giovani artisti in preda al delirio e alla voglia di raccontarsi.
Su Youtube hai un numero notevole di visualizzazioni: è stato un successo studiato oppure inaspettato?
Io ho sempre puntato al top, ma ultimamente stanno succedendo un sacco di cose inaspettate, stiamo cominciando a finire sui giornali e i nostri numeri stanno crescendo esponenzialmente. Non posso che ringraziare per come sta andando.
I video dei tuoi pezzi sono di qualità professionale: con chi hai lavorato per realizzarli?
Emanuele Pisano è il nostro regista, abbiamo un feeling da paura, è quasi un direttore artistico.
Quali sono i tuoi punti di riferimento nell’hip hop italiano?
I miei punti di riferimento vengono dall hip hop americano: io mi ispiro ai grandi liricisti, senza fare distinzioni di periodo storico, nuova scuola/vecchia scuola, East Coast/West Coast. Se devo dirti qualche nome: Lil Wayne, Eminem, Kendrik Lamar, Andrè 3000.
Pensi che il momento d’oro dell’hip hop sia solo dovuto a una moda passeggera o sia destinato a continuare?
Il rap crescerà sempre di più… siamo inarrestabili!
Un sogno che sei riuscito a concretizzare e uno che vorresti realizzare?
Sono finito primo in classifica generale davanti ad artisti che ho sempre ascoltato, ma vorrei avere una fontata di Red Bull in studio e ancora non ce l’ho… ahahah!