Abbiamo scambiato qualche battuta con Luca Ferrari, cantante romano giunto al terzo album in carriera. Ci spiega perché secondo lui la vita di oggi è troppo frenetica e perché la grande canzone italiana sembra quasi scomparsa.
“Running” è il titolo del tuo nuovo disco: cosa volevi comunicare a chi ti segue scegliendo un titolo simile? Oppure c’è un concept più profondo che si cela dietro questa scelta?
“Running” è uno “spaccato” del nostro quotidiano, corriamo tutti dalla mattina alla sera…e questo secondo me è un “vortice” dal quale sta diventando difficile uscirne. Il concetto più profondo che si cela dietro “Running” è proprio quello di riappropriarci di noi stessi; cioè sedersi un attimo, volersi più bene e capirci di più se poi vogliamo essere capiti dagli altri…concetto che canto nella canzone “E’ già settembre”: “Ricominciare e respirare…”.
A quale brano sei maggiormente legato? Qual è quello che ti ha richiesto più sforzi in sede di registrazione? Hai lasciato indietro del materiale dalla tracklist definitiva?
Sono legato a tutti e 11 i brani in quanto in ogni canzone c’è una parte di me, ma quella che sento più “aderente ” a me è “Trenini di latta”, dove canto il piacere, il gusto, la voglia di lasciare tutto così com’è, scendere dal metrò e andare verso una nuova avventura, con la grinta e il coraggio di chi vuole farcela davvero, stati d’animo che ritrovo in me ogni volta che salgo sul palcoscenico…Sugli sforzi fatti per registrare i brani: in studio diciamo tutti e nessuno, nel senso che li ho cantati tutti in presa diretta; l’importante è avere la voce, la tecnica e l’anima, ma soprattutto direi proprio l’anima, senza di essa non esiste la comunicazione. Le canzoni devono assolutamente “arrivare” a chi le ascolta secondo me, e io ce l’ho messa tutta affinché questo possa accadere. E no, assolutamente non ho lasciato nulla indietro.
Dove sta correndo attualmente la musica? In un periodo di talent show e successo effimero la corsa della musica di qualità è ormai senza traguardi?
Bellissima domanda! Secondo me la musica non sta correndo da nessuna parte purtroppo, anzi la trovo completamente ferma non ci sono idee nuove, arrangiamenti, suoni ecc…è tutto più o meno abbastanza piatto, dove sono gli autori che hanno fatto grande la musica Italiana? Non dimentichiamoci che se sono esistite belle canzoni in passato è perché importanti autori le hanno scritte vediamo Lavezzi, Fossati ecc…Dico una cosa a nome di tutti “noi” cantanti in generale, se non avessimo un team di persone che lavora per noi, autori, produttori e discografici noi non esisteremmo proprio. Hai detto bene, “successo effimero”, infatti è proprio così, io penso e credo che la musica di qualità è piena di traguardi o meglio sarebbe piena di traguardi se si facesse ancora, le radio possono passare una canzone anche 20 volte al giorno ma questo non significa che il pubblico è sordo oppure scemo, le persone sanno distinguere, sanno capire quando è solo un fatto di business, il che è fondamentale certo, però non può essere SOLO business; a questo va aggiunto comunque un discorso artistico come è sempre stato fino a oggi, ce lo insegnano i vari Baglioni, Vasco Rossi, Renato Zero, Ligabue e tantissimi altri grandi artisti che abbiamo che hanno sempre fatto un discorso di qualità e ovviamente anche di business essendo tali.
Sei del ’66 ma hai già visto diverse cose nella tua vita. Facendo un rapido percorso a ritroso, riesci a individuare e raccontarci qual è stato il momento migliore e quello peggiore della tua carriera artistica?
Il momento migliore è sicuramente questo; sto vivendo un periodo bellissimo della mia vita, ho realizzato un disco del quale sono contento al 100%, è tutto ciò che da sempre ho sognato e voluto con tutto me stesso. “Luca Ferrari” da quello che era solo un mio “Timido sogno” da sognare da me è diventato una realtà da vivere e condividere con il pubblico che inizia a conoscermi, a capirmi e questa è la cosa più bella che mi potesse capitare. Come dicevo prima in questo “Grazie” voglio racchiudere il mio produttore Vlady Tosetto, l’autrice Franca Evangelisti e il mio discografico Demetrio Chiappa per la Freecom. Il momento peggiore invece è stato quello che ha anticipato la conoscenza con il maestro Vlady Tosetto, nel senso che dopo passati abbastanza burrascosi nel mondo della musica leggera volevo lasciare perdere definitivamente il discorso artistico e magari occuparmi di altri campi; è stato quello il momento peggiore in assoluto.
Qual è, se ti è rimasto, un sogno nel cassetto ancora da realizzare?
Si certo, ne ho molti ancora di sogni da realizzare. Certo questo, ripeto, è stato il primo in assoluto, però ora sarebbe un sogno per me portare la mia musica nei teatri Italiani, creare tipo un musical non un concerto fine a se stesso ma uno spettacolo vero e proprio.
Che consiglio daresti a un giovane musicista o a una giovane band che si appresta ad entrare nel mondo del music business?
Consiglio di non mollare mai!!! Ma proprio mai soprattutto quando vi dicono “eh….c’è la crisi discografica è dura riuscire…” oppure “…ma lascia perdere è un campo difficile”…ecco ripeto non scoraggiatevi, fatevi ascoltare da personaggi importanti nel mondo della musica e non date mai soldi a chi vi promette il successo…quello non si compra mai ma si conquista giorno per giorno sul campo, anzi sul palco!