Marco Mengoni presenta “Le cose che non ho”: “Utilizzo la musica per cercare la libertà artistica, umana e personale”

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Sono passati solo undici mesi dall’uscita di “Parole in circolo” e dall’inizio di un’avventura artistica e umana, che oggi Marco Mengoni suggella con la pubblicazione del secondo capitolo della sua “playlist in divenire”: “Le cose che non ho”. Undici mesi che hanno tutto il sapore della consacrazione per il cantautore di Ronciglione. I numeri sono quelli del triplo platino di “Parole in circolo” e dei tre singoli estratti da novembre ad oggi, “Guerriero”, quattro volte platino con quasi 40 milioni di views, “Esseri umani”, platino, “Io ti aspetto”, platino. Un gran momento, insomma, confermato dal successo del primo singolo estratto dal nuovo album, “Ti ho voluto bene veramente”, scritto a quattro mani con Fortunato Zampaglione, coautore anche di “Guerriero”, e che in sole sei settimane ha raggiunto i 3 milioni di streaming su Spotify. Se a tutto questo si aggiungono il titolo di personaggio con maggiore “sentimento positivo” del web, riconosciutogli in Senato dal garante per l’infanzia e l’adolescenza Vincenzo Spadafora, e il fatto che sia stato scelto da Shazam per il primo Artist Account italiano e da Twitter per inaugurare la Blue Room nel nostro Paese, viene sì da chiedergli se ci sono ancora cose che non ha! “Ovviamente si”, ha spiegato lui in conferenza stampa a Milano, “perché più si va avanti con gli anni, più si hanno esigenze diverse, quindi si è sempre alla ricerca di un qualcosa, un miglioramento, un accrescimento. Sicuramente una delle cose che mi fa più incavolare è che in questa vita così veloce io non riesca molte volte a fermarmi e a godermi il presente. Questa è l’unica cosa che sento veramente di non avere in questo momento”.

E proprio dalla necessità di guardarsi un attimo dentro e di trovare il modo di godere del presente e dei piccoli gesti della quotidianità prende le mosse questo nuovo album, nel quale rimangono al contempo centrali i grandi temi della libertà e dell’umanità, già presenti in “Parole in Circolo”. “Potremmo stare qui mesi a parlare di libertà, è sempre molto difficile utilizzare questa parola e descriverla. Per quanto riguarda il mio mestiere, mi sento ogni anno e ogni mese più libero di esprimermi e andare nelle direzioni che voglio prendere. Canto di tutto quello che mi ha dato un brivido, quindi riesco ad avere una libertà nell’esprimere le emozioni e nel descrivere gli input che ho avuto in questi mesi e in questi anni. Poi ovviamente la libertà è sempre un po’ corrotta da questo mondo e dai limiti che abbiamo, non saremo mai del tutto liberi, ma sicuramente lavorerò finché avrò modo e forza in questa direzione e quindi utilizzerò la musica anche per cercare la libertà artistica, umana, personale e di cittadino”. In particolare c’è una canzone nel disco, che porta un titolo importante, “Parole in circolo”, un vero e proprio manifesto di questo progetto, nella quale “si parla di libertà e di camminare al fianco di persone che lottano per i propri diritti. Ovviamente sono vicino a tutti coloro che hanno reso questa società più giusta e pacifica, parlo di Luther King, Gandhi e ce ne sarebbero moltissimi altri. Questo disco esce in un momento storico molto delicato e sono contento di avere alzato un po’ gli occhi, essere cresciuto e aver parlato di amore. Non saprei scrivere d’altro, perché in fondo si vive di emozioni”, ha raccontato Mengoni.

Anche musicalmente questo nuovo lavoro, registrato tra Milano e Los Angeles, prosegue una direzione già intrapresa nel precedente e caratterizzata dagli arrangiamenti vocali, curati direttamente da Marco e riconoscibili oggi come suo vero e proprio marchio di fabbrica, anche delle undici tracce, che compongono un disco impreziosito da tante illustri collaborazioni. Tra i nomi di collaboratori storici come il produttore Michele Canova, Rory Di Benedetto, Ermal Meta, Dario Faini e il già citato Fortunato Zampaglione, spiccano quelli del Maestro Marco Tamburini, alla tromba in “Ad occhi chiusi” e di Giuliano Sangiorgi, “un amico, con cui non avevo mai avuto occasione di collaborare. Mi ha mandato un pezzo bellissimo all’inizio ma non era quello giusto per il mio disco. Poi dopo qualche mese mi ha inviato un brano piano e voce (“Solo due satelliti”, ndr), che ho capito subito essere una delle perline mancanti a questa collana e quindi è entrato a fare parte del disco, dopo essere stato un po’ stravolto, “mengonizzato”, ed è sicuramente uno dei pezzi più importanti”. Ma il dono più agognato è arrivato da un’artista internazionale, Sia Furler, che attorno alla voce di Marco ha disegnato “Rock Bottom”. “Credo che ci siano veramente poche parole per descriverla, è una delle cantautrici pop internazionali più importanti di questo momento sulla faccia della Terra. L’ho sempre ammirata e ho sempre spinto per una collaborazione. Sono contento che tutto il suo team e lei abbiano risposto a questa chiamata e che mi abbia dato un pezzo molto forte, che non ero neanche sicuro di riuscire a gestire. Ho provato anche a fare un adattamento in italiano del testo, ma per quello che dice tradurlo è praticamente impossibile, quindi ho tenuto il testo originale”.

Una gran bella soddisfazione, che si accompagna ai dati sulle vendite del #Mengonilive2016, il tour in partenza a fine aprile, che ha già visto raddoppiate le date di Roma, Milano e Verona, dove si concluderà nella splendida cornice dell’Arena (QUI il calendario completo del tour). E non finisce qui, perché il racconto di “Le cose che non ho”, troverà presto un completamento video in un cortometraggio ispirato dai brani dell’album.

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