Avremmo dovuto incontrarci nel backstage del Brianteo durante il Gods Of Metal, ma a causa di un contrattempo non ci siamo riusciti. A posteriori è andata sicuramente meglio così, dato che abbiamo intercettato il chitarrista pochi giorni dopo durante il suo mini clinic tour italiano.
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2 luglio 2009
“E’ un piacere essere qui, sabato al Gods Of Metal il pubblico è stato eccezionale, mi ha sorpreso: abbiamo proposto un sacco di pezzi che nessuno conosceva in Italia, abbiamo suonato J-Rock dall’inizio alla fine, eppure la folla si è comportata come se conoscesse i pezzi da sempre! Fantastico! Sono stato anche contento che ci sia stata questa grande risposta all’accenno di Tornado Of Souls, davvero una bella esperienza!”
“Sì c’è un nuovo mio disco uscito da non molto in Giappone (Tokyo Jukebox), ma non so ancora quando potrà arrivare in Europa, spero entro la fine dell’anno ma non posso metterci la mano sul fuoco. Anche “Future Addict” non è mai arrivato da queste parti, ma effettivamente quello è un disco concepito solo per il mercato giapponese. Negli ultimi tre quattro anni in Giappone ho fatto tantissima televisione. Là molte persone mi conoscono solo per la televisione, non per la mia musica! In effetti l’idea dalla quale siamo partiti per fare il disco di cover (Future Addict, ndr) era quella di far conoscere al mio pubblico il mio passato, la mia carriera musicale insomma. La discografica mi ha detto ‘perché non prendi una parte delle tue canzoni preferite, le risuoniamo in una veste nuova per far conoscere al tuo pubblico la tua storia?’ Quindi ho preso alcuni dei miei brani preferiti, anche quelli molto vecchi dei Cacophony o degli Hawaii e li ho suonati nel modo in cui li vedo ora e in cui mi piace fare musica. Ho messo dietro al microfono quello che normalmente è il mio batterista Jeremy Colson, ha una timbrica che mi piace molto, dà un tono veramente punk ai pezzi! Non ha minimamente provato a suonare simile a Dave Mustaine o agli altri cantanti ori2ginali, ha cantato nella sua maniera e ha anche ovviamente suonato la batteria su tutti i pezzi, è un grande!”
“La cosa che più mi piace in assoluto della scena musicale giapponese è che non è suddivisa rigidamente in generi. La mia musica può essere definita metal, ma in Giappone può tranquillamente entrare nel filone pop benché suoni molto aggressiva e pesante. Di base in America e in Europa la musica pop non comprende sonorità così dure o aggressive, mentre in Giappone il pop li include, non ci sono canoni rigidi e conseguentemente puoi suonare ciò che preferisci senza farti problemi di appartenenza a uno o a un altro filone musicale, e tutto questo dà molta libertà compositiva, per me è una cosa molto importante.”
“Sono concentrato sulla musica giapponese, sul J-Pop, sul J-Rock perché finalmente sono riuscito a realizzare ciò che volevo fare da anni, anche quando ancora suonavo tutt’altra musica. Sono assorbito e impegnato al massimo in tutto questo, ho anche dei ruoli importanti in televisione e in generale nei media e quindi ho pochissimo tempo per staccarmi da tutto questo. Ma so bene che ci sono tante persone che mi hanno supportato da sempre anche fuori dal Giappone, in Italia, in Europa, in America, insomma voglio che queste persone sappiano che non mi sono dimenticato di loro nonostante sia impegnato al massimo in Asia. Ora come ora mi sento molto sicuro della band con cui giro, abbiamo fatto il Gods Of Metal, ora queste clinic, poi suoneremo in Russia, insomma l’idea di fare un tour molto lungo con tante città in Europa e in America sta prendendo forma e spero di realizzare tutto questo entro l’anno prossimo rimanendo così per un po’ lontano dal Giappone!”
“Fortunatamente non ho ancora raggiunto l’apice, il picco della mia carriera! A inizio anno un momento incredibile è stato quando mi sono esibito all’interno di un programma televisivo in cui avevo sempre sognato di suonare, il Kouhaku New Years special, uno show che esiste da tantissimi anni ed è un’istituzione da quelle parti, quindi è stato un sogno realizzato esserci come solista e un modo grandioso per cominciare il 2009. A essere sinceri credo che complessivamente la mia carriera sia stata costante, di non aver mai avuto picchi o baratri, tutto sommato è un bene, se becchi un disco che fa un successone tipo Nevermind dei Nirvana rischi d’andare fuori di testa. Ho avuto una crescita costante, ho venduto i miei dischi e fatto ciò che volevo, non giudico le cose solo dal punto di vista delle vendite ma dal punto di vista della soddisfazione personale. Quindi mi è difficile rispondere esaurientemente alla tua domanda!”