Max Pezzali [VIDEO]

4 giugno 2008

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È uscito il 23 maggio “Max Pezzali Live!2008”, il primo album live dell’artista, che raccoglie tutte le sue migliori performance dal vivo oltre a contenere i due inediti “Ritornerò” e “Mezzo pieno e mezzo vuoto”, primo singolo dell’album che sta passando in radio in questi giorni.
Un brano decisamente critico, in cui  Pezzali ha voluto esprimere in modo ironico la  sua diffidenza nei confronti dell’attenzione morbosa che i media rivolgono verso alcune tematiche scottanti come l’immigrazione, l’euro, il surriscaldamento climatico, il terrorismo islamico.
Tutti problemi che se strumentalizzati generano un’isteria collettiva tra la gente e che se guardati dalla parte del bicchiere mezzo vuoto non potranno essere mai veramente risolti.
È un periodo molto attivo per Max, che oltre a continuare a comporre musica si è dedicato recentemente alla scrittura di un romanzo (“Per prendersi una vita” ndr) e alla creazione di un photoblog.
L’abbiamo incontrato agli studi della Warner: ecco le nostre domande.

Domanda doverosa: ci puoi parlare di questo album?
È un disco dal vivo che raccoglie le esperienze di tanti anni di tour che non avevo mai deciso di registrare:volevo dare la testimonianza sia video che audio di 13 anni di mio lavoro nel campo musicale. L’album contiene inoltre due brani inediti.

“Mezzo pieno e mezzo vuoto” è un pezzo critico: credi ci sia troppo allarmismo mediatico su alcune questioni di attualità?
Ho cercato di ironizzare sul bombardamento mediatico a cui siamo sottoposti, su tutti quei gridi di allarme che vogliono farci credere che stiamo vivendo nel peggiore dei periodi mai esistiti.
Avendo 40 anni però un passato idilliaco non me lo ricordo: ogni suo decennio ha avuto i suoi problemi…e i problemi ci sono sempre stati!
Credo invece che al posto di creare tutto questo sensazionalismo e strumentalizzare le paure e le insicurezze si dovrebbe pensare davvero a cercare di risolvere questi problemi”.

Con “Ritornerò” sei tornato invece a parlare di amore…
È il classico lento d’amore in cui ho voluto parlare del grande amore, l’amore con la A maiuscola.
Ho composto questo pezzo nel periodo in cui scrivevo il mio romanzo, in cui mi sono calato nei panni di un giovane innamorato.
Mi sono chiesto perché tutte quelle sensazioni ed emozioni fortissime che si provano durante la giovinezza non si provino più col passare degli anni: ho capito che l’amore si trasforma, cambia volto…Il grande amore ritorna ma modificato.

Parliamo del romanzo: come ti è venuta l’idea?
Mi piaceva l’idea di raccontare l’esperienza di una giovinezza non idilliaca, volevo sfatare il mito dell’ adolescenza come periodo meraviglioso.
È una storia di amicizia totalizzante che è basata però su delle fragili fondamenta e che si svolge in un contesto rock, che è quello del fenomeno dei Clash, della figura di Joe Strummer.
Un personaggio che è stato l’emblema dell’anticonformismo anche nella morte tra virgolette “banale” che ha incontrato (cardiopatia congenita, ndr).
Da uno come lui ci si sarebbe magari aspettati una morte da overdose come Jimi Hendrix o Jim Morrison, un qualcosa di violento e tragico…invece se ne è andato cosi, come un semplice impiegato. È stato anche in questo il più trasgressivo di tutti.

Cos’è cambiato nel panorama musicale italiano da 15 anni in qua secondo te?
Ecco direi che più che altro…che non c’è più un panorama musicale italiano!
C’è ancora tanta voglia di suonare negli scantinati, di comunicare, di esprimersi ma non esiste un’industria musicale: è sempre più difficile sopravvivere a questo lavoro, c’è My Space, c’è internet, ci sono tanti modi per farsi conoscere ma non per emergere davvero.

Ho visto che anche tu hai un MySpace, e hai creato un photoblog…
Si io sono un grande entusiasta del web: credo che sia un grande strumento per comunicare. Ma deve rimanere un mezzo e non un fine.
Dev’essere un veicolo e bisogna stare attenti a non farlo diventare un fine: a quel punto non ci sarà più niente da raccontare.

V.L.

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