Mesmerize in uscita Paintropy il nuovo disco della band

I Mesmerize, realtà italiana sulle scene da diversi anni, stanno per rilasciare ufficialmente il loro nuovo album “Paintropy”. Dopo l’ascolto in anteprima del lavoro abbiamo avuto modo di scambiare qualche parola con la band, che ci ha fornito una valanga di informazioni sul disco in questione. Ciao, e a nome della redazione e dei lettori di Outune, grazie per il tempo che ci state dedicando. Per cominciare vorrei sapere qualcosa sul vostro nuovo disco, fresco di registrazione. Come mai avete lasciato passare otto anni dalla precedente release?
Ciao Corrado, e grazie a voi per lo spazio che ci state concedendo! Sì, sono passati otto anni, per una serie di motivi…il principale è stato che ci siamo dedicati a fare figli, più che a fare dischi! Eheheheh! Al di là degli scherzi, in questo periodo abbiamo davvero tutti quanti ampliato le nostre famiglie: a dicembre, con l’arrivo dell’ultima arrivata (mia figlia Alessia), siamo arrivati a quota nove pargoli! Tutto ciò è una cosa ovviamente splendida, ma che altrettanto logicamente essere genitori riduce in maniera drastica il tempo libero a disposizione per i propri hobby, come appunto la band! Peraltro, in questi otto anni non ci siamo mai davvero “fermati”: abbiamo infatti continuato a scrivere nuova musica, e fare qualche concerto di tanto in tanto…Diciamo che abbiamo solo avuto dei ritmi più “dilatati” di prima, ritmi che comunque sono stati utilissimi per evolvere il nostro sound, lavorandoci sopra fin nei minimi particolari, fino ad arrivare a quello che proponiamo adesso, ossia un metal molto più thrash che in passato, e brani molto più ficcanti!

Avete scelto un titolo particolare per il nuovo disco. Cosa significa “Paintropy”?
Il neologismo “Paintropy” è una parola che unisce i concetti di dolore (pain) ed entropia (entropy), e vuole rappresentare uno stato mentale di caos doloroso, dovuto a un’accumularsi di eventi o emozioni negative. La scelta di questo titolo è dovuta al fatto che, nel momento in cui ci siamo messi lì a deciderlo, abbiamo notato come un po’ tutti i testi scritti fino a quel punto avessero un comune filo conduttore: il dolore, che può portare odio e rabbia, così come anche disillusione e disperazione. Il concetto di Paintropy è proprio questo: il caos che gli eventi dolorosi possono far creare nella testa si può esplicitare in due modi diametralmente opposti, ossia una reazione contraria di inerzia totale, o viceversa una vera e propria trasformazione furiosa. Ci è sembrata un’idea particolarmente interessante…oltre che un titolo facilmente rintracciabile sui motori di ricerca! Eheheh!

Ho sentito parlare di concept-album. Confermi questa “voce di corridoio”? Che argomenti affrontate nel disco? Niente “Darksword” questa volta?
No, in realtà non si tratta di un vero e proprio concept: come ti dicevo, quasi tutti i testi hanno questa sorta di “fil rouge” del dolore, ma da qui a dire che si tratti di un concept, ce ne passa parecchio! E’ peraltro vero che gli argomenti trattati sono decisamente diversi rispetto a quelli utilizzati in passato: nei precedenti album la stragrande maggioranza dei nostri pezzi era ispirata a letteratura e film, così come a fumetti o leggende, mentre in questo disco non ce n’è traccia. Negli ultimi anni abbiamo infatti (ed in maniera totalmente spontanea, comunque) mutato radicalmente l’approccio ai testi, dedicandoci maggiormente alle esperienze della vita e ai sentimenti personali. I brani, seppur non necessariamente autobiografici, trattano quindi del dolore e del cambiamento che esso porta, e sono pervasi da forti venature amare e malinconiche, così come da una sorta di malessere dato dalla disillusione e dal crollo delle aspettative. Quindi, come detto, basta “Darksword”. Non è semplice spiegare le motivazioni di questo cambiamento, che come ti dicevo non è stato affatto deciso a tavolino: di certo noi stessi siamo molto cambiati, rispetto agli esordi, non fosse altro per l’avanzare degli anni, che oltre a qualche capello in meno ti porta sicuramente dell’esperienza e della maturità in più, facendoti mutare il modo di pensare, e vedere le cose in modo più adulto.

La cover invece è un tema un po’ più classico, mi ha ricordato i Riot e i Tankard, per non parlare di un celebre nemico di BatMan…vuole essere un omaggio? E’ in linea coi temi trattati nel disco?
L’immagine di copertina, sviluppata in totale simbiosi tra noi Mesmerize ed il disegnatore finlandese Jan Yrlund (che ha già lavorato con band del calibro di Manowar, Stratovarius, Korpiklaani, etc. etc.), vuole riprendere in tutto e per tutto il concetto di Paintropy citato in precedenza. Abbiamo voluto sviscerare questa idea in tutti gli aspetti del disco, partendo ovviamente dalla musica e i testi, passando alla copertina, fino ad arrivare agli sfondi ed alle nostre foto all’interno del booklet (che ci siamo divertiti parecchio a scattare!). Siamo particolarmente soddisfatti di questa copertina: la scelta minimalista che era stata fatta per il precedente album “Stainless” alla fine non si era rivelata particolarmente premiante, e quindi per questo nuovo disco, come detto contraddistinto da un sound più crudo e violento, abbiamo quindi voluto adottare un approccio più consono…più “metal”, se mi passi il concetto!…utilizzando un’immagine volutamente estrema e sopra le righe.

Sono passati ormai 25 anni dalla formazione della vostra prima line-up, e pochi meno dall’uscita dei vostri primi demo. Cos’è cambiato nei Mesmerize in tutto questo tempo?
Tantissime cose, davvero. E non tanto per il ricambio dei membri della band (che peraltro è stato davvero molto limitato: 3/5 della band sono gli stessi della formazione originale), quanto per il fatto che siamo cambiati noi stessi, come persone e come musicisti. All’inizio eravamo davvero degli sbarbati liceali che avevano appena preso in mano gli strumenti, armati soltanto di grande buona volontà…mentre adesso siamo delle persone adulte, con carrettate di esperienza alle spalle, grazie a dischi e centinaia di concerti. Sinceramente, penso che tutto questo si senta, su Paintropy: se i nostri primi lavori potevano forse suonare un po’ derivativi, pagando dazio al sound delle band con le quali siamo cresciuti (e di cui non sto nemmeno a farti i nomi!), nel nuovo disco secondo me abbiamo raggiunto davvero la quadratura del cerchio, come si suol dire. Su Paintropy siamo davvero “noi” al 100%, con un nostro stile personale, oggettivamente poco accostabile a grossi nomi del passato.

Quando avete iniziato vi sareste mai aspettati che a distanza di tutto questo tempo sareste stati ancora sulla scena?
Direi proprio di sì. Probabilmente non ci saremmo aspettati di aver raggiunto una discografia così “polposa”, ma la persistenza sulla scena non è mai stata in dubbio, sinceramente. In primo luogo, quello che facciamo è la nostra passione, il nostro hobby e la nostra “valvola di sfogo” da tutte le sfighe quotidiane: è qualcosa in cui crediamo e abbiamo sempre creduto, anche nei momenti più avari di soddisfazioni. Secondariamente, ancor prima di essere musicisti nello stesso gruppo, siamo grandi amici e ci conosciamo come le nostre tasche: siamo davvero un po’ come una “famiglia”, dove ci possono essere le discussioni e gli screzi, ma dove alla fine tutti quanti ci muoviamo sempre per il bene comune, e non per l’interesse personale.

Qual’è stato il momento migliore della vostra carriera, quello che ricordate con più gioia e che vi ha dato maggiori soddisfazioni? E il peggiore?
E’ difficile identificare soltanto un singolo momento felice, in verità. Personalmente, la realizzazione di ogni cd è per me un istante molto emozionante: trovarsi in mano l’album fatto e finito, sopratutto dopo la montagna di lavoro che esiste dietro, è un attimo memorabile e di grande soddisfazione. Anche da un punto di vista Live, grazie al cielo, abbiamo tantissimi ricordi stupendi, sia su palchi importanti che in contesti più  ridotti. Similarmente, non esiste un momento “peggiore”, dato che possiamo dire di essercela spassata alla grande per la maggior parte del tempo! Se proprio devo focalizzare qualcosa di negativo, forse il cruccio che mi rimane è non aver mai avuto la possibilità di suonare a festival veramente grossi come il Gods of Metal, nonostante ai tempi la cosa non fosse così impossibile, per i gruppi del nostro livello.

Nei primi demo erano presenti anche alcuni pezzi in italiano, lingua che poi avete abbandonato per un più internazionale inglese. Non avete mai pensato di riprendere quei brani, o di scrivere nuovo materiale in italiano?
No, quei brani sono figli di un’altra epoca, ed è giusto che rimangano in quei Demo. Personalmente io reputo che ogni disco (o demo che sia) non rappresenti altro che la fotografia di quello che la band è in quel preciso momento. Le canzoni presenti in quei demo mostrano quindi i Mesmerize di 20 anni fa, e non sarebbe né coerente, né onesto proporre oggi un’immagine che non ci rappresenta. Come detto, il nostro sound è profondamente cambiato da allora, così come noi stessi. Tra l’altro, non abbiamo mai avuto grossi problemi in termini di creatività: abbiamo sempre parecchio materiale nuovo, e non è quindi necessario andare a ripescarne di vecchio. Per quanto riguarda invece l’italiano, mi sento di escludere che lo utilizzeremo ancora. Al di là di non sentirne davvero l’esigenza, io penso che mi troverei un po’ in difficoltà ad esprimere tutti i concetti che voglio comunicare in un brano, con lo spazio limitato che mi lascia foneticamente l’italiano (tipicamente sprovvisto di tutti quei fonemi e parole brevi che invece contraddistinguono la lingua inglese).

Avete già organizzato il release-party per il nuovo lavoro. Diteci tutto.
Sì, sabato 20 Aprile, presso il Rock’n’Roll di Rho (MI) presenteremo il nuovo disco, che ufficialmente esce il 29 Aprile, ma sarà acquistabile in anteprima quella sera stessa. Sarà una serata speciale, ad ingresso gratuito, dove proporremo una scaletta particolare, visto che suoneremo per la prima volta dal vivo svariati pezzi del nuovo album, più qualche brano che non facciamo da diverso tempo. Ci sarà inoltre la nuova scenografia, sul palco, oltre che tutto il nuovo merchandising (T-shirt, etc.) legato a Paintropy. Insomma, è l’inizio di un nuovo percorso per i Mesmerize, da festeggiare tutti insieme! Mi raccomando, non mancate!!

Corrado Riva

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