Mike Hranica (The Devil Wears Prada)

 

18 aprile 2008

 

 

Anche se il titolo potrebbe trarre in inganno, non è un'intervista a Lauren Weisberger, autrice del noto best-seller, o alle attrici Meryl Streep e Anne Hathaway, protagoniste della fortunata trasposizione cinematografica, ma alla Christian metalcore band statunitense, proveniente dall'Ohio, e sotto contratto con la Rise Records: eccovi due chiacchiere con il frontman Mike Hranica sulla fortunata uscita “Plagues” del 2007.

Presentate la vostra band ai nostri lettori.
Ciao, sono Mike Hranica, cantante e autore dei testi dei The Devil Wears Prada, band metalcore proveniente dall'Ohio.

Chi sono i componenti dei The Devil Wears Prada?
Delle persone normalissime, che non sono da prendere come idoli, eroi o qualcosa di simile.

Quando è nata la band?
Il nostro primo show lo abbiamo fatto nell'ottobre del 2005, ed abbiamo iniziato a scrivere canzoni e a formare una lineup due-tre mesi prima. Il nostro chitarrista Jeremy DePoyster e Andy Trick, bassista, si sono uniti alla band ed abbiamo raggiunto una formazione stabile nel novembre di quell'anno.

Cosa ci puoi dire riguardo alle vostre precedenti esperienze di registrazione?
Solo per MySpace, abbiamo fatto delle registrazioni casalinghe. Il nostro primo EP e i due successivi album sono stati registrati in Indiana con il nostro amico Joey Sturgis.

E sul vostro seguito di fans?
I nostri fan sono stupendi ed è impressionante vedere delle persone che ci apprezzano così tanto al punto di acquistare nostro merchandise e farsi in quattro per assistere ad un nostro show, ovunque sia.

C'è un concept di fondo in "Plagues"?
Dal punto di vista dei testi, no. Dal punto di vista dell'atmosfera che si respira, siamo di fronte al solito disco metalcore ricco di tastiere. Credo che sia il singolo ascoltatore a doversi creare mentalmente il tipo di atmosfera.

E sugli aspetti fondamentali della vostra proposta musicale?
Gli aspetti fondamentali della nostra musica sono le tastiere e il tipo di cantato. Ascoltando la nostra musica non si è di fronte a qualcosa di particolarmente innovativo, ma credo che comunque ci sia qualcosa che attragga i nostri fans.

Come è stato accolto “Plagues”?
Il disco sta vendendo molto bene e non ho sentito ancora critiche negative. Siamo quindi molto contenti dei risultati ottenuti finora.

Cosa volete comunicare con la vostra musica?
Attraverso la nostra musica, vogliamo comunicare l'amore per il nostro Signore e per Gesù Cristo. Lui ci ha benedetti più di quanto ci ha potuto spiegare e più di quanto ci meritavamo.

Avete già dei concerti programmati?
Faremo un tour da headliner negli Stati Uniti a breve, al quale ne seguirà uno in Australia. La prossima estate, faremo parte del Warped Tour.

Programmi futuri?
Registreremo un nuovo disco non prima della fine dell'anno e continueremo a girare il mondo in tour come stiamo facendo tuttora.

N.L.

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