Abbiamo incontrato il batterista della celebre band americana durante la promozione del nuovo disco Black Clouds And Silver Linings.
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27 aprile 2009
Il disco mi è piaciuto parecchio, è probabilmente il miglior materiale che abbia sentito da voi da Train Of Thought in poi, cosa puoi dirci del processo di creazione del disco?
Ti ringrazio per quanto hai detto. Il processo di scrittura è stato lo stesso di sempre, oramai sono anni che adottiamo lo stesso sistema: ci troviamo in studio e cominciamo a suonare, quello che esce fuori diventa poi gradualmente una canzone. Oramai conosciamo bene i nostri punti di forza e sappiamo come muoverci. Se tu chiedi a molti fans dei Dream Theater quali sono i loro pezzi preferiti, ti risponderanno molto probabilmente con una canzone che è epica, lunga e articolata: “Learning To Live”, “Metropolis”, “Octavarium”, “In The Name Of God”…insomma il nostro obiettivo era quello di creare un disco in cui tutti i brani contenuti in esso avessero queste caratteristiche di lunghezza e di epicità come quelle appena citate.
Devo confessarti che leggendo la tracklist e vedendo la durata del disco mi sono sentito male: 6 pezzi per quasi 80 minuti di durata? Invece dopo diversi ascolti sono rimasto rapito dall’alternanza di momenti epici, veloci, drammatici contenuti in ogni pezzo. Com’è stato possibile creare ciò in quasi tutti i 6 brani?
Per noi è facile scrivere brani lunghi, so che può sembrare strano ma è il nostro modo naturale ci comporre. Di solito per molti musicisti è difficile scrivere un brano lungo e articolato, per noi invece è difficile scrivere un brano corto e semplice! Quindi creare un pezzo ricco di cambiamenti, di momenti diversi, di alti e bassi è la norma, riusciamo a farlo perché è semplicemente il nostro modo di scrivere!
C’è una sorta di concept interno al disco?
No non ci sono legami effettivi, puoi prendere le canzoni singolarmente, non sono legate le une alle altre per qualche motivo…
Siete insieme da molto tempo, la vostra line-up attuale con Jordan Ruddess alle tastiere è effettivamente la migliore che abbiate mai avuto? Anche James La Brie due anni fa mi disse che con lui avete cementato del tutto la band, sei d’accordo?
Sì assolutamente, penso che con Jordan abbiamo davvero la migliore line-up possibile. Migliore sia dal punto di vista musicale, sia da quello dei rapporti umani tra di noi. Jordan è senza dubbio il tastierista più dotato e abile dei tre che abbiamo avuto sin dagli inizi. Non voglio con questo togliere qualcosa ai suoi predecessori Derek (Sherinian, ndr) e Jord…hm…Derek e…come si chiama? Ah Kevin (Moore, ndr)… sai a livello personale le cose con Jordan sono perfette, Kevin invece era una persona con cui era estremamente difficile andare d’accordo, il gruppo andava bene musicalmente ma a livello di rapporti umani era molto poco coeso, Derek è una persona completamente diversa da noi, ha una personalità di un certo tipo e lontana dalle nostre, Jordan invece è molto simile a noi da questo punto di vista, insomma è la persona giusta al posto giusto: con lui il gruppo è perfetto da ogni punto di vista, lavoriamo bene insieme anche perché comunque siamo insieme da dieci anni ormai.
C’è qualcosa di nuovo nel tuo Siamese Monster (drum kit)?
Quando registro in studio uso due kit diversi tra loro completamente, non ho ancora costruito il set che mi porterò in giro per il tour quindi non so ancora risponderti…lo scopriremo presto!
Tornando un momento al disco, c’è qualcosa di particolare che puoi dirci riguardo a “The Count Of Tuscany”? Sia a livello di musica che di testi…
Dunque musicalmente rientra nelle descrizioni che ti ho fatto prima, è un viaggio che dura parecchio e cambia spesso aspetto, a livello di testi racconta una storia vissuta da John Petrucci qui in Italia, quando incontrò questa stramba persona recandosi presso il suo castello, successe più o meno cinque anni fa e durante questa visita diventò improvvisamente preoccupato e temette per la sua vita…
Facciamo un salto indietro a vent’anni fa, i tuoi sogni e le tue aspettative si sono tutte realizzate?
Credo che tutti i sogni e le aspettative che avevamo vent’anni fa si siano sostanzialmente realizzate tutte! Tutte, ad esempio andare in tour insieme agli Iron Maiden o agli Yes, oppure vincere diversi premi e avere riconoscimenti per i dischi registrati…insomma pare incredibile ma tutto ciò che si poteva solo desiderare è effettivamente accaduto!
Parlando sempre della vostra carriera, riesci a individuare il punto più alto e quello più basso della vostra storia?
Diciamo che il punto più alto è adesso, ogni giorno tutto diventa sempre più grande e migliore, quindi senza dubbio il meglio accade ogni giorno…il punto più basso…ci sono stati diversi momenti molto difficili per questa band, sono tutti abbastanza conosciuti e documentati ma forse i più duri furono due: il periodo precedente a Images & Words, cercavamo un cantante e c’abbiamo impiegato due anni a trovarlo, volevamo un nuovo contratto discografico liberandoci di quello precedente…ecco non fu un bel periodo; quindi direi il periodo 97/98, quando perdemmo il controllo di tutto quanto girasse intorno a noi, arrivammo vicinissimi allo scioglimento…ma effettivamente a pensarci ora i periodi bui coincisero in seguito con delle rinascite e con la pubblicazione di dischi veramente eccezionali: nel primo caso registrammo Images & Words, nel secondo Scenes From A Memory, insomma siamo stati bravi a trasformare le difficoltà in successi.
Cambiamo argomento: cosa ne pensi della crisi economica e delle conseguenze che questa può avere sul music business?
Sono due cose diverse: la crisi economica è tremenda, non so come funzioni qui in Italia ma in America la situazione è difficilissima, ma sono abbastanza convinto che Obama riuscirà a invertire la rotta. Lo stato invece dell’industria musicale è critico per le etichette, mentre per i gruppi già affermati penso sia un momento di grande libertà per poter controllare un po’ tutto quello che concerne l’attività di una band. Ho rispetto e capisco il momento di difficoltà che attraversano le discografiche, i dischi non si vendono perché quasi tutti oramai li scaricano dalla rete. Tuttavia non è una cosa che mi preoccupa, come artista sono tranquillo e fortunato visto che i Dream Theater sono una band solidissima, che ha una base di fans fedeli ai quali io voglio semplicemente dare la mia musica, non mi interesso per nulla delle vendite oramai, di contro capisco però che sia un momento di grande preoccupazione per le etichette.
Abbiamo incontrato i Depeche Mode qualche mese fa, hanno detto che oramai i soldi nel music biz si fanno con concerti e merchandise e che le vendite dei cd contano poco oramai…
Vero, innegabile.
Qual è quindi la tua opinione su quanto sta facendo Live Nation che ha messo sotto contratto nomi enormi come Madonna o i Nickelback, gestendo non solo la parte relativa ai tour ma anche tutto quanto ruota intorno al gruppo stesso, quindi incluse le vendite dei dischi o il merchandise dei nomi stessi? Può essere questa un’alternativa o il futuro del music business?
Oddio non so se questo sarà il futuro, penso che il vero futuro sarà vedere gruppi che si gestiscono in autonomia. Con internet ora non è più necessario firmare con una discografica dandogli in cambio la tua carriera! Noi siglammo un accordo per 7 dischi, che significò impegnare 15 anni della nostra vita a rispettare questo contratto, oggi i gruppi non hanno bisogno di fare una cosa del genere. Possono usare internet per metterci su la propria musica e diffonderla decidendo loro la modalità con cui farlo. Su quanto fa Live Nation e su quanto fanno i gruppi che firmano l’accordo decidendo di vendere alla compagnia tutto quanto ruota intorno a loro…chi lo sa… credo sia stupido altrettanto quando i Dream Theater firmarono un contratto vendendosi tanti anni fa!
Hai programmi relativi ai tuoi side projects?
Sono concentratissimo sui Dream Theater, ho giusto finito un disco nuovo con i Transatlantic che uscirà più avanti nel corso dell’anno.
Per concludere cosa possiamo aspettarci dalla vostra data al Gods Of Metal italiano?
Siamo pronti per partire in tour, la data al Gods Of Metal sarà estremamente divertente da fare, c’è una bellissima line-up piena di band che ammiro e che mi piacciono. Cosa faremo? Non lo so, non ho ancora scritto la setlist!