Mille Petrozza (Kreator, Press Conference) [VIDEO]

In occasione della data di Milano facciamo due chiacchiere con Mille Petrozza, frontman dei Kreator (in un idilliaco e comodissimo locale adibito a sala catering del Rolling Stones…, ndr).

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3 febbraio 2008

In Germania “Hordes Of Chaos” ha raggiunto la top20 e anche nel resto d’Europa e Usa ha fatto molto bene, sei soddisfatto?
Si ovviamente, è sempre piacevole quando i risultati ti premiano, dimostrano che facciamo qualcosa di buono. Più di tutto è importante perché so che i fan l’hanno comprato e hanno gradito, e so che gli deve essere piaciuto talmente da comprarlo perché era disponibile in rete da già qualche mese!

Parlaci un po’ del processo di stesura della tua ultima fatica, “Hordes Of Chaos”.

Sono molto lento quando si tratta di scrivere canzoni, perché voglio che ogni riff sia interessante e  ne devi scrivere un bel po’ prima di essere soddisfatto. Ho impiegato gran parte del tempo per venire fuori con delle buone idee per le liriche, che per me sono la parte più difficile del processo, venire a capo delle parole giuste e degli argomenti non è sempre facile.
Spero sinceramente che il prossimo album possa uscire tra non molto, quattro anni di attesa per “Hordes Of Chaos” è stato davvero troppo tempo, anche se c’è da dire che siamo stati moltissimo in tour, quindi siamo in parte giustificati.

A quasi tre decadi dalla formazione continui a cantare di odio, violenza e rabbia: è perché ti senti ancora incazzato col mondo oppure è diventato il vostro marchio di fabbrica?
Cerco sempre di dare un messaggio a chi ascolta, ma nel limite di non volere dire alle persone cosa pensare, non sono di certo io quello che deve decidere per loro, così come io non voglio che nessuno pensi per me. Su “Warcurse” tratto l’odio e la violenza dal punto di vista delle persone che soffrono a causa di esse, è una canzone triste, ma è camuffata da canzone brutale.
Per rispondere alla tua domanda: è certamente diventato il nostro trademark, del resto i Kreator non possono parlare di com’è bello il mondo  perché per noi non lo è; non concordo quando la gente dice che questi sentimenti negativi non sono reali, penso siano importanti quanto l’amore e la pace. E poi se non parlassimo di questo di cosa dovremmo parlare?(ride)

Come mai avete scelto i Caliban, gruppo metalcore, come supporto al tour?
Sono stati scelti anche perché sono della nostra stessa etichetta, ma sono una band molto valida in sede live. Guardalo in questo modo: è il nostro tour da headliner e abbiamo dovuto semplicemente scegliere dei supporti, non abbiamo pensato in base al genere, insieme a noi c’è anche un gruppo che fa pagan metal; a me non importa cosa possa suonare un gruppo, è sempre e comunque metal. Al momento di partire abbiamo solo guardato chi era disponibile in questo periodo e abbiamo scelto insieme alla label, è spesso un discorso di soldi e di politiche interne.

Hai collaborato nel passato con i Caliban, pensi che nel futuro la cosa possa ripetersi?
Giusto pochi mesi fa ho prestato la mia voce per una loro canzone, ma ora come ora non credo la cosa possa andare molto oltre, se avessi occasione prenderei un ruolo più attivo in queste cose, ma attualmente sono molto occupato con i Kreator, è già abbastanza scrivere per la mia band.

Siete stati il primo gruppo metal a suonare in Marocco e South Korea, c’è qualche altro paese in cui vorreste essere i primi a suonare?
Penso in India….

Veramente gli Iron Maiden vi hanno suonato un paio di anni fa…siete stati preceduti!
Allora Mars, man! Mars(risata generale)! Non lo so allora, ma sono certo che per la fine del tour avremo suonato in un nuovo stato.

Nicolò Barovier

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