Monitor Plastico

Monitor Plastico 2009 Intevista
 

Due chiacchiere con Massimo Divenuto e Andrea Resta, le menti che stanno dietro all’interessante progetto Monitor Plastico.

10 ottobre 2009

Da dove viene il nome Monitor Plastico?
Il nome deriva dall’accostamento di due termini che possono avere un significato non univoco: “Monitor Plastico”, come una TV che sta per esplodere (plastico in questo caso è l’esplosivo) per overload informativo, ma “Monitor Plastico” anche come rappresentazione plastica e artificiale della realtà. E’ un nome che rappresenta il nostro stile multiforme, “crossover”.

Ho letto nella vostra bio che il progetto inizialmente nato a Torino ha ripreso vita a Milano, vi ha influenzato un diverso cambio di atmosfera musicale e se si in che modo?
Il progetto MP è nato a Torino circa 15 anni fa ed ovviamente agli inizi è stato influenzato anche da quello che si ascoltava in giro e dalle influenze di ogni componente della band. A Milano, dopo una lunga pausa dovuta a motivi personali, ci siamo ritrovati io (Andrea) e Max e abbiamo ripreso in mano il progetto con una maturità differente, dovuta inevitabilmente agli anni che passano. Abbiamo un approccio molto “intimistico” con la musica che produciamo, quindi le influenze esterne vengono sempre filtrate fortemente. In questo senso la musica è sempre figlia “di un tempo e di uno spazio”, ma forse ultimamente lo è sempre meno, perché la globalizzazione tocca anche questo campo.

Vi siete trovati a collaborare con Max Casacci per “Bacio d’Acciaio”; come è stato vivere quell’esperienza?
Mentre registravamo “Bacio d’Acciaio” Max ci parlava del suo progetto Subsonica che sarebbe uscito di lì a pochi giorni: dalle sue parole e dai consigli che dispensava in fase di registrazione si poteva chiaramente comprendere come avesse le idee chiare su come gestire un progetto musicale. A volte si impara di più da una parola che studiando in maniera accademica. E’ stata una bella esperienza che ci ha insegnato l’importanza dell’”insieme”: tutto deve essere funzionale al suono complessivo della band. L’importanza del togliere, del limare, di arrivare all’essenziale.

Come nasce una canzone dei Monitor Plastico?
Io e Max abbiamo trovato un modo armonioso di lavorare, perché abbiamo personalità differenti, ma decisamente complementari. Personalmente mi occupo della creazione musicale. Mi arriva un’idea, la faccio sentire a Max e successivamente mi occupo della registrazione delle varie parti (chitarra, basso tastiere, ecc.) nel mio home studio. Lui ascolta attentamente e interviene nell’arrangiamento e nella scelta dei suoni e su quella base crea il testo. Le linee vocali le studiamo insieme perché sono spesso caratterizzate da cori.

Dopo oltre dieci anni di attività musicale come vedete cambiato il panorama musicale italiano? Nel genere elettronico c’è ancora spazio per innovare?
Preferisco affrontare l’argomento da un punto di vista più generale e non soffermarmi solo all’Italia. Credo che in musica molto sia stato detto, ma c’è sempre qualcosa che prima o poi riesce a sorprendere. Se pensi che nel jazz già con il bebop (siamo negli anni 50) l’approccio armonico e melodico era sofisticatissimo puoi capire che “inventare” qualcosa di totalmente nuovo sia piuttosto arduo. Eppure quando ascolto un nuovo album dei King Crimson ho sempre l’impressione di ascoltare qualcosa che ancora non c’è. A mio avviso la ricetta è quella di intervenire sul “particolare”, di stuzzicare l’ascoltatore, non di travolgerlo con sperimentazioni che lasciano il tempo che trovano.

Dal punto di vista live, come si presenta vostro set attualmente?
Attualmente abbiamo una line-up così composta: Massimo Divenuto (voce e chitarra), Andrea Resta (chitarra, cori) Matteo Fazio (basso) e Andrea Paino (batteria). Siamo alla ricerca di un tastierista che si occupi dei suoni e campionamenti: ne approfitto per lanciare un appello!

Avete in programma date prossimamente?
Stiamo stilando un calendario, al momento le prossime date live sono il 29 ottobre al BLUES HOUSE di Sesto S. giovanni (MI) e il 25 novembre BLACK HOLE di Milano.

Progetti per il futuro, nuove canzoni?
Sono giorni di fermento perché stiamo lavorando al nuovo demo che probabilmente conterrà 3-4 brani. Uno di questi (A sua immagine e somiglianza) è già sul nostro sito (www.monitorplastico.it) in anteprima. Ci stiamo concentrando su pochi pezzi per curare la qualità e siamo orgogliosi di come si stanno sviluppando.

Un saluto ai lettori di Outune.net.
Ragazzi visitate il nostro sito, ascoltate i nostri pezzi e supportateci: fare musica in Italia non è impresa facile, ma noi ce la stiamo mettendo tutta.

Renato Ferreri

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