Nergal, Inferno (Behemoth)

 

E’ appena uscito “Evangelion”, nono album dei Behemoth. Abbiamo sfruttato quest’occasione per scambiare quattro chiacchiere con Nergal e Inferno.

Parliamo subito del nuovo disco, “Evangelion”: cosa potete dirci su di esso? Per caso si tratta di un concept album?
Nergal: Non si tratta propriamente di un concept album, sebbene ogni canzone sia legata all’altra da un filo conduttore. In questo senso si tratta di un disco molto coerente. Le canzoni sono piuttosto diverse…ma se le ascolti e leggi i testi, potrai scoprire l’unità monolitica che costituisce questo lavoro. “Evangelion” è una parola che proviene dal greco e significa “diffondi il Vangelo” oppure “diffondi la parola di Dio”. Noi abbiamo cercato di svincolarci dall’aspetto etimologico di questo termine per poter annunciare il nostro personale Vangelo. Il nostro messaggio è chiaro e diretto: l’essere umano è l’unico dio, e ogni essere umano è nato con un potenziale divino. Noi parliamo dei differenti modi di sviluppare questo potenziale per poter diventare forti e autonomi, liberi da ogni sorta di restrizioni o limiti.

Quali sono le tue canzoni preferite di “Evangelion”, quelle che descrivono meglio i Behemoth oggi?
Nergal: Ogni giorno sono differenti. Ma segnalerei soprattutto l’ultimo brano, “Lucifer”, il quale può essere annoverato fra i migliori mai scritti da questo gruppo: è molto epico, ed è cantato in polacco. Penso che anche “Ov Fire And The Void” e “Alas, Lord Is Upon Me” rientrino fra le mie preferite.

Inferno, tu sei arrivato nei Behemoth nel 1997, e hai iniziato la tua carriera con loro suonando in “Pandemonic Incantations”. Da quel giorno la musica dei Behemoth ha iniziato a cambiare, evolvendosi dal black metal duro e puro verso qualcosa di più complesso, arricchendosi di influenze death, e persino oggi è in costante mutamento. Quanto di questa crescita musicale può essere imputato a te?
Inferno: Prima di diventare membro dei Behemoth suonavo in una band death metal locale, i Damnation. Eravamo influenzati dal death tecnico…io stesso ho tratto parecchia ispirazione da band come Immolation e Morbid Angel. Ho continuato a suonare questo genere di musica anche nel mio side – project, gli Azarat. Penso che il momento nel quale mi sono unito ai Behemoth fosse un periodo di sconvolgimenti per loro; nel senso che Baal, il batterista precedente, aveva uno stile completamente differente dal mio. Mentre Nergal stava cercando di evolvere lo stile musicale della band, ma in un certo senso si sentiva limitato dal modo di suonare di Baal. Le cose sono cambiate definitivamente quando sono arrivato io…

Sempre riguardo alla storia della vostra band, qual è stato l’apice della carriera dei Behemoth? E il punto più basso toccato da voi?
Nergal: Ci sono stati molti alti e bassi nella nostra carriera. Tuttavia penso che tutto quanto ci sia successo sia stato, in un modo o nell’altro, utile per noi…intendo dire che siamo felici di essere dove siamo oggi. Ci sono voluti quasi vent’anni per raggiungere questo livello e registrare “Evangelion”, il quale è senza dubbio il disco definitivo dei Behemoth. Ma lasciami dire che il primo contratto con Pagan Records è stata la spinta propulsiva necessaria a far partire tutto. Poi c’è stato “Satanica”, che ha posto la prima pietra alla fondazione della nuova direzione artistica, anche se questo album ha rappresentato allo stesso tempo il punto più basso della nostra carriera, poiché la band si sciolse per alcuni mesi. Poi c’è stato “Demigod”, un disco fondamentale per noi: abbiamo fatto 300 concerti per supportarlo, ci ha fatto crescere negli Stati Uniti e ha imposto il nostro nome in un contesto mondiale. Poi c’è questo nuovo lavoro…ma continuo a pensare che il più grande debba ancora arrivare.

La Polonia è probabilmente la nazione dell’est con la più grande scena di metal estremo, in particolare se parliamo di black e death metal. Cosa ne pensi? Come ti spieghi questa ricchezza di gruppi metal nel tuo paese?
Nergal: Ad essere onesto non saprei di preciso…forse la ragione risiede nel fatto che questo tipo di musica è sempre stata una valvola di sfogo per tutta la rabbia, tutte le frustrazioni. Ricordati che noi polacchi siamo stati schiavizzati e soggiogati da diversi regimi per centinaia d’anni. Questa musica può liberarti la tua profonda forza interiore…è qualcosa di terribilmente serio e reale. Questo è il modo in cui la vedo. I Behemoth mi hanno aiutato moltissimo durante i periodi più duri della mia vita. Grazie al mio gruppo sono diventato un individuo molto più forte e determinato.

Avete già fissato parecchie date per il vostro tour, sia in Europa sia negli Stati Uniti. Quali differenze riscontrate fra i fan europei e quelli americani? Com’è accolta la vostra musica negli USA?
Nergal: Oggi gli Stati Uniti sono il nostro più grande mercato. Sono un paese vastissimo, puoi farci innumerevoli tour e continuare a raggiungere posti nuovi. Non è facile organizzare tournee in America. Per questo noi continuiamo a far concerti come dei pazzi. In America questo è fondamentale per costruirti la tua posizione. In Europa è tutto diverso: dopo circa tre tour sei a posto. Anzi, se ne fai troppi rischi di sovraesporti e di perdere l’interesse dei tuoi fan. Poi ci sono anche differenze riguardo alle reazioni delle persone, al modo in cui si vestono…sono due mondi differenti. I fan degli USA sono più aperti mentalmente, in un certo senso…non assomigliano affatto a quelli che abbiamo in Europa; questi ultimi sono più simili a un esercito del metal, tutti vestiti in specie di uniformi, con i capelli lunghi, ecc. Negli USA sono più strambi, più freak, ma mi piace questo modo di essere diversi, lo preferisco. C’è ancora molto potenziale per noi negli States, e noi siamo qui per essere sicuri di spremerlo fino all’ultima goccia.

Quali sono le vostre opinioni a proposito della scena metal attuale? Pensate che sia migliore o peggiore, rispetto a 10 o 15 anni fa?
Nergal: penso che sia fottutamente grande, senza limiti. Rispetto al passato ci sono molti più generi e sottogeneri, e quello che è positivo è che le band metal ottengono molta più visibilità e riscuotono molto più interesse dai media. In alcune zone non c’è neppure più una vera e propria linea di demarcazione fra mainstream e underground. Pensa alla Finlandia, per esempio: là il metal è un movimento grande quanto il pop, se non di più. Quanto è fantastico tutto ciò?

Com’è andata a finire la controversia che vi vede nel mirino del Comitato Polacco per la Difesa contro le sette (si tratta di un’organizzazione di fanatici che vorrebbero impedire ai Behemoth di tenere concerti in Polonia, perché secondo costoro la band di Nergal istigherebbe al satanismo e all’omicidio, ndr.)?
Nergal: Purtroppo continuano ad importunarci. Sfortunatamente queste persone sono molto determinate nel tentare di censurarci…è una situazione che non si sblocca. In realtà io li ho già portati davanti alla corte e ho vinto la causa, facendo pagar loro mille dollari per il canile, ma sembra che non siano intenzionati a smettere, mai. In ogni caso, questo non cambierà la nostra attitudine e il modo in cui siamo.

Stefano Masnaghetti

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