Il 2 dicembre uscirà il disco e nei primi mesi del 2012 sarà la volta del film omonimo. Stiamo parlando di “Imaginaerum”, un progetto firmato Nightwish a cavallo tra musica e cinema. In occasione della giornata promozionale, tenutasi il 26 ottobre a Milano, abbiamo avuto il piacere di incontrare il tastierista e fondatore della band, Tuomas Holopainen.
Tuomas, parliamo di “Imaginaerum”. Innanzitutto, come ti è venuta l’idea di questo progetto?
Avevamo già finito di preparare l’album precedente. Ascoltandolo pensavo “è meraviglioso, strano, folle, cosa possiamo aggiungere al prossimo?” e la risposta è stata: immagini. Tutti amiamo il cinema e ci è venuta naturale l’idea di girare un film strettamente legato al disco.
Tu e gli altri membri della band avrete una piccolissima parte in questo film. Hai mai pensato di recitare, invece, in un ruolo più importante?
Per niente, non so recitare. La priorità era quella di fare un film credibile. Nessuno di noi è madrelingua inglese né ha mai studiato recitazione e questi sono i requisiti fondamentali per fare un film che si rispetti. Non ho mai voluto improvvisarmi attore.
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Immagino che ti sarai divertito parecchio nel realizzare “Imaginaerum”. Pensi che sarà l’unica esperienza nel mondo del cinema o replicherai?
Anche se è stata un’esperienza molto bella, non penso che ci sarà un sequel. Chissà, magari in futuro potremmo fare qualcosa, ma onestamente non lo so.
Una curiosità: perché avete messo come prima canzone “Taikatalvi”, un pezzo in finlandese?
Non c’è una ragione. E’ la prima volta che inseriamo un’intro e volevamo una traccia che facesse immaginare all’ascoltatore un paesaggio invernale. Veniamo dalla Finlandia e il modo migliore per scaturire questa immagine non poteva che essere una canzone in finlandese. E poi, a dirla tutta, volevamo stupire i nostri fans.
Il primo singolo dell’album sarà “Storytime”. Credi che sia il brano che meglio rappresenta il concept?
Sì, senz’altro. Ma nella scelta degli estratti occorre tenere in considerazione soprattutto la programmazione radiofonica, quindi bisogna optare per una canzone dal ritornello orecchiabile e dalla melodia accattivante.
Hai una canzone preferita in “Imaginaerum?”
No. A differenza degli altri album, non sono stato in grado di sceglierne una su tutte le altre, fanno parte di un unico nucleo.
Ascoltando l’album, ho avuto l’idea che sia più versatile dei precedenti e che la voce di Anette sia più sicura. Cosa ne pensi?
Sono d’accordo, la sua voce è stata il cambiamento più importante. Non solo perché ho scritto canzoni adatte alla sua vocalità ma, soprattutto, perché Anette si sente parte integrante del gruppo. Adesso è rilassata, sicura di sé e non ha più paura.
“Imaginaerum” parla di ogni aspetto della vita, lati positivi e non. Perché hai scelto questo argomento?
Ho capito che la vita è bella e non devo sempre preoccuparmi di qualcosa. Qualche anno fa, all’epoca di “Dark Passion Play”, ero spesso triste e turbato. Non voglio più sentirmi così. Da qui l’esigenza di incidere un album che parlasse di cose positive. Certo, non mancano i momenti negativi, perché la vita è anche questo.
Cosa pensi di Internet? E’ positivo o negativo per la musica?
E’ un ostacolo col quale dobbiamo convivere. E’ dannoso, ad esempio quando un album finisce su internet, oppure fai un concerto e il giorno dopo è su YouTube. Ha i suoi lati positivi, come la pubblicità, ma ho qualche dubbio. Non ho mai scaricato canzoni, uso il pc solamente per mandare qualche mail. Internet non è un mondo che mi appartiene.
C’è qualche tastierista che ti ha ispirato nel corso degli anni?
Non ho mai avuto dei punti di riferimento, ad eccezione di mia madre che insegnava piano. Però ammiro i compositori di colonne sonore, come Hans Zimmer o Vangelis.
Un’ultima domanda: ad aprile i Nightwish suoneranno a Milano. Vuoi dire qualcosa al pubblico italiano?
Sì: mi raccomando, riempite il palazzetto! (ride, n.d.r.)
Claudia Falzone