Node

L’intervista più anomala in tre anni e mezzo di “carriera giornalistica”. Così potrebbe essere riassunta l’incontro con i milanesi Node: 35 minuti di soliloquio da parte di tre quarti della band prima del loro concerto, da headliner, al Death Crusade Festival di San Quirino (Pordenone). Il tutto interrotto ogni tanto da qualche frase del sottoscritto, utilizzata più che altro come indirizzo per far parlare la band meneghina.

Vista la “struttura anomala” di questa intervista, troverete solamente una serie di citazioni pescate dalla registrazione dell’intervista.. check it out!

Gary: Il nuovo disco arriva.. a parte gli scherzi: sette pezzi sono già pronti, più una cover che non c’entra  niente con l’heavy metal ed è stata riadattata per i Node. Anche se bisogna mettere a posto i cantati, i pezzi li andremo a registrare solamente ad agosto dell’anno prossimo. Tutto questo perché come live ci stiamo divertendo tantissimo, i concerti stanno andando bene e vogliamo andare avanti.. ma soprattutto dobbiamo tirare su dei soldi per finanziare il tutto. Per registrare il disco ci sono buone possibilità che torneremo in Svezia, ma potremmo cambiare idea.

Marco: I pezzi seguiranno la scia di “As God Kills”, con qualche struttura complicata alla “Das Kapital”. Ricordo che per “As God Kills” ci siamo messi a tavolino e abbiamo deciso di fare un disco bastardo.

Daniel: Mi sembra che la volontà di tutti è quella di cambiare sempre.. hai fatto un bel disco, non è che l’altra volta ti metti a fare lo stesso disco. La mentalità del cambiamento ce l’abbiamo un po’ tutti. Non è che ci siam messi a dire “ah, ‘As God Kills’ è stato bello, battiamo su questo”.

Daniel: Ci sono state persone che hanno detto che “As God Kills” è stato un album inferiore rispetto a “Das Kapital”, un disco monocorde e che segue il trend. Le recensioni all’estero accostano il sound ai Kreator.. ok che di loro se ne parla da sempre, ma non mi pare una band da trend.

Gary: Momenti difficili ne abbiamo avuti tanti. Lo scorso anno siamo stati fermi per del tempo perché Daniel doveva preparare la tesi di laurea. Anche adesso non è facile, perché lui non c’è quasi mai, visti i suoi impegni con l’università. Però andiamo avanti lo stesso, trovando degli incastri. Per dirti, io suono dal 1992 e di gente brava che ha mollato per la donna o per altri motivi ne ho conosciuta tanta. Tutta gente bravissima. Per questo ti dico che il discorso passione è fondamentale: ci sono dei gruppi che fanno i tour nei pub, si divertono e continuano a registrare dischi. Le prove dei Node sono come, per molti altri, le partite a calcetto settimanali.

Gary: In passato abbiamo suonato in situazioni che potevi tranquillamente prendere e tornare a casa, davanti a due persone e anche a nessuno. A Monaco, erano in quattro: due persone che han fatto headbanging tutta la serata e una coppietta dietro che applaudiva.

Daniel: Andando nel dettaglio, il riassunto cronologico di questi due anni è semplice. Il disco è uscito nel maggio del 2006, abbiamo fatto subito il tour con i Lacuna Coil. Per loro sono state cinquanta date, per noi solo sette: Milano, all’Alcatraz, tre date in Spagna e tre date in Francia. Poi loro hanno continuato nel resto dell’Europa, ma noi non avevamo il “cash” e dovevamo tornare al lavoro.

Marco: La nostra politica è sempre quella di fare piccoli passi, in salita. Recentemente, abbiamo firmato con Machada Booking che ci sta trovando molte date interessanti, cosa che ci ha permesso di ritrovare una certa continuità nei live, serenità nello scrivere i pezzi dopo un periodo di sterilità compositiva.

Daniel: Nel 2007 abbiamo suonato in Germania al Battle of Metal festival. Era una tre giorni, nella quale suonammo con i Behemoth, Kataklysm, Samael, Sisters of Mercy headliner e i Satyricon. È stata un’esperienza da fare: suonammo per secondi in una situazione resa un po’ sfigata dalla pioggia, ma non ci aspettavamo già dall’inizio le masse oceaniche.

Daniel: Ammetto che siamo fortunati rispetto ad altri gruppi. Viviamo a Milano, abbiamo iniziato a metà anni Novanta, il cofondatore della band era già ben conosciuto (Steve Minelli, ndr) e ci ha permesso di avere tanti agganci.

Gary: Il primo concerto dei Node, infatti, è stato di supporto ai Death nel tour di Symbolic. Non nascondo il fatto che questo, per noi, sia stato un “paraculo” mostruoso, come la partecipazione all’Italian Gods of Metal: ci chiamarono perché erano la band milanese più appetibile, dal costo limitato. Funziona così: l’importante è prendere le occasioni e sfruttarle.

Nicola Lucchetta

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