Noel Gallagher, addio Oasis senza rimpianti

Noel Gallagher Intervista

Noel Gallagher è spumeggiante come una birra delle sue parti, di quelle buone. Senza il fratello Liam sembra più spiritoso, e anche più disposto a rispondere a ogni domanda. E di domande gliene sono state fatte tante, a proposito del suo primo album solista, “Noel Gallagher’s High Flying Birds” (in vendita dal 18 ottobre), e non solo. A partire dal calcio: il Manchester City gli sta dando parecchie soddisfazioni, e Noel vorrebbe dare un bacio a Mario Balotelli, appena gli si presenterà l’occasione. “Bacio sulla guancia”, precisa, e continua: “I giocatori spesso sono noiosi, mi piace uno come Mario che mette un po’ di brio nel calcio”.

Poi, arriva il momento di parlare di musica.

Incominciamo da questi ultimi anni, travagliati per gli Oasis
“Gli Oasis sono stati una magnifica stadium rock band, li ho amati moltissimo, ma abbiamo avuto problemi fin dall’inizio”.

Adesso tu vai per conto tuo, e Liam con i Beady Eye. Vi sentite ancora, parlate di musica?
“No, non ci parliamo”.

Quali sono le tue aspettative per questa nuova vita artistica?
“Non so quante copie venderò, è una cosa che non posso controllare. Spero che le canzoni piacciano. Non credo che potrò arrivare a fare la metà di quello che hanno fatto gli Oasis. Penso che venderò come i Beady Eye (ma guarda, nda), stesso numero di copie, stessi biglietti per i concerti…”.

Cos’è successo agli Oasis, avevate smesso di crederci?
“Non so cosa dire”, sospira.

Veniamo al tuo disco: chi sono i Noel Gallagher’s High Flying Birds?
“Nessuno in particolare. E’ un nome che mi è saltato in mente e ho pensato, è figo, più figo di Noel Gallagher e basta. Tutto qua”.

Tu hai scritto molte canzoni memorabili per gli Oasis: ora che sei da solo, cosa è cambiato?
“A livello di musica non credo di aver impresso una svolta radicale alle mie canzoni. Semmai, forse, i brani sono più intimisti: io suono da solo, in tour con altri musicisti, ma non ho intenzione di mettere su una band stabile. Quindi, non posso più fare rock da stadio. Certamente in studio è stato tutto più facile: fondamentalmente puoi fare quello che vuoi, e infatti in contemporanea a questo cd ne ho registrato un altro, psichedelico. Penso verrà pubblicato in estate”.

Cosa cambierà nei concerti (Noel sarà all’Alcatraz di Milano il 28 novembre, nda)?
“Sul palco le cose saranno inevitabilmente diverse: sinceramene non mi alletta stare al centro della scena. Le canzoni degli Oasis? Sì, le canterò: le ho scritte io, sono mie”.

Qual è la canzone che hai scritto che ami di più?
“Oggi… non lo so, diciamo Supersonic per dirne una”.

C’è qualche nuova band che ti piace particolarmente?
“No. Spesso suonano tutte uguali (parlo della scena inglese). Al momento non mi piace un gruppo per quello che fa nel complesso, ma alcune belle canzoni ci sono. Però c’è da dire che il rock’n’roll è per i giovani: io ho 45 anni ed è giusto che non capisca cosa c’è di nuovo nella musica. Devono capirlo i giovani, deve piacere a loro: noi abbiamo fatto le nostre cose, adesso tocca a loro, e buona fortuna”.

Francesca Binfarè


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