RossoNoemi, tanto per essere chiare: rosso, “un colore che è difficile indossare, lo so, ma siginifica forza e passione, ed è con questi sentimenti che ho affrontato la crezione di questo album”. Parola di Noemi (www.noemiofficial.it), che è partita subito con uno sprint invidiabile grazie al singolo Vuoto A Perdere, scritto per lei da Vasco Rossi e da Gaetano Curreri.
Altro che vuoto a perdere, questo disco sembra pronto per una bella vittoria…
Ci tengo tanto, a questo lavoro. Ho avuto la possibilità di lavorare sulla musica che davvero volevo fare, per di più confrontandomi con grandi autori: non solo Vasco ma anche Federico Zampaglione, Pacifico, Kaballà e Diego Mancino. Tengo moltissimo a questo album, vorrei portarlo in giro dal vivo, perché è quella la dimensione che mi appartiene di più come interprete.
Com’è stata la collaborazione con Corrado Rustici?
E’ stato un piacere lavorare con lui, che è andato a pescare nell’ r&b anni ’60 e nel soul anni ’80, nel rock postmoderno americano e nel pop di casa nostra per creare l’atmosfera di questo disco, che è molto suonato. Siamo partiti da questa struttura per creare qualcosa di nuovo, con un profilo deciso.
Com’è stato registrare a San Francisco?
Bellissimo! Registravamo al pomeriggio, era meglio per evitare gli effetti del jet lag sulla mia voce, e quindi ho avuto la possibilità di godermi la città al mattino. Ci andrei a vivere, però… Roma è Roma. La musica è fatta di vibrazioni e secondo me il disco ha risentito molto di quelle che si sentono a San Francisco.
La copertina del cd ti ritrae attorniata da un sacco di oggetti…
Già, c’è tutto quello che gira nella mia testa, e anche attorno. C’è uno schermo tv con una sagoma dentro: sono io ai tempi di X Factor. Non rinnego niente, è il mio passato, ma poi bisogna andare avanti. C’è il ponte di San Francisco, il famoso Golden Gate, c’è il cappuccino, che io bevo in quantità indistriali… Ci sono proprio un sacco di cose.
Dopo la Mannoia, con cui hai duettato…
… Ah sì, Fiorella, meravigliosa.
… Adesso per te c’è Vasco, un tuo mito: com’è, adesso che l’hai conosciuto?
Io ero agitata al pensiero di incontrarlo, ma lui si è dimostrato molto normale: mi ha dato consigli, mentre registravo. Sembrava un sogno! Quando mitizzi qualcuno hai paura che non sia come pensi, ma non è stato questo il caso.
Francesca Binfarè