Noemi (Press Conference)

L’avevamo incontrata fresca della partecipazione alla seconda edizione di X Factor. Adesso per Noemi si avvicina sempre più l’ingesso nella vera e propria ‘stardom’ italiana, fresca del suo debutto sulla lunga distanza, “Sulla mia pelle”, uscito il 2 ottobre.

9 ottobre 2009

Ma, nonostante la ribalta mediatica sia tutta per lei, la cantante romana rimane umile, disponibile e con i piedi ben piantati per terra, e chiarisce che la dimensione live rimane quella che più le interessa: “Mi sento sia spaventata sia lusingata ad avere i riflettori puntati addosso. Dopo esser arrivata quinta ad X Factor sono stata succube di due sentimenti contrastanti: dapprima la delusione per essere stata eliminata, ma successivamente è subentrata la ‘paranoia’ per aver raggiunto un risultato comunque importante. Un risultato per il quale devo ringraziare sicuramente Morgan, che mi ha sempre sostenuta e soprattutto ha avuto l’intelligenza di non farmi fare sempre le stesse cose, di farmi variare il repertorio; e nello stesso tempo mi ha consigliato di rimaner sempre coerente nelle mie scelte artistiche, ora e nel prosieguo della mia carriera. In ogni caso, anche se dovesse finire questa ‘sovraesposizione’ mediatica, la passione che riverso negli appuntamenti dal vivo non cambierebbe di una virgola. Ovviamente spero che questo successo duri il più a lungo possibile, ma sul palco darò sempre il massimo. L’emozione che si ha davanti al pubblico va dominata, non bisogna mai dimenticare che ti stai divertendo. Dopo il disco, infatti, mi piacerebbe fare un tour nei piccoli club”.

Già, il disco. Noemi ci chiarisce qualcosa su di esso, e sulle canzoni più rappresentative: “Questo album ha avuto una lavorazione lunga, un disco non si fa in sei mesi…è sempre stato un mio sogno riuscire a pubblicarne uno. Porta il nome dell’unico brano scritto da me: non sono un’autrice ‘professionista’, preferisco cantare pezzi scritti da gente che fa questo di mestiere, però ho scritto quel pezzo due anni fa, l’ho sempre considerato riuscito, mi è sempre piaciuto, e così ho pensato fosse carino intitolare il disco con qualcosa che mi appartiene totalmente. Il duetto con Fiorella Mannoia è stato un altro sogno che si è realizzato: tra l’altro è stata proprio la prima cantante che mi è venuta in mente per una collaborazione. E’ venuta a X Factor e ha parlato con Diego Calvetti, il mio direttore artistico. Si è dimostrata subito una grande professionista, seria ma anche straordinariamente disponibile; è raro che un’artista della sua fama e dalla carriera straordinaria si dimostri aperta ai consigli e sia interessata a quello che avevo da dire, a come avrei voluto che suonasse il pezzo, ecc. Una persona eccezionale, insomma. Mi piace anche molto il brano scritto da Francesco Bianconi dei Baustelle, ‘Per colpa tua’. Soprattutto mi ha colpito il testo e il modo in cui distrugge molti luoghi comuni della canzone d’amore. Con lui, però, non mi sono ancora incontrata di persona.”

“All’interno del disco c’è una citazione di Iggy Pop, cioè ‘Il pesce non pensa, perché il pesce sa’. L’avevo trovata in un libro di Ammaniti, ‘Branchie’, e mi ha colpito moltissimo perché in quel periodo mi sentivo in un particolare stato d’animo, e l’ho interpretata come un invito a lascarsi trasportare dalla corrente, a non pensare troppo a quel che si fa. Anche perché, quando passi troppo tempo a elucubrare le tue scelte, finisce sempre che non ottieni quello che speravi e pensavi di ottenere.”

E Noemi come giudica l’abbondanza di nuove cantanti? “Era ora! Finalmente le donne stanno emergendo anche in questo campo, e soprattutto ognuna di queste nuove cantanti ha un suo timbro ben preciso, al contrario di qualche anno fa. Delle nuove leve mi piace soprattutto Malika Ayane”.

Giusy Ferreri, Alessandra Amoroso, Marco Carta: sente forse la ‘concorrenza’ di questi altri fenomeni da talent show? “Sinceramente, proprio no. Perché ci rivolgiamo ad un pubblico molto differente, e per fortuna non esistono solo i sedicenni. Non ho nulla contro di loro, sono bravissimi, ma semplicemente ho un altro stile e un altro pubblico. Anch’io da ragazzina sentivo le boy band, poi però sono arrivati i Nirvana, i Deep Purple, i Led Zeppelin…insomma, sono cresciuta come gusti. Le mie canzoni non sono scritte per la radio, mi sento un po’ un outsider, anche perché cerco di evitare il classico tormentone, quello dove devi piazzare il ritornello nei primi 50 secondi del pezzo. Anche a livello di arrangiamenti e di suoni io e Diego abbiamo cercato di differenziarlo dal classico disco ‘italiano’, dato che negli ultimi anni troppi album hanno utilizzato le stesse soluzioni produttive, e portato a un appiattimento della qualità complessiva delle uscite”.

Qualche proposito di tentare Sanremo, magari fra i big? “Non lo so ancora, ci devo pensare…non credo subito, però. Sono un po’ intimorita, quando penso ai big, mi vengono in mente nomi come Mina, Celentano, Vasco Rossi, Ligabue, Loredana Bertè, Mia Martini, insomma mi sentirei un po’ ‘piccola’ in mezzo a gente di questo calibro. Mi piacerebbe anche cantare al Blue Note, ma certo in quell’ambiente non guardano se hai partecipato o meno a X Factor, ci vogliono altre credenziali. In ogni caso non si può mai dire…”

Dopo la Mannoia, qualche altra collaborazione sognata? “Purtroppo Mia Martini non c’è più…ma mi piacerebbe moltissimo fare qualcosa con Beth Ditto. Ha una gran voce, e mi piace moltissimo la sua personalità, come se ne freghi di essere grassa. C’è proprio bisogno di una come lei, le varie cantanti che fanno successo solo per l’immagine anoressica hanno stufato”.

Stefano Masnaghetti

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