24 maggio 2006
In occasione dell’apertura del Mantova Musica Festival, che parte questa sera con un concerto omaggio a Umberto Bindi, abbiamo raggiunto Pacifico per sapere cosa l’ha portato in questa città e quali saranno i suoi prossimi impegni lavorativi.
Come mai hai deciso di prendere parte al Mantova Musica Festival?
“In realtà sono stato molto contento di essere stato invitato e questa è la prima volta che ho la possibilità di essere presente anche perché proprio in occasione della prima edizione di questo che era nato come ‘controfestival’, con anche una marcata connotazione politica, non avevo potuto esserci perché proprio quell’anno io ero al Festival di Sanremo. Ed è stato abbastanza strano per me trovarmi lì anche perché io ho sempre suonato in ambienti indipendenti e ho sempre fatto in realtà dei ‘controfestival’. Anche l’idea che questo festival si svolga in una città come Mantova mi sembra significativo è un luogo in cui da anni si è venuto a creare un importante centro culturale anche grazie alla presenza del Festival della Letteratura che porta il pubblico a contatto con grandi scrittori ma anche con libri minori e credo che gli spettatori sapranno riservare la stessa attenzione anche agli autori di musica”.
Qual è secondo te la caratteristica più importante di questo festival che si sta confermando sempre più come un momento di notevole interesse per la scena musicale italiana?
“È ancora presto per dirlo dato che per il momento ha ancora poca storia alle spalle. Per il momento ha ancora una connotazione poco precisa a differenza di altre manifestazioni che hanno già una identità più definita. Il bello del Mantova Festival è proprio di avere un’apertura a 360 gradi con un occhio di riguardo alla ricerca sul territorio di giovani talenti. Come ho detto poi a Mantova tutti, dai ristoratori agli albergatori agli organizzatori, hanno già l’abitudine ad accogliere un pubblico di gente attenta e curiosa”.
Cosa si deve aspettare il pubblico dalla tua esibizione del 28 maggio alle 17 in Piazza Alberti?
“Il pubblico che mi conosce, che mi segue anche da lontano e del quale sono molto fiero penso ormai mi conosca e non si sorprenda anche se il concerto è in continua evoluzione con l’inserimento di alcuni inediti. La cosa importante è creare sempre un equilibrio tra la parte acustica, quella dove mi trovo più a mio agio, e la parte dove invece presento i miei brani nella versione del disco. Chi non mi conosce probabilmente resterà invece sorpreso dalla mia esibizione perché, mentre quando scrivo sono più attento e serioso, durante i concerti si crea un ambiente più divertente e partecipativo con il pubblico”.
Parlando invece più in generale del tuo lavoro cosa è cambiato nel tuo modo di preparare il disco e nei tuoi rapporti con l’etichetta con il passaggio alla Radiofandango?
“In questi ultimi quattro anni ma più in generale in tutta la mia carriera solista ho sempre lavorato con etichette molto piccole o addirittura inventate apposta per cui non è cambiato molto nel mio modo di lavorare. Sono abituato ad una grande autonomia nel mio lavoro e la collaborazione con Stefano Senardi, direttore artistico della Radiofandango, mi ha dato la possibilità di avere una grande libertà espressiva anche a livello di marketing. È importante riuscire a lavorare con persona che abbiano la tua stessa attitudine creativa”.
Quali sono i tuoi prossimi impegni per questi mesi estivi, tipicamente mesi ricchi di concerti?
“Tanti concerti appunto e in tutti i modi. Ho in programma di esibirmi sia con lo stesso gruppo che mi accompagnerà a Mantova sia in trio e sto pensando ad altre forme di smembramento del gruppo per adattarsi a più situazioni possibili. Sto anche pensando a altre forme espressive magari in teatro con un attore e una parte recitata. Poi continuo la mia attività come autore. Adesso è uscito il nuovo disco di Samuele Bersani insieme al quale ho scritto un brano come con Gianna Nannini che si esibirà al Mantova Festival lo stesso giorno in cui suonerò io e con la quale spero di riuscire ad incontrarmi…” Magari anche sul palco? “Non so, può darsi. Potrei accompagnarla alla chitarra come ho già fatto. Vedremo. Per il futuro vorrei riuscire a portare avanti le mie due carriere di interprete e di autore”.