Paolo Gregoletto (Trivium)

2 dicembre 2006

Una bella occasione quella del tour Maiden+Trivium di fine anno: conoscere meglio i Trivium, band in ascesa nel panorama heavy internazionale, era una curiosità che avevamo sin dall’uscita di The Crusade. Se poi a questo aggiungete il casuale e fortunato scambio di saluti con Adrian Smith e Dave Murray mentre uscivo dopo aver terminato l’intervista, capirete perché sabato 2 dicembre è stata proprio una ‘bella occasione’.

A parte questo, ecco i pensieri di Paolo, oriundo bassman dei Trivium, portavoce di un gruppo che vedeva il frontman Matt Heafy concentratissimo sin dalle 16.00, momento in cui abbiamo incontrato Gregoletto. Last but not least, solito ringraziamento a RoadRunner Italia per la consueta e gradita collaborazione.

“Tieni conto che The Crusade è stato scritto totalmente on the road. Molte parti sono state composte in maniera separata, abbiamo finalizzato il tutto in studio ma moltissimi brani sono venuti giù nei momenti più impensabili durante il tour. Eppure il risultato ricorda il thrash old style e l’heavy di un tempo, non so bene quale possa essere il segreto che ha fatto sì che il prodotto finale suonasse in questo modo, anche noi stessi non pensavamo di raggiungere il risultato che abbiamo raggiunto. Il metodo compositivo è stato totalmente diverso da quelli che avevamo adottato in precedenza, ognuno di noi ha collaborato nella stesura di musica e lyrics e quando siamo andati a unire il tutto abbiamo incredibilmente avuto pochissime cose da aggiustare. Avevamo avuto la sensazione che The Crusade sarebbe stato un po’ differente da Ascendancy, anche se ognuno aveva la propria idea in testa, ma quando abbiamo sentito il mix conclusivo ci siamo resi conto di aver fatto un passo in avanti nella definizione del nostro sound, che è diventato ancora più personale e diretto di quanto già non fosse.”

“E’ vero che non ci fermiamo da un sacco di tempo ma chi si fermerebbe sapendo che farai un tour di supporto agli Iron Maiden? Voglio dire quando i Trivium sono nati, diciamo nel 2000, i Maiden avevano appena riunito la loro line-up originaria, dopo sei anni siamo qua insieme a loro, suonando ogni notte in un palazzetto completamente sold out da mesi. Oltretutto sappiamo benissimo che spesso la sorte destinata ai gruppi che supportavano i Maiden, era di essere fischiati o di venire ignorati dalla folla. A noi sta andando alla grande, riceviamo accoglienze calorose e man mano che il nostro set prosegue il pubblico ci segue e ci applaude, anche se magari avevano dei preconcetti su di noi oppure non gli interessava nulla della nostra performance. Da un punto di vista è ovvio, la gente è qua per i Maiden e anche noi stessi tutto sommato siamo qua per loro. E’ chiaro che riusciamo a impressionare l’audience magari qualcuno andrà a sentirsi i nostri lavori da studio, è per questo che il fatto che queste date stiano andando così bene, ci galvanizza e ci carica sera dopo sera. Siamo molto ansiosi per queste due date italiane, il vostro pubblico è conosciuto per essere caldissimo e anche fuori di testa, faremo di tutto per farli scatenare!”

“Abbiamo in programma un altro tour al termine di questo che è in corso, in primavera torneremo con ogni probabilità anche in Italia con due shows a Milano e Treviso o da quelle parti. Faremo un tour da headliner, portando la nostra scenografia e il nostro spettacolo al massimo delle proprie potenzialità, cercando di riempire i club e di continuare a fare crescere il nostro seguito. Ognuno di noi è consapevole dell’esposizione a cui siamo sottoposti, ma questo non ci condiziona. Voglio dire, andiamo on stage per spaccare tutto perché vogliamo effettivamente farlo, se poi siamo di fronte a trentamila persone o a cinquanta fans per noi è un momento da dedicare esclusivamente a chi viene a vederci. Chiaro che avendo un’etichetta che punta forte su di noi e avendo riscontri positivi in così tante nazioni diverse vogliamo essere noi stessi i primi a pensare in grande. Il business non ci spaventa, anche se siamo consapevoli che al giorno d’oggi puoi essere lanciato e lasciato da parte in pochissimi anni. Devi essere ambizioso, credere in te stesso ma soprattutto avere l’umiltà di metterti sempre in discussione e di proporre musica di qualità a ogni release, continuando a suonare un concerto dopo l’altro. Prendi i Maiden, sono fuori da trent’anni e continuano ancora a proporre dischi di livello e a fare tour massacranti quando potrebbero godersi il meritato successo! Noi abbiamo solo cose da imparare ma abbiamo la voglia di creare qualcosa di importante che cresca e che rimanga nel tempo.”

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