Patrick Wolf, ovvero quello che fu l’enfant prodige della sperimentazioni folktronica, é ormai grande. Ora, all’età di 27 anni, esce con un nuovo lavoro, che distanziandosi fortemente dalle tipiche atmosfere futuristiche delle precedenti opere, rivela una grandissima vocazione per il pop orchestrale. Patrick Wolf consegna ai suoi fan “Lupercalia” in uscita il 21 giugno, un album che celebra l’amore e la vita in un tripudio di melodie appassionate. Gli abbiamo chiesto qualcosa in piú su questo lavoro, che sembra essere dettato da un presente decisamente felice…
Ascoltando” Lupercalia” viene subito da pensare che questo tuo nuovo lavoro voglia dare un taglio netto al passato…
Beh, essendo arrivato al quinto album avevo voglia di cambiare radicalmente qualcosa nella mia musica…non volevo assolutamente rimanere bloccato al passato, nè tantomeno ripetermi. Ho deciso di lavorare con un produttore di Los Angeles, e ci è venuta l’idea di creare un album orchestrale, ovvero qualcosa di molto diverso rispetto a quello che avevo realizzato fino a quel momento. Quando ero più giovane, non mi sarebbe mai venuto in mente di impegnarmi in questo tipo di musica…ma ora sentivo il bisogno di creare un album che riflettesse esattamente tutte le cose belle che mi stanno succedendo, che descrivesse le emozioni che sto provando.
Sei sempre stato uno sperimentatore…possiamo considerare questa svolta pop il tuo nuovo esperimento?
Certamente, io sperimento di continuo. Sono sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo ed ora volevo mettermi alla prova con qualcosa che non avessi mai fatto, come ad esempio un album orchestrale. Lo so che nel 2011 è difficile essere veramente originali, io ci ho provato…ho cercato di esserlo soprattutto rispetto a me stesso, a quello che ho composto nel passato.
Il suono di “Lupercalia” è più minimalista rispetto a “The Bachelor” ed agli altri lavori precedenti. Sembra che tu abbia deciso di abbandonare le tue tipiche sonorità barocche…
Verissimo. Questo è un album sicuramente più pop rispetto ai precedenti. Volevo però provare a creare della musica che venisse direttamente dalla mia anima, qualcosa di estremamente romantico. Non mi sentivo più di scrivere canzoni che avessero a che fare col dolore e la sofferenza…semplicemente perchè non è quello che sto sentendo ora. Volevo che “Lupercalia” riflettesse il mio spirito di oggi. Con “The Bachelor” descrivevo un’idea della vita completamente diversa da quella che ho in questo periodo, nasceva da esperienze di vita diverse.
La tua voce ha un ruolo importantissimo in “Lupercalia”,come non lo ha mai avuto prima… è stato volontario questo tipo di virtuosismo?
Si hai ragione. L’idea mi è venuta in mente durante il mixaggio. è stata una decisione difficile, dettata soprattutto dalla mia voglia di sfidarmi. Ho voluto usare i microfoni migliori per ottenere il massimo che potevo dare.
Mentre lavoravi su questo album, hai pensato al rischio di deludere i tuoi fans con queste sonorità pop?
No in realtà non l’ho pensato. Quando ho inciso “The Magic Position” mi è stata chiesta piú o meno la stessa cosa, ovvero se non sentissi di deludere i fan di “Lycanthropy”. Ti rispondo così: se mi fossi ripetuto mi sarei sacrificato come artista. Volevo che l’album piacesse in primo luogo a me. Non dico che io non pensi anche ai miei fan quando lavoro ad un nuovo album, ma voglio sentirmi soddisfatto di quello che faccio.Vorrei che il pubblico apprezzasse la mia genuinità, la mia sincerità nel comporre qualcosa che descriva esattamente come mi sento.
Cosa diresti alle persone che ascoltando “Lupercalia” si chiedono se tu sia diventato un artista mainstream?
(risata) Beh gli direi: grazie mille, lo prendo per un complimento! Il fatto di raggiungere più persone mi rende davvero felice. Non voglio cambiare il mio modo di fare musica per essere più accessibile, ma è molto bello quando scrivi una canzone e alle persone piace. Non credo esista una persona al mondo che non la pensi così. Penso di non deludere nessuno con questo album…questo è un album sulla gioia di vivere. Sto condividendo sentimenti positivi col mio pubblico, e non credo che faccia del male a nessuno! Non mi interessa se qualcuno ci vede del negativo in questo. Credimi, ero davvero stanco di comporre musica che esprimesse sofferenza…non voglio più pensare a quei momenti della mia vita.
Cosa stai ascoltando in questo periodo? Te lo chiedo perchè in “Lupercalia” sembra che anche le tue influenze siano cambiate…ci sono moltissimi rimandi a sonorità anni 80…
Mmm…fammi pensare. Ci sono molti cambiamenti a dir la verità. Sto ascoltando molta world music, tanta musica classica e tropical music: tutto quello che celebra la gioia di vivere. Non sono molto attento a ciò che passa la radio ultimamente, sono troppo concentrato su quello che possa stimolare la mia fantasia. Direi che i rimandi agli anni 80 sono piuttosto involontari. Ci sono i sintetizzatori è vero, ma anche sassofoni, violini, c’è tanto altro. Ero un po’ stanco di suonare la viola da solo…
Il successore di “The Bachelor” sarebbe dovuto uscire nel 2010 ed intitolarsi “The Conqueror”: come mai questi cambiamenti? La produzione di questo album è stata piú travagliata di quanto ti aspettassi?
Ti dico quello che è successo mentre lavoravo su “The Conqueror”: non mi piaceva il concetto che ne stava dietro. Volevo smetterla di essere il permorfer arrabbiato e aggressivo che ero. Volevo tornare alle mie radici, al mio cuore, volevo tornare a dare voce al mio lato romantico, alla passione, all’innocenza. L’amore ha cambiato tutto…ha cambiato il mio modo di pensare. E stato una sorta di risveglio, è davvero una bella sensazione.
Ti senti quindi anche un’artista diverso?
Certamente, mi sento completamento diverso. Mi ricordo tutte le sensazioni che ho provato quando è uscito “Wind in the Wire”s e “The Bachelor” e credo che tutte queste esperienze mi abbiano profondamento cambiato. A 27 anni ho ancora così tanto da dare, non ripenso mai al passato…penso solo a quello che potrò dare nel futuro. Ogni album mi ha fatto maturare come artista, ed anche come cantante.
Dopo “The Magic Position”, che era stato prodotto da una major, hai deciso di auto-produrre “The Bachelor”creando una tua label…posso chiederti come mai hai deciso di tornare a lavorare con una major?
In realtà non era previsto. Sono venuti da me dicendomi: ok Patrick adoriamo la tua musica, siamo disposti a metterti sotto contratto, ti diamo questo e quel budget, ti diamo i soldi per gli shows, per i video. Tutte cose che con la mia label non avrei potuto ottenere. Non c’era ragione per dire di no. Forse se fossi stato agli esordi non l’avrei fatto, ma ora sono al quinto album ed ho il potere di prendere decisioni, di dire la mia…cosa che prima non avrei potuto fare.
Parlaci di Lumeralia…l’EP che uscirà in concomitanza con Lupercalia…
Beh, diciamo che volevo un accompagnamento all’album. Lumeralia è lungo 8 tracce ed è molto astratto…c’è molto di me. C’è un pezzo che ho scritto quando avevo 16 anni per dimostrare a me stesso di essere un compositore, ci sono elementi classici. Si tratta di un album abbastanza triste, diciamo che è il lato malinconico di Lupercalia.
Valentina Lonati