Un anno e mezzo dopo il fortunato “Psalms of Extinction”, che ha portato la band in giro per il mondo e per l’Europa con gli amici Nightwish, i Pain tornano alla ribalta con questo “Cynic paradise”, che conferma il valore della band svedese. Incontriamo telefonicamente un ermetico, ma esaustivo, Peter Tagtgren, unica mente attorno al progetto, per discutere del nuovo disco, del recente passato e per scucire qualche dettaglio sul futuro del progetto che lo ha lanciato nello showbiz, i mai dimenticati Hypocrisy.
29 ottobre 2008
Il nuovo disco dei Pain sarà nei negozi alla fine di ottobre (venerdì 31/10, ndr), potresti spiegarci qualche dettaglio su questo disco?
Cosa posso dire.. che è più “in your face” rispetto ad altre nostre release, con canzoni non molto complicate e poco elaborato dal punto di vista della produzione. Questa volta, per me, è stato importante dedicare gran parte del tempo alla musica e poco alla produzione: per capire questa cosa sono stati necessari ben cinque album. Con “Cynic paradise” ho avuto ben chiare le idee su cosa fare con i Pain: mentre le altre volte avevo in testa molti pensieri, in questo disco ero sicuro di cosa volevo fare.
Molti titoli di queste canzoni richiamano canzoni note di artisti molto famosi (es. Monkey Business degli Skid Row). E’ stata una cosa pianificata?
No, la registrazione di questo disco è stata, per me, come un giro sulle montagne russe. Infatti, oltre all’attitudine industrial, che è la linea rossa che collega tutte le canzoni, in questo disco ho voluto dare spazio anche a stili musicali diversi, come l’attitudine southern rock di “Have a drink on me”. Per me, questo disco è stata un’occasione per provare qualcosa di diverso, pur mantenendo ben salde le mie radici.
E sulla collaborazione con Anette Olzen dei Nightwish?
Ci siamo conosciuti durante il tour europeo della scorsa primavera. Ho parlato con lei durante i due mesi di tour, proponendole di fare qualcosa insieme in questo “Cynic paradise”. Ho scritto queste due canzoni proprio pensando al fatto che ci avrebbe cantato lei; è stata un’esperienza interessante avere una donna che cantasse nel mio disco, una formula totalmente differente per i Pain. Inoltre, ho cercato di farla cantare più “heavy” rispetto a come canta nei Nightwish.
Il tour che avete fatto con i Nightwish è stato caratterizzato dall’aggressione che vi ha colpito in Germania. Avete ancora dei ricordi o state cercando di dimenticarlo?
Ad essere sincero, sto cercando di ricordare qualcosa perché, quando avvenne il fattaccio, eravamo ubriachi. Semplicemente, abbiamo incontrato le persone sbagliate al momento sbagliato e nel posto sbagliato: erano tre teste di cazzo che se ne fregavano di chi fossero quelle persone con i capelli lunghi.
Perché avete fatto passare così poco tempo tra la vostra precedente release e questo “Cynic paradise”?
In genere, la stesura di un disco dei Pain mi richiede due anni. Ma, questa volta, ho iniziato a scrivere molto presto le canzoni rispetto a “Psalms of extinction”, con il risultato che ho impiegato poco meno di un anno e mezzo. Ho cercato di pubblicarlo il prima possibile anche per sfruttare il successo ottenuto durante il tour con i Nightwish, per evitare che la gente si dimenticasse di noi.
Come è stato fare da spalla ai Nightwish, pur suonando musica molto più pesante?
È stata una cosa bellissima, i Nightwish han fatto di tutto per farci sentire “come a casa”, e non smetterò mai di ringraziare quello che han fatto per supportarci. Speriamo che anche la gente non si sia dimenticata di noi (ride, ndr)!
Per quale ragione siete “tornati al passato”, passando a Nuclear Blast dopo un disco con Roadrunner Records?
Non lo so, è stata una cosa strana.. Roadrunner Records spese molti soldi per la produzione del disco, i video e per farmi volare ovunque per fare interviste. All’uscita del disco, però, si sono bloccati e non hanno più fatto niente. Hanno creato dell’hype attorno all’album, ma si son fermati là, scaricandomi addosso l’organizzazione dei tour promozionali, compreso quello con i Nightwish.
L’ultima domanda è sulla tua carriera con gli Hypocrisy e come produttore. Ci sono piani per il futuro?
Come Hypocrisy sto scrivendo alcune canzoni nei ritagli di tempo, ma per ora il progetto è “in vacanza”. Forse faremo uscire qualcosa il prossimo anno. Come produttore, invece, non ho più tempo per seguire molte band: infatti, mi sto limitando a non più di un paio di progetti all’anno. La mia musica, infatti, la ritengo, per ora, molto più importante.
Nicola Lucchetta