Phil Demmel (classe 1967) noto per la sua militanza nei Machine Head, è passato di recente in Italia per alcune clinic organizzate dalla Jackson Guitars. Disponibile, rilassato e tranquillo ci ha parlato delle sue esperienze come chitarrista, dei propri gusti e del parere che ha relativamente all’industria musicale contemporanea. Infine ci ha raccontato quali obiettivi ha ancora da raggiungere e di quei sogni nel cassetto che un giorno vorrebbe vedere realizzati.
Quali sono state le band che ti hanno spinto a iniziare a suonare la chitarra?
“Quando iniziai a suonare la chitarra ero un fan sfegatato dei KISS! Tuttavia è stato grazie ad Angus Young e agli AC/DC che ho deciso di imparare sul serio e di dedicarmi allo strumento con impegno. Angus era incredibile, faceva urlare e stridere quella chitarra in un modo assurdo, mi affascinava tantissimo. Ammetto che ascoltavo parecchio anche i Journey e molte band hard rock a fine anni settanta. Poi col tempo rimasi nuovamente folgorato dai pezzi dei Judas Priest, quindi i giri degli Iron Maiden mi fotterono il cervello! Di lì a poco essendo originario della Bay Area ascoltai i Metallica e di lì a poco gli Slayer. Questi ebbero un’influenza totale sulla musica dei Vio-Lence e sulla mia formazione come chitarrista thrash metal.”
Quanto è cambiato il tuo modo di suonare in questi anni?
“Molto ovviamente, basta interagire con altri chitarristi e cogliere le loro abilità e capire il loro modo di suonare. Sono sempre stato molto istintivo a dire il vero, quando ho iniziato io non avevamo ultimate guitar punto com oppure youtube, dovevi scriverti tu le tablature ascoltando i pezzi provando e riprovando i passaggi più complicati. Serviva un sacco di tempo, fondamentale per imparare a suonare come si deve. Ancora oggi quando ci sono le giornate dedicate alle prove suono almeno per cinque ore al giorno, quando sono da solo una o due ore ogni notte. La pratica è essenziale, non si va da nessuna parte senza provare e riprovare.”
Hai ancora sogni nel cassetto da realizzare?
“E’ curioso che tu me lo chieda, io stesso me lo domando spesso. Mi rendo conto di essere una persona molto fortunata ad aver raggiunto così tanti obiettivi nella mia vita, quando guardo alle foto che ho a casa, guardo tutti i dischi incisi o ripenso a momenti incredibili come i concerti che abbiamo fatto di spalla agli Iron Maiden o ai Metallica mi emoziono ancora. Dovessi stilare un’ipotetica checklist le voci sarebbero sicuramente fare un concerto insieme ai Kiss e agli AC/DC, uno insieme ai Priest, vincere un Grammy e partecipare a una puntata dello show di Jimmy Fallon che è davvero una figata.”
Cosa ti piace e cosa non ti piace dell’industria musicale di oggi?
“Domanda difficile, rispetto a prima c’è molta più facilità nel reperire musica e nel portarsela sempre con sè. Di contro è molto più difficile sopravvivere con questo mestiere e gli spazi per le nuove band sono sempre inferiori. Tuttavia la voglia di suonare è la stessa di sempre, questa penso sia solo una cosa positiva nonostante tutti i problemi che possono esserci…”