Reset! è un collettivo di dj e produttori milanesi attivi da diversi anni come singoli attori. I cinque membri hanno unito le forze nel 2007 e ora sono pronti a partecipare a Electrovenice il 18 giugno. Li abbiamo raggiunti per scambiare qualche parola con loro.
Che aspettative avete per l’Electrovenice dove suonerete il 18 giugno nella bella cornice di Parco San Giuliano a Venezia?
Di far saltare la gente! L’anno scorso è stato bellissimo, l’ambiente, la musica, lo spirito. Una vibe fighissima.
Suoneremo davanti a migliaia di persone al fianco di dj incredibili come Fatboy Slim, Deadmau5 e Afrojack. Sarà un confronto stimolante.
Che importanza date a questa kermesse?
I festival sono uno di quei tasselli di cui parlavo prima, indispensabili per costruire una scena solida……. Electrovenice sembra aver messo una prima pietra in questa direzione, speriamo sia di esempio per altre organizzazioni e che magari nei prossimi anni ci siano più eventi di questo genere ! Siamo molto felici di prenderne parte, suoneremo per chi già ci conosce ma sarà soprattutto un ottima occasione per proporre il nostro sound ad un nuovo pubblico !
Siete 5 dj e ognuno di voi lavora anche in proprio: come riuscite a conciliare le vostre differenti visioni creative?
Abbiamo influenze molto ampie e differenti, dal funk all’hip hop dalla psichedelia all’ hard rock, ma in studio siamo quasi)sempre molto allineati. Perché in fondo a tutti noi piace sostanzialmente la BELLA musica e la convergenza di tutte queste idee in un nostro sound personale. E’ quello che conta davvero.
Come è cominciata la collaborazione con i Cassius e la loro etichetta?
Due anni fa abbiamo suonato prima di loro ai Magazzini Generali. A fine set Philippe Zdar, colpito dal nostro set pieno di sonorità funk, ci chiese un remix. Appena ricevuto, ci ha chiamati entusiasta dicendoci che voleva assolutamente fare altra musica con noi! Poi è arrivato il remix per il loro classico “99” e ci hanno voluti con loro e i Justice alla chiusura del Pacha di Ibiza e in un sacco di altri dj set. Abbiamo anche in programma una collaborazione su un brano originale in un futuro prossimo…
Avete già remixato vari artisti di fama internazionale: per quali è stato più interessante lavorare e perché?
Ci sono due diversi livelli: la soddisfazione per esser contattati da grandi nomi che rispetti, come Fatboy Slim, Audio Bullys o Robyn, e quella di riuscire a prendere una canzone pop e dargli un proprio “twist” rendendola una bomba per la pista. Il nostro preferito finora è Annie You Save Me per i Graffiti 6.
Un artista o band o anche un brano specifico) che vorreste a ogni costo remixare?
Jamiroquai? Moroder? Yeasayer? Ma anche mettere le mani su qualche bel multitraccia di Marvin Gaye o Stevie Wonder potrebbe essere un’esperienza favolosa…
In Italia in ambito dance ci sono tanti singoli artisti riconosciuti a livello internazionale, ma a differenza che in altri posti, come ad esempio in Francia,non si è mai arrivati a parlare di un “movimento” o una “scena”: a vostro avviso come mai?
Pensiamo che questa convinzione – che in Italia non ci sia una ‘scena’ – sia radicata da lungo tempo nell’immaginario, ma che in tutto questo tempo le cose siano cambiate: negli ultimi anni abbiamo visto nascere un sacco di eventi e crescere diversi produttori competenti e che stanno facendo davvero bene. Non è forse questo abbastanza per poter parlare già di una ‘scena’ ? Se da un lato è vero che scarseggiano delle strutture solide in alcuni degli altri campi che vanno a formare un movimento (etichette discografiche, riviste di settore, blog, radio etc) e personalità che sappiano svolgere la loro figura professionale con ottica lungimirante e diciamo di non-speculazione (direttori artistici, promoters etc) , dall’ altro lato bisogna constatare che parecchie cose si muovono e mediamente il pubblico si sta aprendo alle cose diverse….ci è capitato di suonare in occasioni diverse dalla serata club standard e ricevere l’apprezzamento dei tipi di pubblico più trasversali.
Qual è stata la situazione più strana in cui vi è capitato di suonare?
Abbiamo suonato in piazze, parchi e piscine, cave minerarie,spiagge, tendoni da circo e carri in parata, ville, spiagge, piattaforme sul lago e baite in montagna….mercoledì scorso abbiam suonato in un casale in Puglia, bellissimo ! E club minuscoli e giganti tra Australia, Asia, Stati Uniti e Europa. E ogni posto aveva in sé qualcosa di strano. Percepire l’energia di tanta gente è sempre strano. E’ prendere la scossa dal mixer perché ci rovesciano dell’alcol o modelle che spengono la musica cascando sulla consolle che non è così strano!
Nei video dei vostri pezzi c’è sempre un tocco retrò… come mai?
Perché siamo grandi nostalgici degli anni ’70. La musica, i film, l’arte… rimane il nostro più grande serbatoio di ispirazione come periodo di massima proliferazione della creatività. A tutti i livelli. Prima del rincoglionimento di massa.
Marco Agustoni