29 maggio 2008
Dato che la musica melodica italiana necessita in continuazione di nuova linfa, abbiamo l’onore di presentarvi il prossimo prototipo di artista del made in Italy: Rino de Maria. Scoperto da Fabrizio Giannini (che in passato ha lanciato nomi come Ligabue, Laura Pasini, Irene grandi e Tiziano Ferro) il buon Rino presenta tutte le caratteristiche giuste per affermarsi come idolo delle ragazzine: un visetto decisamente carino, un singolo d’esordio (“Rilassati un po’” ndr) melenso quanta basta, e una voce “napoletaneggiante” che ricorda Gigi d’Alessio.
Durante l’intervista Rino si è comunque dimostrato un ragazzo alquanto genuino e assennato, non il classico ‘mascalzoncello napoletano’ come ci si può aspettare, ma un mix di timidezza e decisione che lo rende alquanto attraente. Il suo album uscirà entro metà Luglio, chissà se ci regalerà qualche spiraglio di luce che possa far intravedere il vero artista che c’è in lui. Ecco le domande che gli abbiamo rivolto:
Da quanto sei nel mondo della musica?
È da quando ho 11-12 anni che oltre a cantare suono anche la chitarra.
Durante il liceo è stato poi il periodo delle band improvvisate: scrivevo due cavolate, quattro accordi e si iniziava a suonare.
Quando invece da Napoli mi sono trasferito a Milano per studiare economia in Bocconi c’è stato il momento di stallo: ero talmente assorbito dalla mia vita universitaria che non avrei mai e poi mai pensato di fare musica. Poi però mi è capitato di far sentire qualcosa a Luca Rustici (noto produttore ndr) e grazie al suo aiuto ho presentato un demo a Fabrizio Giannini. Ed è da li che è partito tutto.
Quanto c’è di autobiografico nei testi che hai scritto?
Dipende. Alcuni sono autobiografici, come Rilassati un po’, altre sono esperienze di amici su cui poi ho creato una storia che rielaborato in modo musicale.
È comunque tutta vita vissuta, non c’è assolutamente nulla di inventato e c’è anche molto della mia vita universitaria.
C’è anche qualche riferimento all’attualità della tua città, problemi, emergenze ecc?
Direi di no.
Non ho parlato molto della mia città anche perchè non ho semplicemente sentito il bisogno di mettere i problemi della mia città in musica. Lo lascio a chi di dovere. Mi sono più che altro concentrato sul rapporto uomo- donna e sui problemi che ne derivano.
Dal punto di vista dei tour, concerti, live cosa ci puoi dire?
Ora come ora le cose sono tutte a livello primitivo, è ovvio però che il mio sogno sarebbe fare un tour mio. Anni fa comunque suonavo spesso dal vivo in cover band del nascente brit pop come Oasis o i Blur.
Un tuo parere sulla diffusione della musica tramite internet.
Il mio parere su internet è positivo su tutti i fronti.
Non parlo soltanto dal punto di vista musicale ma anche da quello dell’informazione a tutto tondo: personalmente ho smesso anche di guardare i telegiornali in tv perché li reputo assolutamente di parte, un tipo di informazione scorretta.
La rete invece, essendo meno controllata, fornisce più elementi per capire come stanno veramente le cose.
Anche nel campo musicale credo che sia una risorsa fondamentale e indispensabile per il futuro: internet è in mano a tutti ormai e ha più visibilità della tv.
V.L.