E’ uscito il 26 febbraio “Equilibrio Precario“, nuovo album di Roberto Ciotti. L’artista è un musicista con un lungo percorso di grande coerenza artistica alle spalle, che oggi lo consacra come il rappresentante più autorevole del “Blues Mediterraneo”. Il suo stile chitarristico, la sua voce ed il suo suono inimitabile sono gli elementi distintivi che fanno di Ciotti un artista amato e rispettato da più generazioni, un punto di riferimento per gli amanti del rock blues latino.
Quali sono state le tempistiche per la realizzazione del disco?
Pre-produzione al computer con la calma necessaria, poi la registrazione coi musicisti.
Quanto sono durate le fase di songwriting e di registrazione?
In genere quando scrivo un album mi concentro per un anno e tiro fuori i pezzi con un filo comune. In studio con gli arrangiamenti già chiari 10 giorni, i mix 12 giorni.
In cosa Equilibrio Precario differisce dai tuoi lavori precedenti?
Ho cercato un suono più moderno che poi ho ritoccato nel secondo mix che ho fatto a dicembre. Il precedente album Troubles & dreams era interamente vintage. In questo ci sono suoni moderni che con molta parsimonia danno un tocco di novità al lavoro.
A quale canzone sei maggiormente legato? Per quale motivo?
Il brano che dà il titolo all’album è Equilibrio precario che rappresenta al meglio il mio sentimento di oggi che non è proprio positivo!!! Le canzoni più belle per me sono Free bird e Sometimes I feel.
Nelle note parli di come hai dirottato le energie verso il mercato estero: quanto è cambiata la situazione in Italia negli ultimi anni per la musica di qualità dal vivo?
Qui siamo nella “mer..”! Io sto valutando seriamente la possibilità di trasferirmi all’estero, però non voglio ricominciare da zero… In Africa, dopo il successo dell’anno scorso, riparto ad aprile con nuovi progetti a Dakar; ho rappresentato l’Italia senza orgoglio a maggio 2012 al festival di Saint Louis jazz e a Dakar conosco tutti i più grandi musicisti.. li si che si suona!
C’è mai stato effettivamente spazio per questa nel nostro paese dal 2000 in poi?
Sono 40 anni che giro e incido senza mai fermarmi. In Italia le cose un tempo andavano bene ma da un po’ di anni è diventata “pietosa”. Sono stato in Brasile, Repubblica Ceca, Russia Usa, Slovacchia, Germania, Svizzera, Arabia , Senegal. E non è possibile che per la musica noi stiamo peggio del terzo mondo..
Attualmente dove si concentrano i mercati migliori per la tua proposta musicale?
A Bratislava il 7 febbraio ho riempito un teatro…radio tv manifesti articoli fantastici. In Senegal hanno ripreso l’intero concerto in tv (in Italia questo è quasi impossibile!). A Mosca 2011 auditorium pieno, 1000 persone, con tv radio. A Praga un festival con Canned Heat… Ovunque mi apprezzano per il mio blues mediterraneo originale più melodico di quello americano.