Abbiamo raggiunto la giovane cantante Selene Lungarella, astro nascente della musica leggera italiana. Un percorso artistico di vecchio stampo il suo: tanta gavetta prima di pubblicare pochi mesi fa il proprio album di debutto, “Selene con la E”. Ora sarà a Sanremo in veste d’inviata speciale per Modena Radio City. Ecco cosa ci racconta di tutte queste sue esperienze.
Il tuo primo disco, “Selene con la E”, è uscito nel settembre del 2010. Come è stato accolto dal pubblico e dalla critica? E quali difficoltà hai dovuto superare per realizzare questo tuo album di debutto?
Non mi posso assolutamente lamentare. Dallo scorso settembre quasi 200 radio hanno passato il brano trainante del cd, “Dall’Alto”, ho avuto qualche buona recensione e tanti contatti nel mondo della stampa musicale, ma il lavoro d’altra parte è appena cominciato! L’album, che racchiude tre anni di ricerca e di lavoro, contiene al suo interno 5 brani che guardano alla vita con positività e propositività, rispecchiando la mia persona e ciò che vorrei donare al mondo. Il pubblico a tal proposito si divide e sceglie il proprio pezzo preferito: c’è a chi piace più “Come la rugiada”, che omaggia la voce delle interpreti protagoniste della canzone italiana e non solo; chi preferisce “L’Ultimo degli Uomini”, che parla di sogni e del cui testo sono, in parte, autrice; c’è chi si rivede nella storia di “Accoglimi” e chi ama Alberto Fortis e il brano che mi ha donato, “Dall’Alto”, in cui invita me, e attraverso di me tutti i giovani, a non aver paura del futuro, nonostante si viva in un momento di grande incertezza sociale.
Le difficoltà per arrivare a questo debutto discografico sono state per lo più tecniche e comunque iniziali, legate alla scelta dei brani: fino all’età di 22 anni ho sempre cantato canzoni edite e non mi rendevo conto di quanto sia difficile trovare brani belli e adatti alla propria persona e alle proprie caratteristiche interpretative. Per il resto posso ritenermi fortunata, perché ho incontrato delle persone che mi hanno apprezzata e che credono in me, e mi riferisco soprattutto al mio produttore Riccardo Benini e allo stesso Alberto Fortis.
Nel disco infatti è presente un duetto con Alberto Fortis nel brano “Dall’Alto”, scritto tra l’altro dal musicista stesso appositamente per te. Dove vi siete conosciuti, e che cosa l’ha colpito di te?
Quello che posso dirvi è che ci siamo conosciuti a maggio del 2009, durante la finale nazionale del Festival Cabaret Emergente al Teatro Storchi di Modena, di cui è direttore artistico il mio produttore Riccardo Benini. Eravamo gli ospiti canori della serata ed io stavo presentando il mio secondo singolo “L’Ultimo Degli Uomini”…(ndr. ride) Magari dovremmo chiedere a lui che cosa lo ha colpito di me…
Ascoltando le tue canzoni ho avuto l’impressione di uno stile canoro molto ‘classico’, ancorato alla tradizione della canzone italiana e alla sua vocalità, e sto pensando anche al tuo spettacolo “Se Stasera Canto Qui”, in cui sei accompagnata dal pianista Teo Ciavarella. In breve: quali sono state le maggiori fonti d’ispirazione per la tua musica? Quali i maestri che più ti hanno segnato? E oggi, invece, quali sono gli artisti emergenti che più ti piacciono?
Sì, ho una vocalità classicamente italiana. Io sono nata in Svizzera e grazie ai miei genitori sono cresciuta con la musica italiana degli anni ’60 – ’70 e ’80. La prima canzone che all’età di 4 anni ho suonato al pianoforte, ad orecchio, è stata “Le Mamme” di Toto Cutugno. Certo, la mia cultura musicale si è poi ampliata e ho imparato ad amare anche la musica classica, la musica internazionale e quella rock, e questo lo devo ai miei fratelli. Inizialmente apprezzavo più la parte strumentale che i testi, ma col tempo, e soprattutto dopo aver conosciuto Riccardo Benini, ho scoperto un amore incredibile per grandi autori come Mogol, Cheope, Bruno Lauzi e molti altri… ed ho iniziato a fare un gran lavoro sui testi. Per esempio mai prima avrei pensato di poter cantare “I Migliori Anni Della Nostra Vita” di Renato Zero o “Mediterraneo” di Mango, mi parevano canzoni difficili da interpretare. Solo oggi posso dire che mi rappresentano, perché ho capito quella magia che c’è all’interno di un testo. Tra i giovani cantanti italiani mi piace Malika Ayane, Emma Marrone, Alessandra Amoroso, Jessica Brando, Nathalie, i Rio… Tutte voci belle che ti restano dentro. La voce ha un grande potere, quello di emozionarci…
Nella tua carriera sei partita dalla classica gavetta e non hai mai partecipato a nessun talent show. Come mai questa scelta? E che cosa pensi di questo fenomeno?
Parto dal presupposto che la musica sia amore, condivisione, gioia, unione, e non competizione. E’ per questo che nella mia vita la musica mi ha fatto fare delle scelte diverse dalla partecipazione ai talent show o più in generale ai concorsi canori, e se ho provato un paio di volte era più per curiosità e per vedere cosa c’era al di là del mio paese. Non è che non voglia confrontarmi, ma credo che le grandi macchine mediatiche generino nei giovani delle difficoltà, anche psicologiche, dopo un ‘successo facile ed immediato’. Per citare una canzone di Gianni Morandi, “Uno su mille ce la fa” e qualche volta “Uno su un milione ce la fa”. Io ho scelto di fare un percorso diverso da quello che oggi tutti sognano di intraprendere, che è quello della gavetta classica, e non me ne pento, anzi, lo condivido con allegria e passione con le persone che mi seguono e mi sostengono. Che devo dire! Certo, sarebbe bello avere successo come cantante, ma ciò che cerco e ho sempre cercato non è il successo “a tutti i costi”; mi sto facendo guidare dalla vita e sto cercando di capire se questa mia grande passione può diventare, come spero, anche il mio mestiere.
Andrai a Sanremo in veste di inviata speciale per Modena Radio City. Perché questa scelta? In futuro, ti piacerebbe prendere parte al Festival come protagonista? E cosa rappresenta Sanremo per te?
Sarà divertente poter raccogliere e condividere emozioni e impressioni sul festival più importante della canzone italiana, parlare di ciò che accade intorno a questa intensa e un po’ folle vita sanremese, quando i personaggi sono lontani dal palco e dalla passerella. Il tutto, naturalmente, sarà letto e interpretato dal punto di vista di una cantante alla quale, non nascondiamolo, piacerebbe partecipare, in futuro, al Festival di Sanremo che rappresenta la mia infanzia e la musica italiana…Quest’anno poi a condurre il festival ci sarà colui che rappresenta da generazioni la musica italiana: Gianni Morandi!
Oggi per un giovane quali sono i maggiori ostacoli che deve affrontare per riuscire ad emergere e a far sì che si parli della sua musica. E quali sono stati gli ostacoli che tu stessa hai dovuto affrontare quando hai mosso i tuoi primissimi passi?
Credo di partire da un grande vantaggio, quello di avere una famiglia ancorata ai veri valori della vita e del lavoro. Per ottenere una cosa bisogna lavorare con caparbietà, con amore e dedizione, senza scendere a inutili compromessi: molto probabilmente è da lì che nascono le mie scelte. Io sono un’autodidatta e ciò che ascoltate nel mio album è la mia voce naturale; la mia vera maestra, la mia vera scuola è stata la vita, che negli anni è stata ricca di incontri meravigliosi che porterò sempre nel mio cuore. Non ho avuto grandi ostacoli se non le classiche paure che ognuno di noi ha, ho sempre cercato di seguire il mio istinto e soprattutto di ascoltare il mio cuore e ciò fino ad oggi mi ha dato ragione.
Hai già cantato in manifestazioni prestigiose come il Premio Lunezia, il Premio Walter Chiari, etc., accanto ad artisti come Andrea Bocelli, Lucio Dalla, Elio e le Storie Tese e molti altri. Che cosa hai imparato da queste esperienze? E, in futuro, con chi ti piacerebbe collaborare?
Sono state delle esperienze meravigliose, ognuna di loro per la sua unicità. Il mio sogno è di duettare con Celin Dion (ndr. ride) chiedo troppo? Scherzi a parte, vorrei solo continuare a fare ciò che sto facendo e spero che la musica mi possa continuare a donare esperienze e momenti incredibili…ma questo dipenderà anche dal consenso che troverò nelle persone. Come dico sempre, il futuro è tutto da scrivere!
E i progetti a breve termine, invece? Che cosa farai nei prossimi mesi dopo Sanremo?
Il primo febbraio è stato lanciato in radio il mio secondo singolo “Come la Rugiada”, scritto da Gianni Gandini, di cui è già in circolazione un video realizzato grazie ad una nota azienda italiana leader nella nail art. Inoltre stiamo definendo la partecipazione ad altri importanti programmi radiofonici. Nei prossimi mesi continuerò a promuovere il mio album in giro per l’Italia, con varie presentazioni a Brescia, Roma, Milano ecc. Nel frattempo stiamo lavorando ad un nuovo progetto e, se posso approfittare di questa splendida vetrina che è OUTUNE, colgo l’occasione per fare un annuncio a tutti gli autori: se avete dei brani da farmi ascoltare potete scrivere a info@selenelungarella.com.
Stefano Masnaghetti