In occasione della loro data all’Alcatraz di Milano del 9 giugno, abbiamo scambiato qualche parola con il bassista nonché membro fondatore dei Sevendust, Vinnie Hornsby. Ecco ciò che ci ha raccontato.
Siete un grande act negli Stati Uniti e nel resto d’Europa, aiutate anche i fan italiani a capire “cosa” e non “chi” sono i Sevendust.
Sevendust è “Hey…”, qualcosa che ti deve sorprendere e colpire. Siamo una band che suona da una vita, con una forte relazione interna che vive per i fans e per la band stessa. Siamo in tour da sempre, siamo dei fratelli.
Avete una line up solida, eccezion fatta per il periodo in cui Clint Lowery ha lasciato la band…la principale differenza tra gli album con Clint e quelli con Sonny (chitarrista degli Snot)?
Forse senza Clint avevamo un sound più pesante, più heavy. Con Sonny c’era questa componente ed è stato bello per qualche anno avere un sound diverso. Ma poi Clint è tornato e la sua componente melodica è davvero invincibile.
Hai ricordi della vostra esibizione al Woodstock ’99? Io ero troppo giovane, ma i video evidenziano una performance storica…
Sì, ricordo tutto benissimo. Soprattutto un ragazzo ed una ragazza completamente nudi!! Ti dico, non ci aspettavamo davvero niente. Eravamo in tour, in promozione. Abbiamo suonato e la gente ha partecipato oltre ogni aspettativa: questo ci ha portato a suonare superando noi stessi. La gente era davvero fuori di testa.
E’ vero che avete fatto qualcosa come 360 concerti in un anno? E’ roba da Guinness dei primati…
Certo che è vero!! E’ stato folle, facevamo anche doppi show in una giornata. Sempre in giro, per tutto il mondo, dando sempre noi stessi. Eravamo pazzi e giovani, e ci è servito per diventare più compatti che mai. Uno schiacciasassi. Ma eravamo davvero più giovani, ora abbiamo quasi tutti una famiglia, anche volendo non potremmo rifarlo. Ne risentirebbe tutto, anche la musica stessa.
State pensando ad un live album?
Sì, ne parliamo ormai da tre/quattro anni. Siamo una live band prima di tutto, ed è strano non averne ancora pubblicato uno. Vorremmo che fosse anche un DVD, qualcosa di speciale per i nostri fans. Ne parleremo con la label a breve…
Avete lavorato con Toby Wright all’inizio della vostra carriera, che ricordi hai?
Semplicemente fantastici. Lui è un grande. Toby ci ha cresciuto, ci è voluto molto tempo per creare qualcosa con lui. Il lavoro era lento, ma ben ragionato. Inoltre a quei tempi ci raccontava un sacco di cose sugli Alice in Chains e su Layne…e restavamo ad ascoltarlo tutti attenti, amiamo quella band. E con noi ha fatto un lavoro stupendo.
Riccardo Canato