Inizierà il 2 luglio prossimo, con il concerto solista di Billy Corgan degli Smashing Pumpkins, la nuova edizione di Sexto ‘nplugged, il festival che si terrà presso Piazza Castello. Quest’anno la lineup presenterà tra gli altri anche Sharon Van Etten, Ex:re e l’esclusiva nazionale di Michael Kiwanuka.
In occasione del festival abbiamo fatto due chiacchiere con gli organizzatori.
Siete un festival che ormai ha una sua storia consolidata. Come è nato il tutto?
Sexto ‘nplugged è nato dalla necessità di novità e di rinnovamento. Ad un certo punto si è fatta strada l’esigenza di proporre qualcosa di mai sentito da queste parti, c’è stata la volontà di creare un festival che si distinguesse rispetto agli altri eventi musicali del territorio grazie ad un’offerta originale e inconsueta; offerta caratterizzata da una scelta musicale ricercata e raffinata che ha portato e continuerà a portare sul palco artisti europei, americani, mediorientali, provenienti da generi di nicchia, che spesso in Italia sono poco o per nulla conosciuti.
Il fatto di avere una location affascinante come Piazza Castello, e anche logisticamente valida per la gestione di eventi, lo considerate come un punto di forza per la vostra rassegna?
“Il luogo determina la musica” è l’aforisma di Sexto ‘nplugged che esprime l’importanza che Piazza Castello, con il suo complesso abbaziale di Santa Maria in Sylvis, ha nella costruzione della line up di ogni edizione. La scelta degli artisti è imprescindibile rispetto al luogo in cui si svolgono. Ad ogni concerto la musica e Piazza Castello si fondono in un unico elemento, creando un’atmosfera accogliente e incantata. Gli artisti stessi, spesso, dopo aver visto con i propri occhi il luogo in cui si esibiranno, adattano la loro performance nel rispetto del luogo che li ospita.
Dietro al festival c’è un’associazione culturale, Sexto. Come riuscite a coniugare il volontariato con il lavoro di tutti i giorni? Vi sono sinergie con le amministrazioni locali?
La passione e l’orgoglio per il proprio paese è il motore che muove i volontari dell’associazione Sexto a dedicare tutte le proprie energie all’organizzazione di un evento che valorizza il luogo in cui posano le proprie radici. Certo, coniugare il lavoro con un’attività così impegnativa come Sexto ‘nplugged richiede sacrificio e dedizione, ma fortunatamente l’associazione può contare su un nutrito gruppo di persone che credono nel progetto e che vedono ricompensate le loro fatiche dalla partecipazione e l’apprezzamento di un pubblico attento e rispettoso nei confronti di chi lo accoglie come se accogliessero degli ospiti da tanto attesi. Inoltre l’Amministrazione Comunale, la Regione Friuli e la Fondazione Friuli si sono sempre dimostrate attente e sensibili e danno il loro sostegno alla realizzazione del festival.
Sexto Nplugged si fa promotore di un turismo musicale, con pacchetti pernottamento che includono anche l’ingresso agli eventi. E’ una formula che funziona? Quanta gente accorre da fuori regione per i vostri eventi?
Edizione dopo edizione Sexto ‘nplugged è diventato un festival di risonanza nazionale e internazionale; in questi anni sono passati artisti che hanno richiamato pubblico da tutta Italia e anche dall’Europa, in particolare dalle vicine Austria, Slovenia e Croazia. Le ultime edizioni i partecipanti che vengono da altre regioni o dagli stati confinanti supera il 50% del pubblico totale. I pacchetti pernottamento, che riscuotono un buon successo, creano un’opportunità di scoprire una regione che offre una proposta turistica molto varia e di qualità.
Scorrendo i nomi che hanno suonato nelle passate edizioni si denota che la direzione artistica ha degli ascolti molto variegati e ricercati. Come nasce una lineup di Sexto Nplugged?
La line up nasce dalla voglia di scoprire e di sperimentare. Gli ideatori di Sexto ‘nplugged sono loro stessi dei fan di molti gruppi che hanno calcato questo palco e, con molta pazienza e tanto lavoro, hanno atteso il momento in cui finalmente hanno potuto ospitarli nel loro festival… qualcuno lo stanno ancora aspettando. Inoltre sono sempre alla ricerca di artisti nuovi, poco conosciuti, passano molte serate insieme a condividere le loro piccole scoperte e a discutere di chi potrebbe essere la prossima “stella nascente”.
In molti per il 2019 parlano di Billy Corgan, ma considero Michael Kiwanuka la vera sorpresa di quest’anno. Come mai la scelta di questo artista che tornerà in questi giorni con del materiale inedito?
La voglia di sconfinare in un genere come l’alt soul, inconsueto per Sexto ‘nplugged, viene dalla necessità di non limitare la scelta artistica basandoci esclusivamente sul criterio di appartenenza a generi musicali consolidati. La musica di Kiwanuka è raffinata e di qualità quindi riteniamo che si fonderà perfettamente con Piazza Castello.
Ci sono progetti di espansione della vostra attività, oltre agli eventi nella stagione non estiva che già fate?
Da qualche anno Sexto ‘nplugged organizza dei concerti nella stagione invernale, in questi casi la venue non è più Piazza Castello ma si sposta in luoghi chiusi. È il caso di Julia Holter al Visionario di Udine nel 2017, oppure, nel 2018, la collaborazione con Scena Sonica al Chiostro di San Francesco a Pordenone, evento per il quale è stato proposto un artista locale emergente, Anzwart. Per il prossimo inverno ci sono in programma altri eventi che sono in questi giorni in fase di definizione…stay tuned!
Quali sono i tre artisti che vorresti veder esibirsi a Sexto Nplugged nei prossimi anni?
La lista dei desideri è ancora lunga e di questa fanno sicuramente parte Pj Harvey, The National, Amanda Palmer, Zola Jesus, Röyksopp, M83 e molti altri.