Simona Molinari

La cantautrice nata a Napoli (ma abruzzese a tutti gli effetti) sta per concludere un anno intensissimo, che l’ha vista protagonista a Sanremo (una delle pochissime proposte interessanti di quest’anno) e sui palchi di mezz’Italia, Blue Note compreso. Ma non è ancora finita: il suo 2009 si concluderà con una tournèe internazionale che toccherà Canada e Stati Uniti.


4 dicembre 2009

A Simona, infatti, chiediamo subito come ha vissuto quest’anno tanto esaltante per lei: “Sono stata presa in un ciclone di nuove esperienze, ma sicuramente è stato un periodo importantissimo e cruciale per la mia carriera. Dopo Sanremo e il mio album d’esordio ho suonato tantissimo dal vivo, ho rafforzato i legami e l’affiatamento con la mia band, e inoltre sono molto orgogliosa di aver vinto molti premi, fra i quali il Premio Carosone e il Premio Lunezia”.

“Egocentrica” è uscito da quasi un anno; c’è già in cantiere il suo successore? “Sì, sto iniziando a scrivere i pezzi per il nuovo disco. Credo comunque che il processo si velocizzerà quando tornerò dal tour americano. Per ora non so dire con precisione la data di uscita, ma posso anticipare che dovrebbe essere pronto verso aprile dell’anno prossimo”.

E Sanremo? C’è la possibilità di vederla anche il prossimo anno sul palco dell’Ariston? “Per ora non posso dire nulla di preciso. Sicuramente se si trovasse la canzone e l’arrangiamento giusti, allora è probabile che torni anche nel 2010. Comunque devo ancora valutare bene quest’eventualità, ma non la escludo di certo a priori”.

Simona Molinari ha anche uno speciale rapporto con il teatro: protagonista del musical “Jekyll & Hyde”, ha collaborato con attori come Michele Placido, Caterina Vertova ed Edoardo Siravo. C’è qualcosa di nuovo anche in questo ambito: “Per adesso no, perché mi sto concentrando sugli aspetti più strettamente musicali della mia espressione artistica. Però sono sempre affascinata dal teatro e dal suo mondo, e in futuro mi piacerebbe sicuramente continuare l’esperienza del musical”.

A proposito di musica; sappiamo tutti della passione della cantautrice per il jazz e la musica americana. Ma, più precisamente, quali sono gli artisti con i quali è cresciuta e quelli che oggi apprezza maggiormente, esteri e non solo: “I miei ascolti preferiti sono stati sempre orientati verso la tradizione musicale statunitense; quindi tanto jazz, swing e musical. Però, se devo fare un nome, Ella Fitzgerald è sempre stata il mio mito. Tra gli italiani, mi piace moltissimo Vinicio Capossela e, fra le cantanti, quella che ascolto di più è L’Aura. Comunque continuo ad ascoltare tantissima musica vecchia (ride)! Ho dei gusti onnivori: ascolto anche moltissima musica classica. Anzi, quando i miei amici sentono la compilation che ho in macchina mi prendono per psicopatica (ride): se l’ascolti, ti può capitare d’imbatterti in un pezzo di classica e, subito dopo, in una canzone dei Queen o degli U2”.

Simona è già stata a cantare all’estero, e quindi potrebbe dire qualcosa in merito alle differenze fra il pubblico di casa nostra e quello che incontra nei suoi concerti in terra straniera. “All’estero trovo che siano degli ottimi ascoltatori. Il pubblico, generalmente, non ha nessun tipo di pregiudizi e tende a valutare di più il singolo musicista e quello che ha da offrire. Esistono molte meno barriere e si dà largo spazio ad ogni sorta di contaminazione. In Italia, al contrario, credo che ci sia un po’ più di chiusura mentale, soprattutto il problema è quello di voler sempre catalogare, spesso a forza, qualsiasi nuova proposta musicale. Tutto questo non lo reputo positivo, perchè io sono sempre stata favorevole alle contaminazioni”.

Una cosa comune in tutto il mondo è, invece, il recente successo dei talent show musicali. La cantante che opinione si è fatta di questo fenomeno? “Si tratta di una novità che, però, ha ormai acquisito una certa consistenza. Non li considero negativamente a prescindere; credo però che spesso si tenda a creare il personaggio a scapito della reale espressione artistica. In questo senso c’è poco spazio per la vera creatività. Infatti, non consiglierei a un giovane cantautore di partecipare a un programma di questo tipo. Per un puro cantante, invece, credo che possa servire anche quest’esperienza”.

Prima di partire per l’America, la Molinari si esibirà a Venezia il 9 dicembre, dove presenterà in anteprima il video del brano “Nell’Aria”, girato fra le rovine dell’Aquila dopo il terremoto. Quali sono le sue considerazioni sul sisma che ha colpito la sua città? “Sul pezzo, preciso che ‘Nell’Aria’ è stato scritto per una persona che non c’è più, tutto questo però molto prima del terremoto che ha devastato la città in cui vivo. Poi c’è stato una sorta di passaparola fra le radio dell’Abruzzo, che hanno iniziato a programmare questa canzone in ‘heavy rotation’. Quindi è diventato una sorta di brano – simbolo su questa tragedia. Sicuramente si è trattato, e si tratta, di un periodo molto duro, molto difficile. Per fortuna nella mia famiglia stanno tutti bene. In ogni caso, quello che io, con questo pezzo, e molti altri stanno cercando di fare è mantenere alto l’interesse verso l’Aquila e l’Abruzzo. Adesso i riflettori si sono spenti, ma la ricostruzione è ancora molto lontana; per ora si cerca di rimettere le persone dentro le case, ma per ricostruire veramente la città c’è bisogno di molti soldi e di molto tempo. È un processo lungo, e per questo l’interesse non deve mai mancare, anche se adesso la ribalta mediatica è occupata da altre cose. Il mio brano serve proprio a questo”.

Concludiamo con una nota più leggera. A Sanremo Simona ha duettato con Ornella Vanoni; in futuro con chi le piacerebbe collaborare? “Tra gli stranieri ce ne sono moltissimi. Se invece parliamo di italiani, mi piacerebbe sicuramente fare qualcosa con Jovanotti o con Capossela”.

Stefano Masnaghetti

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