Abbiamo raggiunto Chuck Comeau, batterista dei Simple Plan freschi di pubblicazione del loro nuovo disco, “Get Your Heart On!“, per una rapida chiacchierata su questo e su altro ancora. Ricordiamo che i SP si esibiranno a Bologna il 4 settembre 2011.
Cosa puoi dirmi riguardo al vostro nuovo album? So che sono presenti molti ospiti…
So che potrebbe suonare scontato, ma credo che questo sia il nostro miglior album. Sicuramente, e questo è un dato di fatto, è quello per il quale abbiamo lavorato di più: ci abbiamo impiegato un anno a scriverlo, siamo stati più di quattro mesi in studio per registrarlo, abbiamo scritto una ventina di canzoni prima di scegliere quelle che sarebbero andate su “Get Your Heart On!”…insomma, ci abbiamo messo davvero tanta energia e tanto entusiasmo nel realizzarlo. E ci siamo divertiti anche molto, soprattutto a provare gli up – tempo, che sono probabilmente i migliori che abbiamo mai composto. E certo, siamo molto felici anche di avere coinvolto così tanti ospiti: sognavamo da tempo di poter collaborare con Rivers Cuomo, dato che i Weezer sono da sempre una delle nostre band preferite. Ma non c’è solo lui su questo disco; ci ha fatto anche immenso piacere collaborare con una vocalist così dotata come Natasha Bedingfield su “Jet Lag“, e anche la collaborazione con K’naan su “Summer Paradise” è stata molto divertente, è riuscito a dare un tocco reggae al pezzo che è davvero insolito per noi.
A proposito dei nuovi pezzi, c’è qualcuno che preferisci suonare live? In generale, quali ti soddisfano di più?
Difficile dirlo, dipende molto anche dalla serata. Per adesso quelli che mi hanno, e ci hanno, dato maggiori soddisfazioni onstage sono probabilmente “Can’t Keep My Hands Off You“, proprio la canzone con il featuring di Cuomo, e “Freaking Me Out“, ma è ancora presto per stilare una classifica. Personalmente, invece, sono molto legato a “Loser Of The Year“, che mi è piaciuta particolarmente fin dalle prime volte in cui l’abbiamo provata.
“Get Your Heart On!” è un disco scritto nel tipico stile dei Simple Plan, ma secondo te c’è qualche episodio al suo interno che potrebbe diventare un classico della band?
Credo di sì! Credo che potrebbe essere “This Song Saved My Life“. Si tratta di un brano ispirato da una storia vera, quella di un fan che ha trovato nella nostra musica una motivazione per andare avanti nella vita. E infatti sul disco i cori sono stati fatti con l’aiuto dei nostri fan. Sicuramente è uno dei pezzi più importanti e sentiti per tutti noi, anche perché da sempre abbiamo un rapporto molto stretto con i nostri sostenitori.
Riguardo ai vostri fan: voi avete già suonato in Italia e suonate spesso in Europa. Che differenze ci sono tra il vostro pubblico canadese/nordamericano e quello europeo?
Beh, il nostro pubblico è lo stesso in tutto il mondo. Mi verrebbe da rispondere così in prima battuta. In realtà qualche differenza c’è, in particolare mi sembra che i fan europei siano più fedeli di quelli americani. Sai, negli Stati Uniti ci sono tour di band ogni settimana, c’è talmente tanta offerta che molti rischiano di essere quasi dimenticati se non si fanno vedere in giro per un po’ di tempo. In Europa invece il pubblico ti aspetta per periodi di tempo molto più lunghi, i fan che magari non ci hanno più visti dal vivo per un paio d’anni non vedono l’ora di poterci rivedere di nuovo e ci aspettano sempre entusiasti. Ad esempio, noi in Italia ci siamo sempre divertiti moltissimo a suonare, durante i nostri show il pubblico italiano è sempre impazzito, si comporta in modo davvero passionale. In ogni caso ci piace molto suonare in Europa, apprezziamo un luogo con così tanta storia e cultura alle spalle, per noi è sempre interessante venire in questo continente.
Nella vostra carriera avete già condiviso il palco con molte grandi band: quali ricordate con maggior piacere?
Molte! Abbiamo avuto la possibilità di conoscere grandi gruppi e grandi musicisti fin dai nostri esordi. Ho un bellissimo ricordo degli MXPX e dei Ten Foot Pole; abbiamo fatto insieme a loro il nostro primo tour, non avevamo ancora alcuna esperienza in quel campo, e loro ci hanno insegnato molte cose a riguardo. Più recentemente, ci siamo trovati molto bene anche con i The All American Rejects, e anche con i Metallica…sai, il fatto che siano rockstar fa pensare a molti che loro siano altezzosi e poco disponibili, invece con noi sono stati gentilissimi e sempre molto disponibili.
Guardando alla vostra carriera, quale pensi possa esser considerato l’album della svolta per voi, il momento in cui avete percepito che ce la stavate facendo?
Credo sia stato il primo, “No Pads, No Helmets…Just Balls“. Forse è un po’ facile indicare il primo album come momento della svolta, però per noi è stato così. Perché ci ha permesso di essere notati da un pubblico più vasto, molto al di là dei confini del Canada, e perché siamo riusciti a realizzare quello che era il nostro sogno di allora: fare un disco di puro pop – punk. Poi abbiamo deciso di andare oltre e di comporre album magari più vari, più versatili, però tutto è iniziato da lì. Mi piacerebbe però aggiungere che spero che anche “Get Your Heart On!” rappresenti un nuovo inizio; è vero che ormai il nostro stile è questo, però in questo lavoro ci abbiamo messo tutto di noi stessi, sentiamo che si tratta di qualcosa di davvero importante.
Sul vostro stile: quali sono state le band che vi hanno maggiormente influenzato durante i vostri esordi?
Tutto il punk e l’hardcore melodico californiano degli anni Novanta. In particolare i Lagwagon, i NoFx, i Pennywise e, certo, anche i Green Day. Siamo cresciuti con quello e credo quest’influenza sia chiarissima nei nostri primi lavori. Quello di cui siamo felici è, però, il fatto di aver saputo plasmare quel sound in modo più personale. Forse accentuando anche gli aspetti più melodici, certo, ma adesso abbiamo un suono che è solo nostro. Infatti chi ci ascolta capisce subito di trovarsi di fronte a un disco dei Simple Plan.
Siete una band conosciuta in tutto il mondo, suonate in grandi festival, avete già avuto molte soddisfazioni…come ti senti quando pensi a tutto questo? Credi di aver realizzato tutti i tuoi sogni?
Di sicuro ho realizzato molti dei miei sogni. Quello che mi è successo negli ultimi dieci anni è fantastico, e per questo tutti noi dei Simple Plan dobbiamo essere grati ai nostri fan, che come dicevo prima sono davvero speciali per come ci hanno supportato durante gli anni. A pensarci, tutto questo potrebbe persino mettere un po’ di paura e timore…tuttavia non voglio dire di aver realizzato tutti i miei sogni, neppure a livello musicale, per quello spero di avere ancora venti o trent’anni per farlo.
Stefano Masnaghetti