Gli Skunk Anansie presentano “Anarchytecture”: “Amiamo l’elettronica, ma siamo ancora una rock band”

skunk-anansie-anarchytecture-2016-nuovo-album

È uscito oggi in tutta Europa “Anarchytecture”, sesto album di inediti degli Skunk Anansie, al gran completo a Milano per la presentazione della loro ultima eccellente prova. Un album scuro, diretto e, come di consueto per Skin e soci, politicamente impegnato. Lo si intuisce già a partire dall’ossimorico accostamento di parole di un titolo, che “ha un significato diverso per ognuno di noi”, ha spiegato il batterista Mark Richardson, “per me ha a che vedere col fatto di creare una struttura partendo da una situazione caotica come quella del 2015”. Per Skin, invece, il titolo ha un significato molto più personale: “Si, “Anarchytecture” sta per “anarchy” e “architecture”, con gli Skunk Anansie che ancora un volta fanno collidere due mondi per creare la vibrazione dell’album. L’anno scorso per me ha avuto, in molti modi, a che fare col creare una struttura, avere una vita, entrare in una relazione, cercare di portare insieme le proprie finanze, di avere una casa e tutte queste cose, ma le relazioni sono fatte di due persone e due persone in una relazione possono essere fottutamente pazze. Quindi abbiamo immaginato di costruire una casa di vetro attorno a delle persone in rissa e l’idea per l’album è partita da lì. Inoltre, c’è un riferimento potente alla nostra vita come comunità e individui in città come Parigi, Milano o Londra, cercando di avere un’esistenza normale, quando in qualsiasi momento potrebbe accadere qualcosa di folle e travolgerci con l’anarchia. L’idea era quella di accostare questo sentimento collettivo ad uno più personale, molte delle nostre canzoni hanno due significati diversi allo stesso tempo”.

Prodotto da Tom Dalgety, per la prima volta in cabina di pilotaggio con la band, e anticipato dai singoli “Love Someone Else” e “Death to the Lovers”, ballata in pieno stile Skunk Anansie che verrà presentata in anteprima domenica 17 gennaio a “Che tempo che fa” su Rai 3 e in radio da martedì 19, il disco è dotato di testi chiari, diretti e un sound moderno e fortemente elettronico, che non dimentica, però, il dna rock della formazione londinese: “Credo che l’utilizzo dell’elettronica per noi si possa far risalire alla ritmica drum and bass di “Charlie Big Potato”, è iniziato tutto negli anni ’90 con quell’album e con il precedente “Stoosh”, in “Twisted”. “Love Someone Else” rappresenta la prima volta dal nostro rinnovato matrimonio, in cui emerge il lato elettronico degli Skunky. Il sound di quella canzone è ovviamente elettronico ed è chiaro che noi non siamo una band nostalgica, felice di suonare solo “Hedonism” e “Secretly”, siamo una band fresca, moderna, influenzata dalla musica contemporanea. Io sono una dj techno, Ace ama i Prodigy, Mark i Nine Inch Nails e Cass è Mr. Grime. Sì, il disco è stato registrato in un modo molto elettronico, ma noi siamo sempre una rock band e il nostro dna è ancora rock’n’roll, è ciò che amiamo. Quello che stiamo scoprendo è che si può far confluire aggressività e sentimenti affini in qualsiasi genere di musica. “Victim”, per esempio, è un pezzo che inizia elettronico e finisce metal. Abbiamo idee fresche, per noi è importante avere un appeal sui giovani ancora oggi e ci sono un sacco di ragazzi che vengono ai nostri concerti e non conoscono la nostra musica dei ’90, ma sono più per il nostro repertorio recente”.

Apertura e modernità, sono queste le parole chiave del successo di una band che ha saputo stare al passo coi tempi, senza sbagliare un colpo in oltre vent’anni di carriera (compresa la bellissima cover realizzata dallo street artist italiano No Curves) e senza mai smettere di evolversi, anche dopo la reunion: “È vero, siamo sempre noi quattro in una stanza a cercare di fare musica, ma quello che è cambiato costantemente sono le influenze attorno a noi, che sono sempre nuove e che portiamo nella nostra musica”, ha raccontato Ace, cui ha fatto eco Skin: “E’ cambiata anche la nostra attitudine nel songwriting. Oggi scriviamo in un modo più forte, definito e maturo e non c’è spazio per l’ego, perché l’ego non va d’accordo con la creatività degli Skunk Anansie. Ci divertiamo anche molto più di prima e, onestamente, spendiamo più tempo a cazzeggiare che a scrivere”.

Quando c’è da fare i seri però, si sa, i ragazzi non si tirano in dietro e così, come in tutti i loro lavori precedenti, anche in “Anarchytecture”, come ha spiegato Skin, non manca l’impegno politico: “Se consideriamo ciò che stava accadendo in Europa mentre stavamo lavorando a questo disco, e che accade tuttora, direi che il sentimento che ne deriva è sintetizzato in canzoni come “God Loves Only You” e in questo album da pezzi come “We Are the Flames”, “Bullets” e da quel leitmotiv che, partendo dal titolo, scorre attraverso tutto l’album. Credo che si possa affermare che questo è un album piuttosto scuro in termini di contenuti e sentimento. D’altro canto, noi non siamo il genere di band che riesce a scrivere solo di andare alle feste e divertirsi, c’è già tanta gente che lo fa, ma per noi non costituisce un elemento di ispirazione, tenendo conto del fatto che ci sono persone che muoiono in tutto il mondo, che molti estremismi stanno prendendo piede e che in Inghilterra abbiamo un terribile governo conservatore. Non dico che nessuno debba fare musica festaiola, semplicemente per noi è molto più interessante avere questa componente politica nei nostri dischi, c’è sempre stata sin dagli inizi con “Little Baby Swastikkka”, “Selling Jesus” e c’è anche in questo album perché, Gesù, non siamo ciechi né sordi e abbiamo un cuore”.

Un cuore enorme, che viene fuori tutto nei carichissimi live a cui la band ci ha abituati nel corso degli anni e che, mentre Skin medita sull’eventualità di partecipare come giuria anche alla prossima edizione di X Factor – a proposito della quale ha dichiarato: “Mi sono divertita tantissimo ed è stata una gran bella esperienza, vedremo!” -, vecchi e nuovi fan avranno modo di abbracciare nella data già sold out del 17 febbraio all’Alcatraz di Milano e, più avanti, nelle date estive del 14 luglio a Pistoia e del 15 e 17 a Roma e Piazzola sul Brenta (PD). Intanto gli Skunk offriranno un appetizer di quel che sarà nelle esclusive singing sessions di sabato 16 gennaio al Mediaworld di Stezzano (BG) e di domenica 17 alla Mondadori di Piazza Duomo a Milano.

Lascia un commento