Spandau Ballet (Press Conference) [VIDEO]

Gary e Martin Kemp insieme a John Keeble hanno presentato alla stampa “Once More”, la nuova release degli Spandau Ballet in un’affollata conferenza.

12 novembre 2009

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In grande forma e con un entusiasmo davvero coinvolgente, ecco cosa hanno dichiarato i tre rispondendo alle domande dei giornalisti.

VIDEOINTERVISTA

John Keeble: “Era da diverso tempo che parlavamo di una reunion tra noi, diciamo che è stato un argomento caldo di discussione …diciamo che un paio d’anni fa mi sono sentito con Gary, per la prima volta dopo forse quindic’anni e abbiamo deciso di trovarci per cominciare a parlare seriamente di come avremmo potuto mettere in piedi questa cosa e farla funzionare soprattutto, c’erano cinque persone che volevano farlo e, dopo un po’ di tempo dedicato ai negoziati, la cosa è andata in porto e siamo molto felici di ciò.”
Gary Kemp: “Posso dire che verso la fine del primo meeting, stavamo già discutendo la scaletta da portare in scena!”
John: “Era una cosa che pensavamo difficile accadesse ma che è stata realizzata in pochissimo tempo una volta che ci siamo trovati a parlarne.”
Martin Kemp: “Ci siamo trovati prima in due, poi in tre e poi tutti insieme, avevamo molta pressione addosso e credo che aver fatto così abbia giovato molto a tranquillizzarci.”
John: “Quando ci siamo davvero resi conto di esserci ritrovati sul serio credo sia stato quando siamo andati in studio a provare dopo così tanto tempo. È stato qualcosa di magico ritrovarsi dopo vent’anni, rendersi conto di quello che ci mancava sul serio, ritrovare gli Spandau Ballet in così pochi istanti e realizzare che eravamo pronti per scrivere un nuovo capitolo nella storia della band.”
Gary: “Quel giorno nella studio è come se avessimo evocato un qualche spirito nella musica che suonavamo, come se una nuova figura fosse nella stanza insieme a noi, ci sentimmo responsabilizzati di fronte a questo spirito e anche di fronte alla nostra eredità in un certo senso…dovevamo fare in modo che questa reunion funzionasse bene…sapete tutti noi abbiamo suonato musica con altre persone in molti posti negli ultimi vent’anni, ma non c’eravamo mai ritrovati nella stessa stanza alle prese con il nostro sound…”
Martin: “Credo che il primo pezzo che abbiamo suonato quel giorno fosse I’ll fly for you, qualcosa di magico…”
John: “Risolti i problemi burocratici e iniziato a suonare capimmo subito che era la cosa giusta da fare.”
Gary: “Esatto, vent’anni di distanze spariti in un istante.”

John: “Non guardiamo al passato, guardiamo al futuro e basta. La band attualmente è molto migliore di quando iniziammo, siamo tutti musicisti migliori e anche persone migliori, siamo maturati sotto molti punti di vista. Abbiamo fatto un nuovo disco, siamo tornati in studio e ci siamo ritrovati un anno fa intorno allo stesso tavolo…in un anno abbiamo fatto molta strada, abbiamo suonato dei concerti eccezionali e firmato un accordo discografico ottimo con la Universal…onestamente non pensavamo di riuscire a mettere insieme un disco entro l’anno, l’etichetta voleva riproporre i vecchi successi suonati ora nel 2009 ed è stato il compromesso perfetto per noi, abbiamo anche messo insieme qualche pezzo nuovo…”
Gary: “Credo che molti pezzi siano senza tempo…funzionano adesso come funzionavano anni fa, non c’è un senso di nostalgia in noi mentre li suoniamo, sono molto più potenti ora…sono come Peter Pan i nostri pezzi, non invecchiano mai…il nuovo disco vede alcune nostre canzoni rivisitate in chiave contemporanea, intima, quando suoneremo dal vivo saranno elettroniche a manetta, grosse, potenti, simili alle originali degli anni ottanta ma molto vitaminizzate…”
John: “Sì credo anch’io che i pezzi negli ultimi vent’anni siano entrati talmente tanto nella vita della gente da diventare parte della cultura comune…mia figlia ora va all’università a Manchester e nei club frequentati dai diciottenni passano i nostri pezzi, hanno attraversato diverse generazioni e ora abbiamo anche nuovi fan e nuove audience…”
Gary: “Abbiamo partecipato a uno show televisivo in Germania la scorsa settimana, insieme ai Black Eyed Peas…Fergie e Will I Am parlavano con noi perché un paio d’anni fa avevano fatto la cover di True ed erano arrabbiati perché non potevano mettere il pezzo sul loro album visto che l’avevano registrata per la colonna sonora di un film…Fergie l’ha usata su un suo singolo…anche Nelly ha fatto una nostra cover di recente…insomma i nostri non suonano come brani datati ma ancora attuali, non c’è nulla di nostalgico in questa reunion per rispondere alla tua domanda…siamo l’unica band che può suonare quei pezzi sul serio!”
Martin: “L’essenziale è guardare al futuro comunque, quando sei un ragazzo e cominci la tua carriera essere in una band è la tua vita…negli ultimi vent’anni ognuno di noi ha avuto così tante esperienze diverse di vita da portare dentro gli Spandau per la prima volta, questa è una cosa molto positiva del cominciare ancora dopo questo tempo…”
Gary: “Non avevamo mai pensato di fare il tour con un disco nuovo o comunque con del nuovo materiale da portare in giro…avere un nuovo brano serve a rompere il ghiaccio e ci consente di pensare agli Spandau Ballet che fanno nuova musica nel prossimo futuro, ora sappiamo che possiamo farlo! Trovarsi in studio e mostrare agli altri l’idea per un nuovo pezzo è stimolante, creare musica nuova…sapevamo di dover scrivere qualcosa che regga il confronto col nostro materiale storico, eravamo effettivamente nervosi mentre mettavamo insieme il nuovo pezzo ma non c’è voluto molto per capire che Once More poteva essere a tutti gli effetti un altro classico degli Spandau Ballet.”
John: “In sei settimane abbiamo inciso il nuovo disco, non c’abbiamo impiegato molto e abbiamo seguito il nostro istinto, eravamo in uno studio stanziale a Sud di Londra e non c’è stato tempo per discutere troppo, lavoravamo insieme, vivevamo e suonavamo insieme, bevevamo insieme, eravamo una squadra compatta e unita.”
Gary: “E’ incredibile perché dopo vent’anni non avevamo così tante differenze a livello musicale!”
Martin: “Condividere uno studio tutti insieme è stata un’esperienza importante per noi, quando registri un disco e viaggi spesso, rischi di non vederti mai durante le sessioni di registrazione, magari registri prima le linee di basso, poi la batteria…essere tutti insieme e vivere da amici questa situazione è stato importantissimo per tutti noi.”

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