Spring Attitude Festival 2016, intervista ad Andrea Esu

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Spring Attitude Festival 2016 si terrà per tre giorni, dal 19 al 21 maggio a Roma, con un cartellone interessantissimo per gli amanti della musica elettronica. Noi di Outune (attitude anche noi, perché la vita è una questione di atteggiamento e mentalità) abbiamo partecipato alla conferenza stampa di presentazione della manifestazione romana, che porterà in scena gente del calibro degli Air, Gold Panda, Matthew Herbert e tanti altri.

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L’occasione della conferenza stampa, dove non sono mancati solleciti e provocazioni alle istituzioni per sostenere le realtà indipendenti come il festival in una città sempre più agonizzante come Roma, è stata preziosa per fare quattro chiacchiere con Andrea Esu, direttore artistico e uno degli organizzatori di Spring Attitude, giunto alla sua settima edizione.

Parliamo di musica e della line up di Spring Attitude 2016 dove gli Air sono gli headliner, i più commerciali e conosciuti. Come vi muovete per scegliere gli altri artisti?

Andrea Esu: C’è sempre una ricerca per quanto riguarda i nomi più underground. Gli headliner sono fondamentali per una manifestazione come Spring Attitude, perché poi sono quelli che muovono la maggior parte del pubblico… L’ottanta per cento delle persone, infatti, si muove per i grandi nomi: però un festival come Spring Attitude pensa anche al contorno e ci mette quello che ritiene più interessante nella scena internazionale, in modo che ci sia anche una scoperta di artisti che non sono troppo conosciuti. Una peculiarità è sempre stata quella di una particolare attenzione alle eccellenze italiane.


Quali sono i nomi italiani e quale è stato il criterio di scelta?

I grandi talenti italiani che ospitiamo sono sempre in grande quantità, dagli artisti più pop e cantautorali come Iosonouncane, Cosmo e Matilde Davoli, a quelli più sperimentali come Giorgio Gilli, Bienoise, Not Waving. Sono tutti artisti di grande talento e noi in qualche modo li spingiamo all’interno del festival. Spring Attitude è un festival che si muove sui miei gusti, essendo io il direttore artistico, ma è anche qualcosa di pancia. Criteri specifici non ce ne sono: c’è quello che piace a me, è istintiva la cosa. Per fortuna io ascolto musica a 360 gradi e il festival cerca di essere appunto così, a 360 gradi. In questo modo possiamo accontentare tutti i gusti del pubblico, da chi ama la sperimentazione a chi ama il grande gruppo come gli Air, di grande statura.

Nel corso della conferenza stampa Leonardo Scuderi, uno degli organizzatori di Spring Attitude, ha lanciato una provocazione e una richiesta di maggior sostegno alle istituzioni, presenti nelle persone dell’onorevole Umberto Marroni e del presidente del IX Municipio di Roma Andrea Santoro. Questa la sua dichiarazione integrale, vale la pena leggerla:

Ringrazio i direttori artistici e miei soci in questo festival. Si parla di istituzioni e quindi mi sento un po’ chiamato in campo: sono il rappresentante legale di Spring Attitude, la società si chiama Esperanza, e il rapporto avuto con le istituzioni in questi sette lunghi anni di festival è molto interessante. Non abbiamo mai percepito fondi da Comune, Regione od enti simili, ma ci sono stati dati degli spazi importanti e non ci scordiamo che il festival nasce a Spazio Novecento, in un’ottica più di clubbing che di festival. Diventa festival 3 anni fa, quando iniziamo ad accedere a spazi interessanti come il MACRO di Testaccio o la Factory, grazie alle istituzioni che ci hanno dato a costo di servizio questi spazi. Sappiamoc he le istituzioni credono in questo progetto, sappiamo che non ci sono fondi e chiedere soldi non vale la pena, ci sono tematiche ben più importanti, il paese ha delle priorità. Altresì però chiedo, e dico a voi istituzioni: il 30 per cento dell’utenza nostra viene da fuori Roma, noi diamo un indotto ad alberghi, ristoranti, compagnie aereo, giornalisti, e tutto questo è finanziato da noi, facciamo fronte noi soli ad una produzione che in tre giorni costa 350mila euro che noi, come si dice a Roma, “ci accolliamo”. Il festival sta crescendo. Chiudo dicendo, ringraziamo per il passato, questo festival merita altre location in zona Eur, noi siamo il privato e mettiamo i nostri soldi, il pubblico ci dà le location, noi vogliamo la nuvola di Fuksas o palazzo dei Congressi a costo di servizio, non potete chiederci 30, 35mila euro di affitto. Lancio una provocazione: non è possibile che tutto questo costi più del Circo Massimo per i Rolling Stones. Vi lascio la palla, è una firma che mettiamo oggi, tra le poche istituzioni ci siete voi.

Non potevamo che chiedere un commento ad Andrea Esu in merito, anche se gli abbiamo chiesto chi porterebbe a livello musicale per la prossima edizione se davvero ci fosse la nuvola di Fuksas dell’EUR, come promesso:
Andrea Esu: I miei sogni sono utopie.. è impossibile! Anche tra i vivi (ride). Io nasco dalla musica alternativa rock, mi sono avvicinato in seguito alle realtà di musica elettronica o sperimentale, quindi se fosse per me io farei un festival con gli Arcade Fire, i Tame Impala, i Teenage Fanclub, con i miei miti degli anni Novanta… Ma se già riuscissimo a portare Moderat, James Blake, i Caribou, i nomi importanti della scena attuale moderna, sarebbe molto. Il problema è che costano, ecco!

Magari nel decennale di SA…
Eh magari, speriamo che nel decennale ci siano un po’ di fondi.. Noi ci reggiamo da soli sulle nostre gambe, con l’autofinanziamento della vendita di biglietti (e con il sostegno di pochi sponsor, come hanno specificato durante la conferenza stampa: il costo di Spring Attitude è di 350mila euro per tre giorni, coperti in minima parte percentuale dalle entrate pubblicitarie, ndr). Questi sono nomi importanti, vogliono soldi, in Italia muovono un’economia diversa rispetto agli altri paesi europei.

Ringraziamo Giulia di Giovanni e Andrea Esu per la disponibilità.

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