Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Andrew dei Taking Dawn, band che sul Party Stage del Rock Im Park ha raccolto molti consensi.
La tua band proviene da Las Vegas. Come è stato crescere in una città come questa?
Crescere a Las Vegas, per un ragazzo, è come crescere in una qualsiasi altra città, con l’eccezione che non devi viaggiare miglia e miglia per divertirti: scendi sulla strada e trovi tutto aperto 24 ore su 24… un po’ come una Disneyland all’aperto!
Da Las Vegas provengono due band molto famose come The Killers e Panic At The Disco.. siete in contatto con loro?
No, ad essere sincero non ho mai incontrato componenti di queste band. Non è solamente una questione di diverso genere musicale, ma anche un differente livello di fama! L’unico contatto che abbiamo avuto con queste due band è con il cantante dei Panic At The Disco, che ha frequentato le scuole superiori con Chris (Babbitt, cantante ndr).
“Time to burn” è uscito di recente… come è stata la genesi di questo disco?
E’ stata molto veloce: prima di pubblicare questo disco i Taking Dawn erano una band già da quattro anni e molti brani erano già pronti per essere registrati. Avevamo pronte 14 canzoni, per poi selezionare alla fine di tutto quelle 12 che sono presenti sul nostro primo disco per Roadrunner Records. Abbiamo impiegato al massimo un paio di mesi… forse ci serviva un po’ di tempo in più, di sicuro qualche soldo, ma le sperimentazioni le lasceremo per il prossimo disco: questo “Time to burn” è un ritorno alle radici. Niente fronzoli, siamo i Taking Dawn.
Le massime influenze della vostra band? Siete giovani… per caso i vostri genitori hanno influenzato il vostro percorso musicale?
Personalmente a mia madre non piace la musica pesante, però apprezzo il fatto che mi ha sempre sostenuto e supportato in quello che facevo. Le nostre influenze principali? Di sicuro i Metallica, Korn, System of a Down, Megadeth… tutti i gruppi perfetti per i teenager incazzati di questa generazione. Però ci piacciono anche band come Bon Jovi e Def Leppard. È proprio questo mix che è il punto di forza della nostra band: la pesantezza e gli assoli di band come i Megadeth con le melodie e i ritornelli di Bon Jovi e Def Leppard.
Perché avete scelto di suonare una cover di Fleetwood Mac nel vostro disco?
Inizialmente volevamo suonare “Animal (Fuck like a beast)” degli WASP, ma il produttore ci ha proposto di suonare qualcosa di inaspettato per una band heavy. Abbiamo sentito “The chain”, pensando che questa fosse la canzone perfetta da scegliere: un brano di trent’anni fa, che nessuno si sarebbe aspettato da una band come noi. È una band molto importante negli USA, ma ammetto che prima non l’avevo mai sentita.
Siete in tour con i Kiss in Europa da tre settimane, è per voi un punto di arrivo?
Sì, i Kiss per noi sono una band fondamentale, e questo ci permette di suonare in grandi arene con dei palchi enormi. Un sogno che diventa realtà, anche se ci sono altre band con le quali mi piacerebbe dividere il palco: Bullet for my Valentine, Avenged Sevenfold, Metallica. Abbiamo fatto molti tour in questi anni, siamo stati tre mesi con gli Airbourne in Europa ad inizio anno… questa sarà l’occasione per noi di farci conoscere ad un pubblico adulto, grazie ai Kiss, e ai giovani, con le presenze ai festival come questo Rock Im Park o il Download Festival.
Ok, ma qui non dividerete il palco con la band di Gene Simmons… vi sembra strano che, questa sera, i Kiss saranno nel CenterStage e voi invece suonerete nel Club Stage?
Onestamente non ci interessa questa cosa, anche perché dopo tre settimane di tour nei palchi delle arene un ritorno nei palchi più piccoli, e con un pubblico più intimo, può solamente far bene. Un vero e proprio ritorno alle radici.
Nicola Lucchetta