Intervista a Stash dei Kolors: Non apparteniamo al McDonald’s della musica

The Kolors sono tornati con “You” (leggi qui la recensione), terzo album in studio per la band di Stash e soci. Il gruppo con questo nuovo disco cerca di presentarsi al pubblico in una nuova veste spaziando tra generi e suoni. Abbiamo incontrato Stash e gli abbiamo fatto alcune domande in merito a questo progetto.

Tornate con il terzo il album, dopo il successo di “Out”. Cosa significa presentarsi nuovamente al pubblico con questo nuovo progetto?
In casa Kolors non si fanno progetti in ottica di vendita discografica. “You” racconta la band in questo momento storico. Non facciamo le cose per vendere i dischi, cerchiamo di comunicare a più persone possibili, ovviamente. Abbiamo in mano un album che ci rappresenta tantissimo.

L’ho definito progetto, non nell’ottica negativa del termine, quanto per la modalità con cui è stato lavorato il disco. Un album difficile da trovare spaziando da generi così distanti.
Abbiamo lavorato, e progettato in questo caso, seguendo il concetto di playlist e non quello di Lp. Venendo dal mondo delle band indie, il goal è sempre stato quello di avere un suono unico riconoscibile in tutto l’album. In “You”, osservando il nuovo modo di fruire la musica, grazie alle piattaforme di streaming che ti consentono le playlist miste tra genere, abbiamo pensato di non concentrarci sulla riconoscibilità sonora, ma su quella della scrittura.

Quella di non lasciare nulla al caso, è la vostra prerogativa. Anche “Out” si caratterizzava per uno studio di ciò che va inserito in un brano. Qual è il backstage di tutto questo lavoro fatto?
Abbiamo lavorato come sempre, parte tutto da una mia idea vocale, imbastisco una demo. La smantelliamo in studio di registrazione. Nessuno di noi ha la ricetta per la canzone giusta. La produzione di questo album è stata lunga ma ciò ci ha permesso di non perdere la lucidità su quello che veramente serviva adesso ai The Kolors. Il periodo tormentone c’è stato con lo scorso disco e in questo momento volevamo comunicare la vera essenza della band. Sicuramente ci sono brani che si prestano a hit, però non abbiamo lavorato in quella direzione. Io dico sempre che non apparteniamo al McDonald’s della musica, non siamo una band usa e getta. Ci sarà sicuramente sempre chi demonizzerà il nostro provenire dal talent perché appartiene a una generazione diversa, non siamo quelli che cercano di convincere. Cerchiamo di dare un senso a questo periodo della nostra vista artistica. Il talent ci ha dato tanto. Siamo riusciti a presentare nella forma giusta quello che prima veniva etichettato come alternativo. Grazie a persone come Elisa e Maria De Filippi che paradossalmente è più rock and roll e non segue schemi. Ci hanno dato coraggio.

Nella dimensione live tornerà il rimescolamento dei brani?
Sicuramente sarà diverso, cerchiamo di raccontarlo in maniera diversa. Alcuni brani non possono esser cambiati, ma la maggior parte sono diversi nella proposta live sia nella struttura della canzone che nel mood. Queste date sono un set up tour, perchè non vediamo l’ora di tornare a toccare il nostro pubblico.