Intervista a Thegiornalisti: Il giorno in cui sono diventati mainstream

thegiornalisti-mainstream-completamente-sold-outIl giorno in cui i Thegiornalisti, con “Completamente Sold Out”, sono diventati mainstream. Completamente o provocatoriamente.
Quando è successo? Questa è la domanda che mi sono posta la prima volta che ho sentito un loro brano trasmesso su Radio Italia. Quando è successo che i Thegiornalisti hanno sdoganato le radio? Dov’ero quel giorno? Un po’ come quando morì Kennedy, ma io non ero ancora nata. Non solo, “Completamente” è diventata una delle hit italiane più trasmesse dalle radio in questo fine 2016. “Fuoricampo” aveva iniziato a percorrere quella strada nel 2014 ma sembrava che qualcosa non avesse funzionato, almeno per le radio. “Completamente Sold Out”, il quarto album dei Thegiornalisti è riuscito nell’impresa, e io quel giorno me lo sono perso.

“Completamente Sold Out”, un titolo ambizioso.
Ambizioso ma non troppo. “Sold Out” parla di un funerale, per cui l’ambizione è il comportarsi al meglio possibile su questa terra per godere di un estremo saluto pieno di gente.

Quindi riportando questo concetto di un funerale sold out, si può dire che è un disco che può contenere precetti umani?
Sbagliati però. È come quel maestro che ti pone dinnanzi tutti esempi negativi al fine di farti riflettere e fare l’opposto. In realtà c’è una voglia di redenzione, un labile equilibrio tra il pentimento nell’aver compiuto qualcosa e il non pentirsi nell’andare sino in fondo. È sempre in bilico, il prossimo album sarà quello della serenità totale.

Ciò che mi hai appena detto mi rimanda alla sequenza “Sbagliare a vivere” e “Non odiarmi”.
Esatto. Una ti spinge a godere dell’errore, anche se sei consapevole che stai sbagliando trovi piacere anche in questo. “Non odiarmi” è invece il rinchiudersi. Ti vorrei spiegare questa cosa con un termine che Davide Gaucci (il grafico del disco) e io usiamo spesso. Quando scrivi un post all’una di notte e la mattina dopo lo elimini: “La meschinata” ovvero vergognarsi di ciò che hai scritto e cancellarlo. Io spesso li cancello. “Sbagliare a vivere” è quando pubblichi; “Non odiarmi”, invece, è quando lo cancelli.

“Sold Out”, come mai vorresti morire brillo?
Perché come dice Di Caprio nel film “The Wolf of Wall Street”: “Dammi quelle cazzo di pillole non vorrai mica farmi morire sobrio”. Brillo è il grado di leggerezza ideale, quando ancora sei lucido e ti accorgi di tutto. È la prima fase del bere quella in cui la pesantezza e l’ansia scivolano via. Quando sei sereno.

Prima lo hai definito un disco della pre-risurrezione. Ora possiamo definirlo anche il disco dei desideri?
Non adoro molto questa parola. Non è che desidero qualcosa.

Ci sono degli argomenti che richiamano questo, anche un funerale sold out se vogliamo.
Hai ragione. Io non uso la parola desiderio, invece riflettendoci si. Sembra che io stia sperando qualcosa come in “Vieni e cambiami la vita” c’è qualcosa che rimanda a questo.

Sono tutti brani mid-tempo. Però c’è anche tanta nostalgia per gli anni ’90, vedi “Fatto di te”.
Si, “Fatto di te”, “Il tuo maglione mio” e “Fatto di te” sono i novantoni dell’album.

Come mai?
Più che nostalgia, diciamo che negli anni ’90 ho vissuto i migliori attimi dell’anima vita, me li porto dentro guardandoci con un senso di felicità. Mi porto dietro quei momenti di spensieratezza, se ci pensi quei brani sono leggeri.

Quante persone sono descritte in “Completamente Sold Out”? Io ne ho contate cinque.
Una palese, “Gli alberi”, questa ragazza con cui siamo amici. Un’altra persona è descritta ne “L’ultimo grido della notte”, Marina, anche in “Vieni e cambiami la vita”.

Io da qualche parte ho scritto “la virata mainstream dei Thegiornalisti”, cosa ne pensi?
Penso che se il brano non fosse stato trasmesso così tanto per radio, si sarebbe ancora parlato di un gruppo indie.
Mi sento come quei gruppi alternative internazionali che vanno al Letterman, gruppi che non sono Beyoncé, ma neanche dei perfetti sconosciuti. Mi sento un gruppo da Primavera Sound, che in Italia ancora non esistono.

Le contaminazioni eppure ci sono, per iperbole in assoluto basta pensare ad Afterhours al Festival di Sanremo o Manuel Agnelli a X Factor.
Musicalmente indipendente non siamo mai stati. “Io non esisto” del 2011 era più pop di questo disco. Scriviamo canzoni pop.

Hai detto: «“Completamente Sold Out” è l’album degli innamorati, di quelli che non hanno proprio voglia di tenersi”».
Io ho un gruppo su WhatsApp “tenetevi”, perché ci richiama all’ordine. Uno non si tiene nella vita. Tu ti tieni o non ti tieni?

Dipende. È un disco nato di notte?
La notte è la parola più presente nel disco.

È strano se pensi al fatto che siamo nell’epoca del “è bello, è tutta luce e sole”.
Ecco, io invece canto il bello della luna e delle stelle. Ti fa vedere la parte bella dell’oscurità, dell’ombra. Tipo “Gente della notte” di Jovanotti.

Sanremo sì o no?
Ni, se succederà bene altrimenti nulla. Abbiamo una posizione neutra in merito al Festival.

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