Tony Hadley presenta il suo “The Christmas Album”: “Io sono un sognatore e il Natale è un momento magico”

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È arrivato in direttissima dalla giungla australiana del reality show “I’m A Celebrity… Get Me Out Of Here!”, Tony Hadley, per presentare alla stampa il suo nuovo progetto: “The Christmas Album”, uscito in tutto il mondo il 27 novembre in formato digitale e solo in Italia in versione fisica. Un disco, il suo quarto da solista, realizzato con un team di musicisti tutto italiano, capitanato da Claudio Guidetti: “una persona fantastica, grande musicista e arrangiatore, tipi come lui in Inghilterra li chiamiamo clever sod”, ha raccontato il frontman degli Spandau Ballet. Anche l’idea dell’album è arrivata dallo Stivale: “Claudio e Fausto (Donato, ndr), il mio amico qui alla Universal, mi hanno chiamato e mi hanno detto: “Tony why don’t we do a Christmass album?” (imita l’accento italiano). L’idea mi è piaciuta, sapete sono un sognatore e amo moltissimo il Natale, così ci siamo messi a tavolino e abbiamo ascoltato parecchie canzoni…”.

Il risultato è una raccolta di 16 brani, che ai classici del Natale per antonomasia, come “White Christmass”, “Let It Snow” e “Have Yourself A Merry Little Christmas”, accosta un classico in senso letterale, l’“Ave Maria” di Shubert, e cover di pezzi meno prevedibili come “Run Rudolf Run” di Chuck Berry, “I Believe In Father Christmas” di Greg Lake degli Emerson, Lake and Palmer, registrato con la partecipazione di Aldo Tagliapietra de Le Orme al sitar e alla chitarra acustica e “Fairy Tale Of New York”, brano originale dei Pogues, reinterpretato in duetto con Nina Zilli: “Nina ha fatto un grandissimo lavoro, il pezzo era molto irlandese e noi volevamo allontanarci da quello stile, quindi abbiamo seguito una strada più alla Bruce Hornsby, col piano e un po’ country”, ha spiegato Tony. L’intenzione, ha proseguito, “era quella di non fare un album alla maniera di Tony Bennett o Michael Bublé, quel genere di lavoro è già stato fatto e io non volevo percorrere ancora una volta la strada orchestrale, quindi abbiamo cercato di arrangiare i pezzi in modo originale e di fare qualcosa di diverso. “Stay Another Day” degli East 17, è un buon esempio di come abbiamo lavorato. L’originale è imponente, non potevamo competere, così Claudio e io l’abbiamo ridotta a voce e dodici corde acustica, concentrandoci sul testo e rendendoci conto che quella canzone è davvero bellissima. Lo stesso è accaduto con “Lonely This Christmass” dei Mud, che in originale suonava ovviamente comica, ma se consideri il testo, ti rendi conto che è così triste. Ecco, quello che volevamo fare era riempire questi testi con la voce”.

E poi ci sono i due inediti, “Snowing all over the world” e “Every Second I’m Away”. “Volevo scrivere un brano up-tempo, pensando che sarebbe stato giusto averne un altro nel disco assieme a “Shake Up Christmass” dei Train”, ha raccontato Tony a proposito del primo, “quindi ho preso l’acustica e ho iniziato a cantarci sopra qualche melodia scherzosa. Mi piace il testo del chorus “I wanna be a child again/when Santa Claus is my best friend”, perché, nonostante i miei 55 anni, amo ancora moltissimo il Natale. Ho due figlie piccole, Zara, che farà nove anni il 21 dicembre e la piccolina, Genevieve, che sono così felici il giorno di Natale! I bambini lo adorano, ma quando invecchiamo ce ne dimentichiamo, non ci crediamo più, io però sono un sognatore e credo che il Natale sia un momento magico, quindi volevo trasmettere il messaggio di pensare a come ci sentivamo quando eravamo bambini”. Anche dietro a “Every Second I’m Away” c’è la famiglia: “È un pezzo adatto al momento in cui si guida verso casa per il Natale. Sai, sono spesso lontano da casa, ti manca la famiglia, a volte stai via per 6/7 settimane e hai sempre i mente la visione di te che torni a casa dalle persone che ami e credo che questo sia il vero spirito del Natale, tornare a casa”.

Un pensiero assolutamente condivisibile quello di Tony Hadley, che una seconda casa l’ha trovata proprio in Italia – non fosse per “l’unico guaio, cioè che la pizza e gli spagheti vongola e il vino e tutto il resto sono così buoni! L’Italia è un posto perfetto per ingrassare!” – dove tornerà, dopo una breve tappa olandese, per qualche puntata promozionale in TV e le cinque date che tra il 16 e il 20 dicembre lo vedranno protagonista sui palchi di Matera, Potenza, Taranto, Molfetta e Montebelluna: “Sarò con la mia band, quindi faremo pezzi degli Spandau, pezzi dal nuovo album e magari anche un paio di canzoni di Natale, molto probabilmente con una piccola orchestra. Sarà interessante. L’anno prossimo, invece, potrebbe essere davvero bello fare un vero e proprio Christmas tour in UK, Italia, Spagna e Germania, magari con un’orchestra e la band. Lavoro molto con l’orchestra e sempre per l’anno prossimo sto programmando un paio di concerti con un’orchestra di 15 elementi. Come cantante, essere sul palco con un ensemble del genere è incredibile. Insomma, c’è molto a cui pensare, quest’album mi sta facendo venire un sacco di idee a proposito di quel che si potrebbe fare live, quindi ci sarà da divertirsi!”. E in Italia Tony vorrebbe tornare anche per lavorare a un dittico di pezzi da includere nel suo prossimo album di inediti, che dovrebbe uscire in primavera: “Lo sto scrivendo da secoli e ogni volta che lo sto per ultimare mi viene a mancare il tempo o perché vado in tour o per altre ragioni. Gran parte delle canzoni sono state registrate, ma mi piacerebbe venire Milano e scriverne un paio con Claudio. Poi ci sono dei brani che ho scritto di recente, uno è su mia figlia, Genevieve e voglio metterla nell’album. È diverso dagli Spandau Ballet, la mia parte preferita degli Spandau, per essere onesto, era l’elemento ballabile dei primi tempi, quindi nel disco ci sarà un po’ di questo, ma alla Robert Palmer, di cui sono un grandissimo fan. Ho cercato di rendere il tutto un po’ eccentrico, piuttosto che fare delle semplici canzoni pop, si cerca sempre di essere un po’ diversi ed è importante non fossilizzarsi. Io non sono una di quelle persone che pensano che gli 80 siano stati il momento migliore in assoluto, erano ok, ma anche oggi c’è in giro della musica validissima, quindi cerco di tenermi aggiornato il più possibile”.

Insomma, tantissima carne al fuoco per Mr. Hadley, che tra il resto si è anche lasciato scappare qualche segreto su come mantenere giovane la voce: “Di base non fumo, ho smesso 16 anni fa e posso dire che è fumare è la cosa più stupida che abbia mai fatto. Il mio consiglio per ogni cantante è non fumate, non bevete troppi superalcolici, la birra e il vino ci possono stare, usate la voce costantemente e prendete lezioni di canto. Io ho preso qualche lezione quando ero più giovane da un cantante d’opera per imparare come utilizzare la mia voce e fortunatamente riesco ancora a fare 5/6 concerti uno dietro l’altro e sentirmi bene. Ma il vero segreto è non smettere di usarla, ci sono cantanti come Tom Jones, che ha 75 anni e spacca tutto o Tony Bennett, che ne ha 89 ed è in splendida forma”. A chi gli domanda del suo futuro, infine, Tony risponde senza esitazioni: “Se ami la musica, va da sé, io ho 55 anni, ma quando qualcuno mi ha chiesto se ho in programma di andare in pensione ho pensato: “Cosa?! Ma come fai a pensare di ritirarti?!”.

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