È tutta finzione, rappresentazione, fare cose che prima per me non c’erano. È dare forma a cose che prima non erano visibili ai miei occhi. Mi interessa lasciare delle tracce, mi piace e mi affascina l’idea di lasciare un segno. Sono spaventato dalla nostra caducità, dal nostro esserci e non esserci. Mi piace la finzione, la luce, la scena. Lo vedo nelle canzoni. Tutto quello che faccio è questo, cercare di cambiare una tela bianca in una colorata, il palco in un luogo in cui vengono rappresentate delle emozioni o raccontate e interpretate delle storie. Mi piace tutto questo.
Questo è ciò che vorrei accadesse. Questo vuol dire che il disco ha funzionato da tramite. Nel disco io racconto qualcosa di mio che tu, ascoltando, puoi ritrovartici e aggiungerci la tua esperienza o vita. Questo può servire ad entrambi. Il risultato della chiarezza e del romanzo, mi fa piacere che tu l’abbia colta, perché ci tengo a raccontare delle cose in modo chiaro. Vorrei che rimanga qualcosa, dopo l’ascolto. Il fatto che ci sia un concetto di fondo, c’è. Ci sono delle situazioni. “Una Bolla”, “Paradiso”, “Il Volo”, rappresentano momenti precisi, non didascalici, ma c’è la rappresentazione di un’idea: che tutto fuori sia superabile ritornando a sé stessi, al proprio interiore, alla propria visione della vita, al proprio talento, che ognuno ha. Come in un labirinto.
Sì, come per l’amore. Si dice spesso: ci compensiamo, siamo due parti della stessa mela. In questa canzone affermo l’opposto. Un brano che arriva da una delusione e si ritorna a pensare che l’amore non è l’unione di due metà, ma la somma di due unità per crearne una terza. Senza annullarsi. Spesso si sta insieme per cercar compensazione di mancanze. Non per questo sono egoista, tutt’altro. C’è una disillusione che cerca una nuova forma di amore. Era giusta la tua osservazione, a volte la bolla ti difende a volte la rompi per entrare in contatto.
Basta nutrirsi, basta poter immaginare, basta un’istante. Basta esser felici per esser felici.
Arisa è intelligente, coraggiosa, gioca, traspare un’inquetudine, in senso buono. La voglia di riscatto, la ricerca del vero o della felicità. L’ammiro e la stimo. Quindi le chiesi se voleva partecipare. È stato un bell’incontro musicale. Credo che qualcosa ci sia affine. Una curiosità affine.
C’è un personaggio che non avrebbe mai pensato di esser in una situazione gravosa. Capisce che deve recuperare questa gioia e il senso della sua vita. Ale e Franz sono le due voci interiori dove mentre uno dice “cosa sogni?”, l’altro risponde “lascialo sognare che è gratis”. Il sogno non ha economia. La vita dovrebbe non pensare ai soldi, purtroppo però siamo in un momento storico in cui il peso di un uomo si misura dal conto corrente. L’economia non è frutto di economie. Non fa l’uomo la ricchezza economica però, in questa epoca, ne fa il valore. Ne fa anche il riconoscimento, tra il genio e il folle la differenza la fa, il successo. Questo sistema però è alla fine, ci siamo resi conto che questo valore sta crollando.
Che siamo giunti al termine di un periodo, durato quindici anni, di grande superficialità. Non detto come giudizio, ma constatazione. Inizieremo tutti a cercare l’eccezione e le eccellenze, in ogni campo artistico.