I Two Fingerz presentano “La tecnica Bukowski”: “Dopo la festa c’è l’hangover”

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Lunedì 1 giugno 2015 esce “La tecnica Bukowsi“, nuovo album dei Two Fingerz che arriva a solo un anno da “V”. J-Ax, Dargen D’Amico, Shade, Vacca e Madman tra gli mc ospiti, ma c’è anche spazio per ben tre ex concorrenti di X Factor (Lorenzo Fragola, Ilaria e Valentina Tioli). L’attitudine è sempre quella party dei loro precedenti lavori, ma con una venatura un filo più cupa – per quanto possibile parlando dei Two Fingerz – che in passato. Danti e Roofio, amichevoli come al solito, ne hanno parlato così alla stampa.

Visto che si parla di Bukowski, partiamo da qui: la poesia può essere zozza?
Danti: Per me la poesia DEVE essere zozza. Del resto l’epoca in cui viviamo è molto bukowskiana ed è fatta di linguaggi sporchi. Noi abbiamo usato questi linguaggi per fare una fotografia del 2015.

Rispetto ai vostri precedenti album si nota un po’ più di pessimismo…
Danti: Diciamo che abbiamo fatto Bukowski, ma attraverso il nostro punto di vista artistico e creativo. Noi proveniamo da un percorso party e abbiamo tentato di tramutare la festa in un hangover. Questo disco è il giorno dopo la festa, quando senti tutti i postumi della sbornia.

Parlate di crisi quando in molti cominciano a parlare di ripresa: siete controtempo?
Danti: Se fossimo degli uomini di marketing saremmo lì a dire che la crisi è finita, ma invece io la crisi la vedo ancora negli occhi di tantissima gente. Magari siamo davvero all’inizio della ripresa, ma ne passerà ancora di tempo prima che la crisi finisca.

Questa sensazione traspare già nel primo pezzo del disco, “Uomo nero”…
Danti: Sì, perché gli spauracchi non esistono. A far davvero paura non è “l’uomo nero” ma “l’uomo vero”. Quello che commenta inferocito sui social, ad esempio. Ma c’è anche da dire che fa paura l’uomo dietro il computer, perché il computer è come l’armatura di Iron Man che ti fa sentire invincibile. Però se poi lo vai a prendere a casa è lì che ti dice: “Ma no… ma come… ma io non ho detto niente…”.

In “B&W” proponete di uscire dalla crisi “con le puttane e con l’erba“…
Danti: Si parla continuamente di tagli all’istruzione e alla sanità. Ma se si legalizzassero l’erba e le prostitute non solo sarebbero tutti quanti più tutelati, ma troveresti anche i soldi che servono per tante cose fondamentali. Come in Colorado, dove da quando hanno legalizzato la cannabis sono entrati 60 milioni di dollari nelle casse dello Stato.

“La tecnica Bukowski” arriva a un solo anno dal vostro precedente disco: non temete la sovraesposizione?
Danti: Quando entriamo in studio siamo delle macchine da guerra. E l’ultimo anno in effetti è stato molto prolifico. Del resto oggi la fruizione di musica è così veloce che puoi anche pubblicare un disco all’anno senza inflazionarti.
Roofio: In un certo senso siamo degli impiegati della musica. Finché rimane una passione va bene così, ma se un giorno entreremo in studio non vedendo l’ora di uscire allora lasceremo perdere.

A proposito di sovraesposizione, al momento l’hip hop è ovunque: forse pure troppo?
Danti: Internet ha fatto venire a galla tante cose interessanti, ma anche tante robe che vanno solo perché è il momento dell’hip hop. Ma sono contento di quanto sia radicato il rap in Italia. Ci sono tanti pubblici diversi tra loro e non c’è una competizione tra rapper perché ognuno ha il suo spazio e il suo pubblico. Tranne quando esce Fedez… allora è meglio che non fai niente per i due mesi prima e i due mesi dopo! [ride]

C’è anche chi di recente, ad esempio Marracash, ha fatto discorsi sul “vero hip hop” da tenere separato dal rap che strizza l’occhio al pop…
Danti: Questo è un modo per distruggere l’hip hop, non per migliorarlo. A più persone arriva il rap, meglio è. Infatti negli USA non li senti, questi discorsi.

“La tecnica Bukowski” servirebbe per “portarsi a letto le ragazze”. Ma in realtà la quasi omonima traccia dice di più…
Danti: È il nostro modo di lavorare. Cerchiamo di dare al fruitore delle canzoni che possano essere sentite senza far caso alle parole, solo perché hanno un ritornello accattivante, ma anche ascoltate con attenzione, e allora ti accorgi che c’è una seconda chiave di lettura.

Nel disco ci sono ben tre ex di X Factor, tra cui Lorenzo Fragola: come lo avete coinvolto?
Danti: Si vede che ci piace quel programma, vero? [ride] Del resto negli anni abbiamo scritto gli inediti per i Moderni, gli Ape Escape e Leiner. Riguardo a Fragola sono molto fiero, perché l’ho chiamato in tempi non sospetti, quando ancora non aveva vinto, per dirgli che ci avrebbe fatto piacere incontrarlo e mettere giù qualcosa assieme.

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